Tanto tuonò, che piovve, ma per fortuna non in senso letterale nonostante le pessime previsioni del tempo.
Ieri, finalmente una moltitudine colorata e immensa di persone si è data appuntamento per il RomaPRIDE, la manifestazione dell'orgoglio gay lesbico bisex trans, che non ha smentito se stessa nei colori e nelle attese. Quella moltitudine enorme di persone, superiore pesino alle speranze più rosee e a qualsiasi precedente di "semplice" Pride romano, mezzo milione, 200.000 (10.000 secondo un ridicolo conto della questura che rimanderei a scuola di matematica) ha riempito le strade del centro della città di orgoglio, gioia, colori, energia, satira, rivendicazioni, rabbia, coraggio, emozione, forza, passione, identità, allegria, ironia, politica, sentimenti, amore. Al grido unisono di TESTARDAMENTE PARITA' DIGNITÀ' LAICITÀ'! Naturalmente accompagnato dalla immancabile colonna sonora pop e dal inno oggi vero più che mai di "Tutta mia la città".
La giornata inizia nel peggiore dei modi con la notizia dell'ennesima aggressione di due ragazzi omosessuali a Napoli, malmenati e mandati in ospedale da 10 teppisti nella Circumvesuviana presso, Portici.
Questa ennesima brutta notizia non può che accrescere ancora di più il valore della
manifestazione e la voglia di esserci comunque nonostante la frustrazione degli ostacoli e delle piazze negate. Del resto
quelle piazze ce le siamo anche in parte riprese dal pomeriggio precedente e il desiderio di essere come sempre tutti uniti nella nostra giornata di lotta e di festa è
irrefrenabile. il Desiderio di sentire l'energia di quel senso di comunità che davvero da un significato al nostro impegno e anche alla fatica.
Il mio pride personale inizia al mattino con la preparazione di alcuni cartelli da utilizzare in seguito (vedrete poi come), e poi prosegue sul bus che mi porta verso Piazza della Repubblica, sul quale ho già indosso la maglietta del RomaPride e una splendida girandola arcobaleno e dove tante sono le ragazze e i ragazzi che come me stanno affluendo verso l'appuntamento di partenza: Una donna al telefono spiega di essere venuta apposta da Reggio Emilia per manifestare, altre due ragazze stanno mano nella mano con due cagnolini in braccio e mi sorridono in segno di intesa.
Piazza della Repubblica, al mio arrivo, è sorprendente,
già stracolma come non mai alla partenza, già carica di quella energia che di lì a poco si sarebbe riversata per il centro attraversandolo nel suo cuore e animandolo, vero antidoto pacifico alla violenza xenofoba e all'odio che sembra dilagare negli ultimi mesi. Incontro tanti volti conosciuti e amici, alcuni che non vedo da tempo, mi unisco a tutti
volontari del Mario Mieli che si stanno schierando allegri con le bandiere accanto al pullman del coordinamento e faccio un giro
perlustrativo della piazza per rendermi conto di quanti siamo. Tantissimi.
Poi la partenza con lo striscione, Termini, Via Cavour, la folla che si aggrega e si unisce, i sorrisi, la festa e l'emozione che cresce per la consapevolezza di avercela tutti insieme fatta ancora una volta, di essere uno su un milione, parte di questo grade evento che è il nostro pride e di dare così il piccolo contributo che fa un successo palpabile.
Belissima la gioia di rivedere
Claudio e Manlio con le loro due gemelline, record di precocità al loro primissimo
pride,
wow! Poi, a proposito di figli, lo spezzone delle
Famiglie Arcobaleno con le carrozzine e la gioia di mamme e papà che sfilano orgogliosi con i loro figli: semplicemente straordinario. Proprio in quel frangente ritrovo anche il caro
Sciltian, di rientro in Italia dal Canada in occasione della nostra stagione dei Pride. Provo a percorrere indietro il corteo per vedere i carri, ma la folla fitta fitta e la lunghezza del
percorso mi fa desistere e
preferisco tornare verso
l'osservatorio privilegiato della cima del Pullman del coordinamento, che raggiungo verso la fine di via Cavour.
Il colpo d'occhio è indescrivibile, dietro una coda di cui non si vede la fine, compatta invada strade e marciapiedi senza soluzione di continuità straripando ovunque, davanti, ad attendere il
pride, ci stanno due ali gioiose e e folte di folla festante, un vero abbraccio di Roma tutta, in questa che è
una festa non solo per noi gay lesbiche
bisex e trans ma davvero
per tutti coloro che hanno speranza e credono ancora nella democrazia, nella laicità, nella libertà, nel futuro, nella convivenza e nella ricchezza delle diversità. Questa sensazione è accresciuta dagli sguardi rapiti e sognanti anche di chi ai
balconi e alle
finestre, o a borda strada, spesso anziane o anziani, ci osserva ammirato e
gioioso e non si trattiene dal salutarci dal farci percepire il suo
sostegno e la sua vicinanza.
Il passaggio, anche simbolicamente forte, sotto il Campidoglio e l'Altare della Patria è contornato da pletorici schieramenti di cordoni di forze lungo il monumento a Vittorio Emanuele e di camionette corazzate verso Ara Coeli e le scalinate del Campidoglio... Davvero temevano che qualcuno volesse filarsi di pezza Alemanno? Abbiamo altro da fare e da pensare... E infatti il corteo prosegue ancora su via delle Botteghe Oscure e poi Corso Vittorio Emanuele. Qui giunti i carri devono proseguire diritti e andare via mentre la folla viene incanalata verso i vicoletti che portano a Piazza Navona, stazione d'arrivo del Pride dopo l'assurdo divieto di Piazza San Giovanni.
già entrando l'effetto visivo di una Piazza Navona piena come non mai è impressionante, ancora di più quando ho modo di riammirarla dalla cima del pullman del coordinamento che sta per fungere da palco per i dicorsi finali. Da lì non si può che strabuzzare gli occhi di fronte a una massa di teste che la riempiono in ogni ordine di posti. Alla fine Piazza Navona NON è stata insufficiente, nonostante, a causa della strozzatura dell'ingresso, molti partecipanti al corteo non siano neppure entrati.
Anche quest'anno l'attenzione e la partecipazione (con canti, applausi, assenzi,
risatie vocii, e con un'attenzione unica) ai discorsi è stata incredibile: molto belli e applauditi gli
interventi di
Rossana Praitano - emozionatissima - di
Franco Grillini,
Titti de Simone e
Vladimir Luxuria (che ha
puntato anche sul sarcasmo) decisamente emozionanti e
appassionati gli interventi di
Tommaso Giartosio (
Famiglie Arcobaleno) e
Ettore (
AGEDO, Associazione dei Genitori e Amici di Omosessuali) che ha voluto accanto il figlio
Pasquale (il nostro
dj Paskal). Le sue parole e il loro abbraccio mi hanno commosso alle lacrime! E hanno anche scatenato una vera ovazione della piazza. Molto forti e politici anche gli interventi di
Giuseppe Pecce, maestro del
Rainbow Choir, e di
Elena Biagini, per
Facciamo Breccia, che ha ribadito l'
importanza della laicità e dell'
antifascismo e annunciato
la manifestazione dimostrativa di alcuni di loro (di noi) in Piazza San Pietro. Sempre appassionata e sferzante
Sara Crescimone (
Open Mind) che ha invitato all'immancabile
Catania Pride (a cui non mancherò) del prossimo
5 luglio, accompagnata da un
valletto d'eccezioneFavolosa come sempre la conduzione della Karl du Pigné, con il suo leit motiv decidato alla surreale Ministro Mara Carfagna: "Patrocinio della Carfagnaaa?" "VAFFANCULOO"
Mentre la folla defluisce per me il Pride non è ancora finito. Come promesso, infatti, intendo recarmi comunque a Piazza San Giovanni con i miei cartelli preparati in mattinata e provare anche ad entrare nella Basilica. Mi incammino dunque verso piazza Venezia dove intendo prendere l'autobus per piazza della Repubblica (di lì metro A fino a San Giovanni).
In via del Plebiscito, davanti alla "residenza romana" di Berlusconi, decido di cacciare uno dei cartelli con scritto "GAY" e passo così davanti allo schieramento di polizia. i poliziotti si danno di gomito "guarda, guarda", poi uno sbotta "Aho guarda quello, e c'era pure bisogno de scrivello?" non riesco a trattenermi dal ridere, con quel cartello, nei commenti della gente in Piazza Venezia e sul bus, continuo ancora la giornata del pride; è molto particolare come sensazione e mi sembra di dare una prima risposta a Tommaso Giarotosio che poco prima dal palco invocava più visibilità per tutti noi: "chi lo è al 25% lo sia al 50%, chi al 50% al 75%, chi al 75% al 100% e chi è al 100% trovi un modo per esserlo ancora di più!". Tommaso, più che col cartello che devo fare? ahah :)
L'arrivo in Piazza San Giovanni è surreale. Sono giunto, è vero, un po' tardi anche per il clou della manifestazione dei Radicali, e la Basilica si staglia maestosa e solitaria nell'imbrunire, circondata da tre file di transenne e da uno schieramento di carabinieri e polizia sorprendente. Abbiamo avuto il concerto corale più blindato e protetto del mondo. Ma era davvero necessario? Quanti soldi e forze buttati in nome di una mal intesa concezione della sicurezza e dell'ordine pubblico, che protegge i potenti e ingabbia persino la cultura e la gioia di un concerto.
Faccio il giro, costeggiando le transenne, per arrivare all'altro ingresso della Basilica e provare ad entrare. Lì trovo ancora la delegazione radicale ma è anche impossibile entrare: tutto transennato e protetto da un compatto cordone di poliziotti. Mi viene quasi da piangere per l'amarezza della sensazione, ma non rinuncio a tirare fuori i cartelli con le scritte GAY PRIDE e a farmi fare qualche bella foto con la maglietta del pride indosso. Seppur a livello simbolico, il PRIDE ieri è arrivato anche a San Giovanni dove non volevano arrivasse. Non potevo accettare che ci venisse negata una piazza, e prima di andare trovo anche modo di scambiare qualche parola con i poliziotti e i carabinieri schierati raccogliendo in complesso, persino solidarietà!
Be' la giornata è stata celebrata adesso non mi restava che correre al Qube per la festa finale di EUPHORIA e concludere in stanchezza la giornata!