giovedì 19 giugno 2008

Un anno assieme


Chi ci avrebbe mai creduto... Quando questa esperienza è iniziata ero scettico sulla mia reale capacità di riuscire a "durare", e in effetti, ho proceduto a fasi alterne di alti e bassi tra frenesie compositive da grafomane accanito e lunghi enigmatici silenzi. Ma in qualche modo abbiamo superato un lungo e complicato anno di blog e sono qui a "celebrare" questo "nostro anno assieme" (più o meno virtualmente).

Il Primo ringraziamento va al favoloso gruppo di GayToday (ha compiuto anch'esso un anno) che mi ha dato il primo stimolo a provare la strada della blogsfera, che mi era quasi del tutto estranea, e nella quale mi muovo ancora con un certo impaccio. Voglio sottolineare che dietro quell'aggregatore ci sta tanta passione e tanto lavoro (soprattutto degli altri/e, che sono favolosi/e) che va al di là di quello che vediamo e di quel che può sembrare all'esterno. Lo scopo di quel gruppo un po' visionario e anche assai variegato, non è, infatti, gestire un sito di news o un semplice aggregatore fine a se stesso, ma la pretesa di contribuire a creare un senso di comunità e di unità più ampia tra i singoli e tra le associazioni offrendo uno spazio neutrale (ma non neutro o indifferente) di confronto, elaborazione, scambio di informazioni, esperienze etc.
Credo che nel tempo sarà solo uno degli strumenti che ci saremo dati per tentare questa strada. Ma staremo a vedere.
In termini di impegno devo immancabilmente assicurare, quindi, una piazza d'onore al Circolo Mario Mieli, a tutti coloro che ci stanno, ai volontari ai soci, ai simpatizzanti ... Da lì vengono gran parte delle mie motivazioni e si concentrano molti dei miei impegni e attività sul fronte dei diritti e dell'impegno politico .
In quest'anno, e davvero non lo credevo, ho avuto migliaia di visite da tutta Italia e dal mondo, ho avuto modo di conoscere virtualmente e a volte anche fisicamente persone nuove e interessanti, blogger, idee, di confrontarmi qui e sui blog di altri sulle questioni di attualità e di interesse comune, di scrivere ciò che pensavo o ciò che ho visto e vissuto, offrendolo agli altri e anche disponendomi a inevitabili critiche o correzioni di rotta.
Questo blog mi ha anche aperto nuove possibilità e incredibili nuove visuali e angolazioni.
Voglio ringraziare davvero tutti quelli che mi hanno accompagnato per tutto questo tempo: lettori, commentatori, amici, simpatizzanti, critici, visitatori casuali...


I PROPOSITI:
e come ogni annivesario si fanno i bilanci (dopo anche alcuni numeri) e si snocciolano i buoni prpositi per il futuro.
Quanto al Bilancio il mio personale è sostanzialmente positivo, ma mi piacerebbe che qualche commnentatore offrisse sul punto dei contributi aggiuntivi.
I miei Propositi invece sono vari. Non più solo sopravvivere (come era all'inizio) ma, magari, riuscire a garantire maggiore costanza nello scrivere evitando che il silenzio si impossei di queste oagine per settimane. Mi piacerebbe poi spaziare più con gli argomenti, dando più spazio a tematiche un po' diverse che sono state a volte trascurate. Tra queste sicuramente qualcosa in più merita l'AIDS e la prevenzione, l'ambientalismo, qualche positiva realtà sociale o associativa e, forse, anche qualche riflessione un po' più personale su quello che ci accede intorno.
Credo che mi occuperò più anche della vita e della viabilità di Roma (ho in mente qualcosa in proposito). Mi piacerebbe scrivere anche in modo più coinvolgente e aperto -meno assertivo - in modo da stimolare maggiormente il confronto e il dibattito tra i frequentatori, ma questo, oltre che un proposito è anche una piccola sfida. Inoltre, visto che sicuramente nei prossimi mesi sarò molto impegnato con lo studio e l'università, probabilmente potrò mettervi a parte di parte delle mie ricerche (no scherzo non vi preoccupate... o forse no?).

Infine, per celebrare mi fa anche piacere condividere alcuni dati statistici (assai miseri comparati a ceri grandi blog, ma comunque significativi) sulle visite, gli accessi, il gradimento etc. del mio blog.


Visite totali: 16.347; visitatori: 9.628.
Devo dire che l'andamento delle visite è stato costantemente crescente, e ovviamente, legato agli alti e bassi della mia costanza di scrittore: evidentemente a lunghi periodi di "pausa" - come tutto il mese di gennaio - corrispondono pesanti cali di visite. Prezzo dell'incostanza!


Prime 10 città di provenienza delle visite:
1) Roma (dove vivo da anni)
2) Milano
3) Torino
4) Palermo
5) Catania (la mia città)
6) Firenze
7) Napoli
8) Bologna
9) Ancona (praticamente un solo lettore, ma molto molto affezionato... lui sa chi è! Un bacio M.)
10) Bresso


Primi 10 siti di provenienza delle visite:
1) Google (e qui la voce più gettonata di ricerca è il mio nome e cognome... incredibile!)
2) Gaytoday (potenza degli aggregatori!)
3) ElfoBruno (grazie Dario... del resto il tuo blog è una potenza!)
4) Kilombo (mi sono iscritto solo il 10 marzo scorso però)
5) Anelli di Fumo (grazie Sciltian... altro blog che meriterebbe la definizione di "testata on line di approfondimento)
7) Lampi di Pensiero (grazie Guido... troppo sole in Italia, ci vorrebbero più temporali con lampi come i tuoi)
8) Netmonitor di Repubblica (potenza di internet, 2 giorni di citazioni in periodo elettorale e stanno qui)
9) Sky's Blog (grazie Sky)
10) Unebellehistoire (grazie Andrew, anche per il "premio" che mi hai assegnato l'anno scorso e che non mi è sfuggito. Sei davvero dolcissimo). A lui vanno inoltre gli speciali auguri per il recentissimo trasloco su un sito "proprietario" che io trovo già delizioso e che sicuramente avrà ancora più successo dl vecchio.
Aggiornate i link allora : http://www.unebellehistoire.it/ !


Naturalmente sono giunte visite da molti altri che ringrazio (e non se ne abbiano a me se non cito tutti)
Devo ringraziare anche chi si è così affezionato al mio blog da accedervi direttamente: circa il 15% del traffico (poco sotto gaytoday per intenderci) deriva infatti da accessi diretti, penso che tra questi ci sto anche io però :D


I 10 Articoli più letti:
1) Spiaggia gay ad Agrigento? (secondo me i visitatori cercavano altro ahahah)
3) Rutelli sindaco? No grazie! (io invitavo la sinistra a non candidarlo...)
4) L'intoccabile Don Gelmini (adesso pare lo abbiano mandato a cambiare aria in Perù, pover'uomo!)
5) Veltroni: ai gay feste e rispetto... (oggi al suo PD non rimate più neanche le feste dell'Unità... se vuole gli diamo un mano noi!)
6) Il pifferaio magico (chi sarà mai?)


... e alcuni altri a cui sono affezionato:
(in rigoroso ordine cronologico dal più vecchio al più recente) Cena Culturale (Una di quelle cose che possono apparire insignificanti e che invece esprimono il piacere di un impegno comune), Veltroni nuovo segretario del PD? (le mie primissime critiche a Veltroni quale candidato a segretario del PD, un leit motiv per il mio blog. E Devo dire che tutte le premesse negative si sono realizzate e si stanno realizzando oltre ogni più nera previsione), Al Catania Pride (la prima volta al Pride della mia città è da incorniciare. Che emozione!), Veltroni come Ponzio Pilato (Può un segretario di partito lavarsi le mani dei problemi?), Dario Laureato (la laurea di mio fratello), Buongiorno Oslo (Oslo, una delle mie città di elezione dove ho degli amici fantastici), E Marrazzo perse le staffe (ogni tanto bisogna dare pane al pane e vino al vino... Da allora Il caro Fabrizio ha inanellato performance negative spettacolari, che mi sono astenuto diligentemente dall'enumerare: diventerebbe proprio sparare sulla croce rossa!), Gli errori hanno nome e cognome (bisogna anche saper ammettere i propri errori se è il caso. Sono orgoglioso di averlo fatto), I sindaci e i pride (Come vanno le cose nei pride in giro per il Mondo? Secondo voi Roma è più vicina a New York o a Mosca? Attuale nel 2007 ancora più attuale nel 2008 con la piazza San Giovanni negata), I Tetti di Gerusalemme (come amo quella città!), Notte di paura a Ramallah (un esperienza incredibile, la più traumatica della mia vita), Il montatore rumeno, laureato! (No al Razzismo), Addio Massimo (un grande padre ci ha lasciati), Il Piombo senza il ‘68 (a volte l'attualità ci stimola riflessioni più generali, magari sono più indigeste, meno leggibili e godo di minore appeal, ma poco importa), Impagabile E Polis su Volontè (a seguito di questo mini-pezzo mi hanno chiamato dalla redazione di E-polis, piccola soddisfazione personale), Nadine Gordimer da Fazio (davvero una grande donna), S-Concia (pare che Paola Concia se la sia proprio presa... Ma la mia era un attacco privo di livore personale, credo legittima critica politica! Chi intende ricoprire certi ruoli deve abituarsi e prenderla con filosofia, comunque adesso Paola Concia ha la possibilità di dimostrare coi fatti il suo impegno), Violenza e razzismo sempre più vergognosi (Un'Italia irriconoscibile di cui mi vergogno), Caro Presidente, difenda la libertà di manifestazi... (che rabbia, io ho scritto, lui non mi ha - ancora - risposto, ma nel frattempo la Piazza San Giovanni non ci è stata ridata e anche a Biella, si sono comportati alla stessa maniera, spero che qualcuno si renda conto che siamo davvero su un brutto crinale. Avevo segnalato questa notizia alla stampa, e con sorpresa è stata ripresa da un lancio ANSA e quindi dal Corriere della Sera), ROMA PRIDE A SAN GIOVANNI E SAN PIETRO (Che Spettacolo il Pullman del Roma Pride 2008 davanti a Piazza San Pietro... e non vi confesserò mai cosa ho urlato con profonda gioia all'indirizzo della finestra papale...)

martedì 10 giugno 2008

ROMA PRIDE 2008: IL VATICANO OCCUPA L'ITALIA,FACCIAMO BRECCIA OCCUPA IL VATICANO

In segno di sostegno e solidarietà con la bella iniziativa di Facciamo Breccia in Piazza San Pietro, ignorata dai media e sottoposta repressione poliziesca (incluso la cancellazione delle foto scattate), pubblico anche sul mio blog il comunicato diffuso dal Comitato Facciamo Breccia e auguro alle persone coinvolte la veloce e felice risoluzione delle conseguenze legali.
Anche se non sempre si condividono in toto le idee o i metodi, è indubbiamente grazie a persone come loro, capaci di rischiare in proprio per affermare degli ideali se possiamo ancora sperare di uscire da questa melmosa condizione politica, culturale e sociale.

ROMA PRIDE 2008:
IL VATICANO OCCUPA L'ITALIA,FACCIAMO BRECCIA OCCUPA IL
VATICANO

Si è svolto il 7 giugno a Roma il Pride a cui hanno partecipato oltre
200.000 persone.
Alla manifestazione era stata negata Piazza San Giovanni, storica piazza
dei movimenti, con la scusa che all'interno della chiesa doveva esibirsi un coro
di preti cattolici. Una decisione istituzionale che ha confermato la volontà di
negare agibilità politica a chi non si piega ai diktat del governo di destra e
del Vaticano, oggi più che mai alleati. Per questo durante il Pride il
coordinamento "Facciamo Breccia-No Vat" ha reagito occupando simbolicamente
piazza San Pietro, nel territorio dello Stato del Vaticano
(Santa Sede).

Sono stati aperti degli striscioni con scritto: "San Giovanni negata, occupiamo San
Pietro
", "No Vat", "Facciamo Breccia".
La polizia italiana è intervenuta fermando e identificando 13 attivisti di
Facciamo Breccia-NO VAT, nonché dei fotografi professionisti a cui sono state
cancellate le foto
, ed addirittura dei turisti che avevano le macchine
fotografiche.Contemporaneamente, l'azione veniva rivendicata dal palco del Pride
in piazza Navona.
Immediatamente alcune agenzie di stampa avevano pubblicato la notizia, che
però è stata poco dopo oscurata, con una logica di censura da regime.
Facciamo Breccia denuncia la deriva autoritaria e fascista italiana. E' da
qui che nascono le aggressioni sempre più frequenti contro gay, lesbiche e
trans, ma anche la violenza sulle donne e le persecuzioni contro i/le rom e
sinti e contro chi arriva da paesi impoveriti.
Proprio mentre era in corso il Pride romano, sulla linea circumvesuviana
nei pressi di Napoli due ragazzi venivano aggrediti e massacrati in quanto gay.
Un mese fa a Verona un ragazzo è stato ammazzato da estremisti di destra solo
perché aveva i capelli troppo lunghi. Le aggressioni alle trans e alle/i
migranti sono ormai gli effetti quotidiani della (in)cultura dell'odio per
chiunque sia identificato come 'diverso'.
In questo quadro abbiamo scelto di diffondere la notizia e il video sulla
nostra azione di protesta come un piccolo ma significativo atto di resistenza in
un paese dove il rafforzarsi del legame tra repressione istituzionale, violenza
squadrista e integralismo cattolico stanno aprendo definitivamente la strada ad
un regime autoritario.

Un video con le immagini dell'azione con la radiocronaca
in diretta curata da "Radio Onda Rossa" è presente sul web e vi si accede dalla
prima pagina del nostro sito http://www.facciamobreccia.org/
Coordinamento Facciamo Breccia

Pride: critiche e pagliacciate

La politica italiana non finisce mai di stupire. Così la satirica mise della mia amica Sara, a stigmatizzare "la Repubblica delle banane" sembra calzarle (alla nostra classe politica e di governo) proprio a pennello.
Decine, forse centinaia di migliaia di persone sfilano a Roma e a Milano per rivendicare visibilità, cittadinanza, dignità, parità, laicità, diritti, rispetto... Bene il problema sollevato da alcune tra le più illustri donne del PDL, tra cui ben due ministri (Prestigiacomo e Meloni), e una vicepresidente della Regione Lombardia (Viviana Becalossi - il cui nome avremmo preferito continuare ad ignorare) si sollevano prone... ehm scusate... pronte in difesa della collega di schieramento e di governo Mara Carafagna, duramente criticata dai manifestanti per le sue dichiarazioni surreali da Ministro delle Pari Opportunità. E lo fanno non cercando di dare risposte o giustificazioni alle obiezioni sostanziali sollevate - cosa che risulterebbe in effetti ardua - ma bollando le critiche come volgari attacchi o insulti.
Commenti sulle richieste dei manifestanti? sul tono pacifico e ironico delle manifestazioni? Sulla gravità degli episodi di violenza che hanno macchiato con crescente frequenza le cronache, a Napoli, persino il giorno stesso dei Pride? Solidarietà a quei ragazzi malmenati? NON PERVENUTE.
Alle donne del PDL interessa solo la difesa corporativa evidentemente, e nei pride non intendono leggere nessun messaggio politico. (leggetevi il comunicato del Circolo Mario Mieli)
E alla fine che ci interessa dei contenuti, l'importante è il potere da mantenere, come dimostra la vibrata e compatta difesa a un Dell'Utri già condannato, che definisce EROE un mafioso per la sua coraggiosa e indefessa omertà, e l'ancor più feroce cortina sollevata intorno al neo Presidente del Senato Schifani, vittima addirittura di "lesa maestà" a opera del giornalista Travaglio che riportava episodi della sua "precedente vita" politica palermitana. Ma si sa che a scoperchiare certe tombe vengono fuori gli scheletri: doveroso astenersi per la stampa giullare di corte!

Poi, puntuali come le rondini a primavera, giungono gli strali diretti o obliqui della stampa cattolica e dei prelati. Ad aprire le danze Famiglia Cristiana (un tempo capace di maggiore sensibilità e persino di qualche apertura) che in un editoriale indirizzato soprattutto a bacchettare Veltroni e il PD per la sua non completa aderenza all'ortodossia cattolica, approfitta per definire il pride "una pagliacciata". E se il giudizio viene dal giornale espressione della Chiesa dei merletti, delle Mitre, delle fumate nere e bianche, dei i quadri e delle statue che piangono, delle alabarde svizzere, degli incensi... direi che è decisamente autorevole! Chi meglio di loro? (Segue Comunicato)
9 giugno

Le pagliacciate

Da Famiglia Cristiana giungono nuovi attacchi alla comunità
GLBT e al Pride, definito “una pagliacciata”.
Il settimanale Cattolico, preoccupato della presenza dei
Radicali e di qualche voce laica all’interno del PD, richiama il leader Veltroni
all’ordine, invitandolo a mettere alla porta i radicali e a ritrovare una linea
di ortodossia cattolica poco percepibile, pena la fuoriuscita dal partito della
componente cattolica e il fallimento del progetto originario del partito.
Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
respinge al mittente la scontata e abusata definizione di pagliacciata
e invita il settimanale cattolico a maggiore sensibilità e rispetto
verso le manifestazioni civili e pacifiche di centinaia di migliaia di
cittadini, anche cattolici, in cerca di diritti, parità e laicità.
Ovunque nel mondo occidentale questi sono i valori che
reggono la convivenza democratica. Come anche il rispetto per i diversi ambiti e
spazi di competenza fra la politica e la religione.
Noi non ci permettiamo di definire pagliacciate le alabarde
svizzere, le sottane vescovili e le folkloristiche feste patronali o espressioni
di devozione, consapevoli del valore e del significato che questi possono avere
per i credenti. E neppure definiamo contro natura pur discutibili aspetti della
cattolicità, come invece continuano a fare vescovi e cardinali per le nostre
relazioni.
Pretendere il medesimo rispetto per le nostre identità e
rivendicazioni, è chiedere troppo? Rispondere a questi attacchi è insulto?

Andrea Maccarrone
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli

lunedì 9 giugno 2008

Due Foto dal Pride: Piazza Navona piena, Piazza San Giovanni vuota



Guardate lo stridente contrasto tra una gremita e colorattissima Piazza Navona (dall'alto del Pullman - Palco) e una deserta e spettrale Piazza San Giovanni, con tante inutili file di transenne a proteggere la Basilica dai fantasmi di qualcuno.
Anche lì il 7 giugno ho voluto portare un pezzettino di GAY PRIDE

domenica 8 giugno 2008

EFFETTO PRIDE: ROMA INVASA DALL'ORGOGLIO

Tanto tuonò, che piovve, ma per fortuna non in senso letterale nonostante le pessime previsioni del tempo.
Ieri, finalmente una moltitudine colorata e immensa di persone si è data appuntamento per il RomaPRIDE, la manifestazione dell'orgoglio gay lesbico bisex trans, che non ha smentito se stessa nei colori e nelle attese. Quella moltitudine enorme di persone, superiore pesino alle speranze più rosee e a qualsiasi precedente di "semplice" Pride romano, mezzo milione, 200.000 (10.000 secondo un ridicolo conto della questura che rimanderei a scuola di matematica) ha riempito le strade del centro della città di orgoglio, gioia, colori, energia, satira, rivendicazioni, rabbia, coraggio, emozione, forza, passione, identità, allegria, ironia, politica, sentimenti, amore. Al grido unisono di TESTARDAMENTE PARITA' DIGNITÀ' LAICITÀ'! Naturalmente accompagnato dalla immancabile colonna sonora pop e dal inno oggi vero più che mai di "Tutta mia la città".
La giornata inizia nel peggiore dei modi con la notizia dell'ennesima aggressione di due ragazzi omosessuali a Napoli, malmenati e mandati in ospedale da 10 teppisti nella Circumvesuviana presso, Portici.
Questa ennesima brutta notizia non può che accrescere ancora di più il valore della manifestazione e la voglia di esserci comunque nonostante la frustrazione degli ostacoli e delle piazze negate. Del resto quelle piazze ce le siamo anche in parte riprese dal pomeriggio precedente e il desiderio di essere come sempre tutti uniti nella nostra giornata di lotta e di festa è irrefrenabile. il Desiderio di sentire l'energia di quel senso di comunità che davvero da un significato al nostro impegno e anche alla fatica.
Il mio pride personale inizia al mattino con la preparazione di alcuni cartelli da utilizzare in seguito (vedrete poi come), e poi prosegue sul bus che mi porta verso Piazza della Repubblica, sul quale ho già indosso la maglietta del RomaPride e una splendida girandola arcobaleno e dove tante sono le ragazze e i ragazzi che come me stanno affluendo verso l'appuntamento di partenza: Una donna al telefono spiega di essere venuta apposta da Reggio Emilia per manifestare, altre due ragazze stanno mano nella mano con due cagnolini in braccio e mi sorridono in segno di intesa.
Piazza della Repubblica, al mio arrivo, è sorprendente, già stracolma come non mai alla partenza, già carica di quella energia che di lì a poco si sarebbe riversata per il centro attraversandolo nel suo cuore e animandolo, vero antidoto pacifico alla violenza xenofoba e all'odio che sembra dilagare negli ultimi mesi. Incontro tanti volti conosciuti e amici, alcuni che non vedo da tempo, mi unisco a tutti volontari del Mario Mieli che si stanno schierando allegri con le bandiere accanto al pullman del coordinamento e faccio un giro perlustrativo della piazza per rendermi conto di quanti siamo. Tantissimi.
Poi la partenza con lo striscione, Termini, Via Cavour, la folla che si aggrega e si unisce, i sorrisi, la festa e l'emozione che cresce per la consapevolezza di avercela tutti insieme fatta ancora una volta, di essere uno su un milione, parte di questo grade evento che è il nostro pride e di dare così il piccolo contributo che fa un successo palpabile.
Belissima la gioia di rivedere Claudio e Manlio con le loro due gemelline, record di precocità al loro primissimo pride, wow! Poi, a proposito di figli, lo spezzone delle Famiglie Arcobaleno con le carrozzine e la gioia di mamme e papà che sfilano orgogliosi con i loro figli: semplicemente straordinario. Proprio in quel frangente ritrovo anche il caro Sciltian, di rientro in Italia dal Canada in occasione della nostra stagione dei Pride. Provo a percorrere indietro il corteo per vedere i carri, ma la folla fitta fitta e la lunghezza del percorso mi fa desistere e preferisco tornare verso l'osservatorio privilegiato della cima del Pullman del coordinamento, che raggiungo verso la fine di via Cavour. Il colpo d'occhio è indescrivibile, dietro una coda di cui non si vede la fine, compatta invada strade e marciapiedi senza soluzione di continuità straripando ovunque, davanti, ad attendere il pride, ci stanno due ali gioiose e e folte di folla festante, un vero abbraccio di Roma tutta, in questa che è una festa non solo per noi gay lesbiche bisex e trans ma davvero per tutti coloro che hanno speranza e credono ancora nella democrazia, nella laicità, nella libertà, nel futuro, nella convivenza e nella ricchezza delle diversità. Questa sensazione è accresciuta dagli sguardi rapiti e sognanti anche di chi ai balconi e alle finestre, o a borda strada, spesso anziane o anziani, ci osserva ammirato e gioioso e non si trattiene dal salutarci dal farci percepire il suo sostegno e la sua vicinanza.
Il passaggio, anche simbolicamente forte, sotto il Campidoglio e l'Altare della Patria è contornato da pletorici schieramenti di cordoni di forze lungo il monumento a Vittorio Emanuele e di camionette corazzate verso Ara Coeli e le scalinate del Campidoglio... Davvero temevano che qualcuno volesse filarsi di pezza Alemanno? Abbiamo altro da fare e da pensare... E infatti il corteo prosegue ancora su via delle Botteghe Oscure e poi Corso Vittorio Emanuele. Qui giunti i carri devono proseguire diritti e andare via mentre la folla viene incanalata verso i vicoletti che portano a Piazza Navona, stazione d'arrivo del Pride dopo l'assurdo divieto di Piazza San Giovanni.
già entrando l'effetto visivo di una Piazza Navona piena come non mai è impressionante, ancora di più quando ho modo di riammirarla dalla cima del pullman del coordinamento che sta per fungere da palco per i dicorsi finali. Da lì non si può che strabuzzare gli occhi di fronte a una massa di teste che la riempiono in ogni ordine di posti. Alla fine Piazza Navona NON è stata insufficiente, nonostante, a causa della strozzatura dell'ingresso, molti partecipanti al corteo non siano neppure entrati.
Anche quest'anno l'attenzione e la partecipazione (con canti, applausi, assenzi, risatie vocii, e con un'attenzione unica) ai discorsi è stata incredibile: molto belli e applauditi gli interventi di Rossana Praitano - emozionatissima - di Franco Grillini, Titti de Simone e Vladimir Luxuria (che ha puntato anche sul sarcasmo) decisamente emozionanti e appassionati gli interventi di Tommaso Giartosio (Famiglie Arcobaleno) e Ettore (AGEDO, Associazione dei Genitori e Amici di Omosessuali) che ha voluto accanto il figlio Pasquale (il nostro dj Paskal). Le sue parole e il loro abbraccio mi hanno commosso alle lacrime! E hanno anche scatenato una vera ovazione della piazza. Molto forti e politici anche gli interventi di Giuseppe Pecce, maestro del Rainbow Choir, e di Elena Biagini, per Facciamo Breccia, che ha ribadito l'importanza della laicità e dell'antifascismo e annunciato la manifestazione dimostrativa di alcuni di loro (di noi) in Piazza San Pietro. Sempre appassionata e sferzante Sara Crescimone (Open Mind) che ha invitato all'immancabile Catania Pride (a cui non mancherò) del prossimo 5 luglio, accompagnata da un valletto d'eccezione
Favolosa come sempre la conduzione della Karl du Pigné, con il suo leit motiv decidato alla surreale Ministro Mara Carfagna: "Patrocinio della Carfagnaaa?" "VAFFANCULOO"
Mentre la folla defluisce per me il Pride non è ancora finito. Come promesso, infatti, intendo recarmi comunque a Piazza San Giovanni con i miei cartelli preparati in mattinata e provare anche ad entrare nella Basilica. Mi incammino dunque verso piazza Venezia dove intendo prendere l'autobus per piazza della Repubblica (di lì metro A fino a San Giovanni).
In via del Plebiscito, davanti alla "residenza romana" di Berlusconi, decido di cacciare uno dei cartelli con scritto "GAY" e passo così davanti allo schieramento di polizia. i poliziotti si danno di gomito "guarda, guarda", poi uno sbotta "Aho guarda quello, e c'era pure bisogno de scrivello?" non riesco a trattenermi dal ridere, con quel cartello, nei commenti della gente in Piazza Venezia e sul bus, continuo ancora la giornata del pride; è molto particolare come sensazione e mi sembra di dare una prima risposta a Tommaso Giarotosio che poco prima dal palco invocava più visibilità per tutti noi: "chi lo è al 25% lo sia al 50%, chi al 50% al 75%, chi al 75% al 100% e chi è al 100% trovi un modo per esserlo ancora di più!". Tommaso, più che col cartello che devo fare? ahah :)
L'arrivo in Piazza San Giovanni è surreale. Sono giunto, è vero, un po' tardi anche per il clou della manifestazione dei Radicali, e la Basilica si staglia maestosa e solitaria nell'imbrunire, circondata da tre file di transenne e da uno schieramento di carabinieri e polizia sorprendente. Abbiamo avuto il concerto corale più blindato e protetto del mondo. Ma era davvero necessario? Quanti soldi e forze buttati in nome di una mal intesa concezione della sicurezza e dell'ordine pubblico, che protegge i potenti e ingabbia persino la cultura e la gioia di un concerto.
Faccio il giro, costeggiando le transenne, per arrivare all'altro ingresso della Basilica e provare ad entrare. Lì trovo ancora la delegazione radicale ma è anche impossibile entrare: tutto transennato e protetto da un compatto cordone di poliziotti. Mi viene quasi da piangere per l'amarezza della sensazione, ma non rinuncio a tirare fuori i cartelli con le scritte GAY PRIDE e a farmi fare qualche bella foto con la maglietta del pride indosso. Seppur a livello simbolico, il PRIDE ieri è arrivato anche a San Giovanni dove non volevano arrivasse. Non potevo accettare che ci venisse negata una piazza, e prima di andare trovo anche modo di scambiare qualche parola con i poliziotti e i carabinieri schierati raccogliendo in complesso, persino solidarietà!
Be' la giornata è stata celebrata adesso non mi restava che correre al Qube per la festa finale di EUPHORIA e concludere in stanchezza la giornata!

venerdì 6 giugno 2008

ROMA PRIDE A SAN GIOVANNI E SAN PIETRO


Oggi, nel tardo pomeriggio il grande pullman turistico fucsia del Pride 2008 ha fatto un bel giro della città.
Naturalmente ci stavo, e quando il Pullman si è fermato davanti a Piazza San Pietro l'emozione è stata fortissima. Per la prima volta in Italia una anticipazione del Pride è arrivata così vicina al Vaticano, rispondendo di fatto alle tante offese e ai continui ostacoli che provengono da quei palazzi.
Non solo, l'autobus, pieno di volontari del Circolo Mario Mieli con fischietti e magliette del Pride, ha puntato su San Giovanni, riscattando in anticipo la piazza negata per l'arrivo della Parata. Anche lì l'emozione era palpabile sul bus e la gioia è esplosa incontenibile.
Nessun ostilità è stata registrata in tutto il percorso - anche Colosseo, via Cavour, Termini Piramide, i Lungotevere. Anzi la nostra colorata e festosa gioia e rabbia sono stati salutati con molto calore e affetto e diverse persone hanno addirittura deciso di unirsi a noi sul pullman.
Questa è la dimostrazione più evidente che persino i problemi di ordine pubblico e di incompatibilità sono più nella mente di certuni che nella realtà dei fatti! Tutto il tour è stato documentato con foto e da una troupe di sky TG24. Vi anticipo che le foto con la scritta Roma Pride e lo sfondo di San Pietro sono spettacolari e uniche* e appena diffuse faranno giustamente il giro del mondo!
I luoghi possono essere relativi rispetto alla sostanza dei diritti negati e delle discriminazioni subite, ma hanno comunque una forte carica simbolica, e anche questo anticipo di Pride attraverso Roma è stato un momento importante.

Scusate, questo è ORGOGLIO

Questore e Prefetto di Roma, dimettetevi

Da qualche giorno rifletto con rabbia crescente: Ma se un Questore (Marcello Fulvi) e un Prefetto (Carlo Mosca) dichiarano di non essere in grado di garantire la sicurezza di una manifestazione pacifica come il Pride, qualora questa si svolga in contemporanea a un concerto si musica sacra in una chiesa, che ci stanno a fare?
La loro richiesta di spostare il Pride, motivata con la sola ragione che un paese democratico e la nostra legislazione può accettare "ordine pubblico", suona alle orecchie di molti assolutamente pretestuosa, visto il contesto e considerando che se non ce lo avessero detto loro noi del concerto neanche avremmo saputo... Ma ancor più suona come una vera e propria dichiarazione di incapacità e una resa assoluta.
La Questura della Capitale che ha protetto i mega eventi giubilari, che garantisce la sicurezza delle istituzioni repubblicane, dei tanti Capi di Stato e di Governo in visita per i grandi summit, non sarebbe oggi in grado di consentire un ordinato flusso dei manifestanti in Piazza San Giovanni per la contemporaneità di un concerto di musica sacra nella Basilica? Non con delle semplici transenne che mantengano separati i due flussi o magari con un cordone di polizia (ricordate l'esercito multi forze schierato alla sapienza per proteggere la mancata visita del Papa dal "contatto" con gli studenti dei collettivi universitari?
Ricordo che sicurezza, parola oggi tanto abusata, vuol dire anche garanzia del regolare svolgimento della vita democratica e per i cittadini massima agibilità nella manifestazione dei diritti costituzionalmente garantiti.
Di fronte a una tale auto dichiarazione di incapacità a garantire insieme lo svolgimento regolare di una manifestazione per i diritti e un concerto credo che sarebbe atto di coerenza presentare immediatamente le proprie dimissioni.
Discorso ulteriore va fatto per il Prefetto Carlo Mosca, che ha accettato il ruolo di Commissario straordinario alla questione ROM (così come i prefetti di altre grandi città). Incredibile che nessuno si scandalizzi e protesti per questo tipo di gestione delle questioni legate alla sicurezza dei cittadini. Rom è il nome di un popolo, cosa penseremmo se avessimo un commissario straordinario alla questione ebraica o dei neri? Semplicemente di trovarci nella Germania nazista. Mai possibile che gli anticorpi democratici del nostro Paese si siano talmente anestetizzati da non renderci conto che si tratta della stessa medesima cosa?

giovedì 5 giugno 2008

RomaPride a Piazza Navona

Sembra finalmente sciolto l'enigma sulla piazza d'arrivo del RomaPride 2008: Piazza Navona.
A poche ore dalla marcia, dopo tante polemiche, molti malumori, grande rabbia e persino qualche depistante notizia che parlava di Piazza del Popolo, il Comunicato del Circolo Mario Mieli scioglie ogni dubbio.
Al di là di ogni commento continuo a ritenre che l'aver negato una Piazza (qualunque essa sia) per motivi inesistenti è un fatto grave per tuti non solo la comunità glbt italiana, ma per tutti i cittadini, un grave precedente e una pesante sconfitta, maturata in una generale disattenzone, e nella diffusa indifferenza.
Purtroppo la risposta sarà ancora una volta affidata a una grande colorata e pacifica risposta di popolo, ma vedo anche gli spazi di domocrazia restringersi sempre più. Non lo dico con scoramento ma con grande grandissima rabbia!
Di seuito il testo integrale.
Piazza Navona sarà la conclusione del RomaPride di
sabato 7 giugno.
Dopo l’incomprensibile divieto di arrivare in Piazza
San Giovanni, solo oggi, ad appena 48 ore dallo svolgimento della parata, è
stato sciolto con la Questura il nodo relativo alla piazza di arrivo del
corteo.
La partenza resta confermata da Piazza della
Repubblica con concentramento alle ore 15.00 e partenza alle ore
16.00.
Piazza Navona è una piazza storica di rivendicazioni che
hanno fatto la storia democratica del nostro Paese, come l’aborto, il divorzio e
la manifestazione contro la violenza sulle donne del 24 novembre 2007.
Naturalmente il diniego di Piazza San Giovanni pesa
ancora come un enorme macigno e una ferita aperta, ma confermiamo la volontà
testarda a sfilare orgogliosi e pacifici e invitiamo tutta la città a marciare
con noi.
Il Mario Mieli, organizzatore della manifestazione, ci tiene
a precisare che le voci sull’arrivo a Piazza del Popolo, riportate oggi a mezzo
stampa, sono sempre state prive di fondamento, in quanto nella piazza in
questione c’è un reale impedimento tecnico per la presenza di altra
manifestazione.
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Rossana Praitano

Caro Presidente, difenda la libertà di manifestazione!

In merito alla questione della Piazza San Giovanni negata, visto la gravità che attribuisco al fatto, come negazione di un pieno diritto non solo per la comunità glbt, ma davvero per tutti i cittadini italiani, con quel che implica per la tenuta dei diritti democratici del nostro Paese ho deciso di scrivere al Presidende della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Chiunque condivide queste idee e questi timori può e deve scrivergli, in modo da fargli percepire come questi sentimenti di umiliazione, indomita, unita alla consapevolezza del vulnus nei diritti costituzionali che si ta compiande siano diffusi.
Potete farlo QUI.
Se credete pote anche copiare o riadattare la mia lettera che riporto di seguito. Faccio presente che il sito impone un limite inderogabile di 5000 caratteri. Proprio per questo motivo ho dovuto tagliare riaggiustare una precedente lettera decisamente più lunga, ma credo che il senso complessivo delle mie richieste e del mio pensiero ne esca sufficientemente forte.

Egregio Presidente,
Sono un cittadino italiano, gay, sconcertato e umiliato
dalla decisione di vietare l’arrivo del RomaPride 2008 in Piazza di Porta San
Giovanni, per presunti problemi di sicurezza legati alla contemporaneità
dell’arrivo della manifestazione con l’inizio di un concerto all’interno della
Basilica di San Giovanni.
È un fatto molto grave, che a mio parere mette a
rischio la stessa tenuta democratica del Paese e costituisce un ulteriore passo
dell’Italia verso un clima di oppressione. Un concerto mette in dubbio la
libertà costituzionale di manifestare? Il Comitato di Sicurezza, la polizia, il
Governo possono attraverso opinabili valutazioni tecniche di sicurezza
ostacolare e impedire di fatto queste libertà civili? Non credo sia mai accaduto
in Italia che per un evento culturale, in uno spazio non pubblico e quindi non
sottoposto neanche a obbligo di dare comunicazione, si limiti così pesantemente
una libera manifestazione. Un precedente pericoloso (basterà organizzare
concerti all’interno di edifici per impedire una manifestazione all’esterno?)
che colpisce una comunità, quella GLBT, già vittima (e non certo causa) di
insicurezza, discriminazioni, aggressioni, violenze verbali e fisiche.
Questo fatto va a mettere Roma nel novero delle città omofobe e razziste,
come Mosca, Varsavia e i regimi repressivi del Mondo, dove i Pride sono impediti
o ostacolati dalla forza pubblica, e incrinerà ulteriormente l’immagine
internazionale del Paese.
Come cittadino, omosessuale, mi sento già
cittadino di seconda classe su molte questioni che in Italia rimangono ancora
irrisolte. Oggi mi sento anche non rappresentato dalle nostre istituzioni
democratiche e colpito profondamente nella mia dignità e anche nella sicurezza
proprio da quelle istituzioni come la Polizia, la Questura, il Governo, che
invece dovrebbero difenderle e tutelarle. Sono forse queste ostili a una parte
dei cittadini italiani? Ci sono state pressioni omofobe da parte di forze
politiche o straniere (vaticane). Del resto quando le decisioni appaiono
vessatorie e immotivate i sospetti si insinuano ed è difficile frenarli.
Temo che questo senso di mancanza di rappresentanza, di estraneità e
ostilità delle istituzioni si stia diffondendo in una comunità di cittadine e
cittadini sempre più ampia. Ancor più grave quando non si può aver fiducia nelle
istituzioni, che mascherano decisioni politiche ostili ed oppressive dietro veli
di esigenze tecniche, mal motivate. Decisioni che, lungi dal impedire problemi
di ordine pubblico e di sicurezza, li creano, li inventano, li generano,
esasperando una minoranza vessata, immaginando contrapposizioni, originando
frustrazione, rabbia, umiliazione. Una vera follia, politicamente,
giuridicamente e tecnicamente, voler creare tensione su una manifestazione, il
Pride, sempre pacifica e gestibile per le forze dell’ordine.
L’Italia
rischia di scivolare nell’inciviltà, nel non rispetto dei diversi e delle
diversità, nella violenza politica e civile, nell’oppressione, nella limitazione
delle libertà fondamentali. Rischio aggravato dall’incredibile afasia
dell’opposizione politica su provvedimenti che fino a qualche mese fa erano
addirittura inimmaginabili. Mentre persino le reazioni civili a questo clima
paiono deboli, isolate o assenti.
Io Le scrivo in quanto Lei è
rappresentante di tutti gli italiani, anche di quelli discriminati come noi, e
come garante dei diritti costituzionali, compreso quello di manifestazione oggi
sotto attacco. Le chiedo di prendere urgentemente posizione sulla questione e di
chiedere alle autorità competenti di riconsiderare questa scelta “sconsiderata”.
Pur a fronte di una disattenzione dei media e dell’opinione pubblica credo
sia Suo dovere ergersi a difesa di quei diritti che sono la base della
democrazia e della convivenza pacifica. Questo è quello che molti si aspettano
dal Presidente della Repubblica. Un’omissione, soprattutto se i pericoli che
pavento non dovessero rivelarsi timori eccessivi, costituirebbe una ferita nel
Suo ruolo e dei Suoi precisi doveri e neanche Ella potrà dire “io non sapevo”.
Mi rendo conto della rabbia e del risentimento che traspira dalle mie righe,
come anche della forza dei timori che esprimo, e non posso negarLe che a
spingermi a scrivere sono proprio questi sentimenti, uniti al forte rispetto per
Lei e l’importante e alto ruolo che ricopre. Sono profondamente convinto,
infatti, che i cittadini devono vivere con vicinanza le istituzioni, motivando
anche i malesseri profondi. Proprio per questo mi rivolgo a Lei come ad un
Padre, sperando che sappia comprendere che, anche laddove le mie affermazioni
possano sembrare eccessive, a ragione della passione che metto nelle cose che
faccio e in cui credo, queste si ammantano ancora di una grande speranza e di
una fiducia nelle capacità del nostro popolo e di chi lo rappresenta al massimo
livello di reagire e di ritrovare un senso profondo di comunità, unità e
speranza nel futuro.
Cordiali Saluti,
Andrea Maccarrone.

NEGATA DEFINITIVAMENTE PIAZZA SAN GIOVANNI AL ROMA PRIDE! ovvero la favola del Lupo e dell'Agnello

La decisione che sembra definitiva da parte della Questura, della Prefettura e delle varie istituzioni di negare l'arrivo del Pride a Piazza San Giovanni è di una gravità incredibile anche se forse non a tutti percepibile in modo lampante.
Dietro scuse tecniche, come l'incrociarsi di orari per l'arrivo della manifestazione in piazza e l'inizio di un concerto corale dentro la Basilica di San Giovanni, sembrano celarsi ben altre considerazioni di natura decisamente discriminatoria proprio verso la manifestazione del Pride, verso "i froci" che vogliono ancora arrivare nella "sacra piazza".
In particolare se la decisione finale è stata presa dal Comitato di Sicurezza, come sembra, la responsabilità ricade direttamente sul Governo, proprio il nuovo governo Berlusconi che ha fatto della sicurezza appunto le sua bandiera, adatta a coprire e nascondere un po' tutto, razzismo, xenofobia, omofobia. Lo stesso Governo in cui la Ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna ha detto che in Italia non esistono discriminazione per la popolazione gay, lesbica e transessuale si fa attivamente agente di discriminazione (forse per dare un po' di lavoro alla superficiale collega?).
Negare una piazza ad una manifestazione per la banale ragione che in una chiesa prospiciente si svolge un coro è una decisione senza precedenti, che personalmente giudico illegittima, che oggi colpisce il Pride, ma va a costituire un precedente grave per la salute democratica del Paese e insieme un termometro del pericoloso clima sociale, politico e civile che stiamo vivendo.
Per questo credo, con forte rammarico, che noi non abbiamo fatto abbastanza per tenere la posizione. Condivido la posizione espressa nel Comunicato del Circolo Mario Mieli, in molti punti, ma non nella decisione (per quanto obbligata) di di scegliere e indicare un altro percorso. Questa infatti costituisce l'accettazione umiliante di un sopruso e in tutta sincerità non mi sembra che abbiamo fatto abbastanza per difendere le nostre ragioni.
Sembra la favola del lupo e dell'agnello. A nostro favore ci stava soltanto la ragione, ma nessuna iniziativa forte e decisa a difenderla: perché mai la Questura e il Prefetto avrebbero dovuto recedere da una posizione, per quanto pretestuosa, se a difenderla non c'erano che scarni comunicati di una piccola associazione romana e nessuna protesta, nessuna attenzione forte dei media e dell'opinione pubblica, nessuna sollevazione civile, nessun caso politico?
Accettare che una piazza ci venga negata di fatto perché siamo "froci" è veramente la negazione dell'orgoglio per cui dovremmo manifestare, una sconfitta (anche se in cambio ci avessero offerto Piazza San Pietro) che paghiamo e pagheremo in futuro con altri dinieghi, altre umiliazioni.
Per questo non verrò ad un Pride umiliato, o forse verrò solo alla partenza ma non andrò fino all'arrivo. Per protesta, anche contro me stesso!
Per concludere dico che condivido alla lettera quanto scrive Elfobruno sull'argomento, salvo forse alcuni troppo poco generosi riferimenti personali, e riporto in calce per intero il comunicato del Circolo Mario Mieli.
4 giugno
NO DEFINITIVO A SAN GIOVANNI
Si è svolto stasera in Prefettura un incontro tra il Prefetto
di Roma e Rossana Praitano, Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario
Mieli, organizzatore del RomaPride 2008, alla presenza del Deputato Anna Paola
Concia, di Sergio Rovasio dei Radicali e di Saverio Aversa di Rifondazione
Comunista.Il Prefetto ha comunicato alla delegazione l’impossibilità di far
arrivare il corteo del 7 Giugno in Piazza San Giovanni, decisa dal Comitato di
Sicurezza che si è riunito oggi.
Il Mario Mieli si dichiara stupefatto perché la
decisione è del tutto priva di buonsenso.
Testardamente abbiamo combattuto fino alla fine;
siamo stati sconfitti dalla cecità di chi non ha compreso la gravità etica e
politica di negare una piazza per motivi risibili.
Testardamente il RomaPride si svolgerà ugualmente e in
maniera pacifica, perché così è nella sua natura. Studieremo il percorso
alternativo da presentare domani alla Questura.
Riteniamo sconcertante l’accaduto perché è un’offesa per
tutta la comunità lgbt ed una ferita inferta alla dmocrazia. Proprio per
questo, oltre che per le giuste rivendicazioni di piena cittadinanza di gay,
lesbiche, bisessuali e trans, chiediamo a tutte/i di partecipare in massa
all’evento del 7 giugno per dimostrare solidarietà e dire no a questa
ingiustizia.
Presidente Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli