lunedì 17 dicembre 2007

Roma: Manifestazione per la Unioni Civili

Oggi finalmente si vota al Consiglio Comunale di Roma sulla proposta per l'istituzione di un Registro delle Unioni civili a Roma.

Nonostante l'impeno di tutti ni nella raccolta delle firme e nel sostenere un dialogo costruttivo per ottenere il risultato prefissato le prospettive sono negative, visto l'orientamente decisamente contrario del sindaco Veltroni e dei consiglieri del Partito Democratico.
Per questo è importante la nostra presenza numerosa in piazza a sostegno della delibera e per marcare l'attenzione a questa tematica.
La probabile bocciatura sancirebbe a Roma la vittoria delle veline vaticane e la morte della laicità.


Tutti al Campidoglio


Alla luce degli impegni presi con la città, lunedì 17 dicembre 2007 le proposte di delibera comunale per l’istituzione del Registro delle Unioni Civili arrivano finalmente in Consiglio Comunale.Come esponenti della Roma laica siamo convinti che occorra ampliare la sfera dei diritti e gli spazi di libertà e di pari opportunità per tutte e per tutti. Affinché il governo della città non subisca le pressioni che giungono da oltretevere e sia coerente con il programma elettorale con il quale è stato eletto il Sindaco Veltroni, chiediamo a tutta la cittadinanza di partecipare alla

MANIFESTAZIONE A SOSTEGNO DELLA DELIBERA PER IL REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI


lunedì 17 dicembre 2007, dalle ore 16.00 in piazza del Campidoglio

Promuovono: i capigruppo al Consiglio Comunale di Roma Adriana Spera (Prc-Se), Fabio Nobile (Pdci), Roberto Giulioli (SD), Nando Bonessio (Verdi), Gianluca Quadrana (PS), Arcigay Roma, Arcilesbica Roma, Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”, AFFI - Casa Internazionale delle Donne, DI GAY PROJECT, Rete Femminista Sinistra Europea, UAAR, Gruppo Pesce Roma, Associazioni Radicali Roma, Rosa Arcobaleno, Movimenti - Rete per una Cultura Indipendente e Sostenibile, Forum delle Donne PRC, SOS Razzismo Italia, Comitato 1°Maggio, Sinistra 19, Democrazia Laica, Associazione Libera Uscita, No God, Altre Vie, www.resistenzalaica.it, UDU Roma, FGS Roma, Forum delle Donne Socialiste, le Federazioni romane di PRC, PdCI, Verdi e SD.

lunedì 10 dicembre 2007

Discriminata

«Sono io la vittima del sistema, sono gli omosessuali a discriminare me». con queste semplici parole dette al quotidiano Libero la povera senatrice Binetti denuncia la discriminazione ad opera degli omosessuali inviperiti per il suo innoccente voto di "coscienza" sulla norma antiomofobia.

Confidiamo che la sua abitudine a sofferenze e penitenze ben più gravi la aiutino a sopportare ancora questo fardello perché temo che, noi "binettofobi" continueremo a contestare le sue posizioni politiche integraliste e allineate agli ordini vaticani e a considerarle non degne non solo di un partito ma neanche di un Paese democratico.
Noi crudeli illiberali continueremo a lottare perché anche in Italia tutti i cittadini abbiano pari doveri e pari diritti, pari dignità e pari rispetto e continueremo a pensare che chi incita all'odio e alla violenza, chi insulta altre persone (non solo altri cittadini) per il loro modo di essere e per le loro libere scelte individuali e sociali, chi pretende di dettare a tutta la società la propria morale e di imporre agli altri le proprie visioni, le proprie scelte e le proprie scale di valori non curante delle crescenti aspettative di una piena cittadinanza debba stare fuori dalle istituzioni di un paese civile e debba essere punito per il danno sociale che arreca a tutte e tutti noi, non solo omosessuali e transessuali.

Se sostengo che un cattolico è inferiore perché sottomette la sua ragione ad acritiche autorità irrazionali, che compie pratiche innaturali come i digiuni e l'uso del cilicio e che per questo devono essere relegati ai margini della società, esclusi, devono nascondersi, non deve essere concesso loro l'accesso ad alcuni istituti giuridici, compio un atto di libertà di pensiero (forse) ma sicuramente non un atto liberale perché discrimino, insulto, incito a odio e violenza nei confronti di un gruppo, indistintamente in quanto tale. Come tale è giusto che io per questo venga punito e venga messo in condizione di non nuocere ingiustamente ad altri. Questo è il medesimo principio che si vuole estendere anche alla discriminazione nei confronti di persone omosessuali e transessuali, ed è una elementare legge di civile convivenza e di rispetto per le diversità, in particolare per quelle che storicamente sono state oggetto di discriminazione o scusa per discriminare.
Con il suo NO al Senato la cara Binetti compie un atto, non di coscienza (tutti i cattolici che conoscono non vedono perché non si debbano tutelare le persone impedendo che vengano discriminate) ma di fedeltà politica ai suoi mandanti vaticani e un atto di egoismo che le consenta di continuare a insultarci e discriminarci impunemente!
In chiusura vorrei però rassicurarla nessuno tra gli omosessuali la discrimina in quanto cattolica (la stessa solfa ripetuta dal povero Buttiglione ai tempi della farsa sulla Commissione Europea) né in quanto Binetti. Noi ci limitiamo a criticare le sue idee e le sue posizioni politiche, a ritenerle integraliste e incompatibili con un partito e un governo di centrosinistra (e il suo voto al Senato fa chiarezza in proposito), nonché incompatibili con le istituzioni di un paese democratico e con le regole della civiltà. Quel che ci auguriamo è che anche lei ne prenda atto. Oltrettutto Noi tutti, come cittadini elettori, abbiamo non solo il diritto ma persino il dovere di valutare i nostri rappresentanti (qualcuno dice i notri dipendenti) in base alle loro scelte politiche e alle posizioni espresse e in base a queste decidere il nsotro orientamento e il nostro voto.
Allo stesso tempo mi scuso per le sofferenze umane che le provoca il sentirsi discriminata, magari la aiuterà a capire cosa si prova ad esserlo, per di più da sempre per quel che si è e senza capirne neppure le vere ragioni!

venerdì 7 dicembre 2007

Antiomofobia dalla finestra

La tanto attesa norma antiomofobia è passata ieri al Senato con l'approvazione della questione di fiducia sul Decreto Sicurezza varato dal governo a seguito dell'omicidio Reggiani.
La formulazione scelta, criptica come non mai, in quanto riconoscendo l'impossibilità tutta italiana di chiamare le cose con il loro nome e cognome, si rifà a un articolo dei trattati dell'Unione europea, che include appunto tra le cause di non discriminazione anche l'orientamento sessuale (ma non l'identità di genere).
Ma a quanto pare neanche il principio "umanitario" e democratico che prevede di non discriminare persone e cittadini per le loro condizioni sociali, umane e personali, ivi incluso l'orientamento sessuale va giù agli integralisti cattolici e così sul decreto sono piovuti gli strali infuocati di Rocco Buttiglione (ricordate che doveva essere commissario europeo ai diritti umani? ancora ci ridono dietro da tutto il mondo) che teme che per questa via si voglia imporre uno stop agli insulti cattolici contro gli omosessuali, e naturalmente la ferma opposizione di Mastella e dei Teodem del Partito Democratico al Senato. Nonostante dica di voler tutelare i diritti individuali e nonostante fosse in gioco la fiducia sul Governo la senatrice Paola Binetti vota contro, gli altri Teodem si fanno strappare il voto favorevole solo con la promessa che la norma venga definitivamente cancellata alla Camera e lo stesso ministro Mastella ci tiene a sottolineare che se non si torna subito indietro il Governo non avrà più la fiducia!
Insomma il primo timido tentativo di introdurre una norma antiomofobia in Italia sembra destinato a chiudersi in un fallimento prima ancora di nascere e non promette bene neanche per lo stralcio su stalking e omofobia, appunto in discussione alla commissione giustizia della Camera.
Del resto come pretendere che la senatrice Binetti voti contro se stessa? Se questa stessa legge fosse stata in vigore in Italia forse dopo le sue affermazioni sull'omosessualità contro natura pronunciate in diretta TV oggi starebbe a rinfrescarsi le idee a Regina Coeli (che il nome la ispiri) invece che a votare al Senato pagata da noi!
Ultima domanda come mai il leader del PD, Veltroni non interviene per compattare il suo partito almeno sui più elementari principi di civile convivenza?

giovedì 6 dicembre 2007

PD = ?

Il PD si appresta a bocciare al Consiglio Comunale di Roma la delibera di iniziativa popolare per il registro delle unione civili dimostrando in questo modo l'alta considerazione che ha dei cittadini che hanno sottoscritto la proposta, la sua incapacità di assumere decisioni avanzate e coraggiose riguardo i diritti e non solo, la sua retorica e ispirazione integralista e antidemocratica, assolutamente subalterna al Vaticano.
Si rende necessario preparare i cartelli con i quali accogliere i loro vari leader e manifestare il nostro sconcerto dovunque a Roma e nel resto d'Italia se ne presenti l'occasione, mi piacerebbe che lo sconcerto fosse tale da mobilitare una guerriglia di proteste spontanee e diffuse alimentate dalla fantasia e dalla rabbia di tutti noi stanchi e disgustati da questa politica che mangia sulle nostre teste e calpesta la nostra vita..

Parlando con alcuni amici e cominciando a ragionarci su ho cominciato a raccogliere varie "esplicitazioni" utili di PD da scrivere sui cartelli. Ne riporto di seguito qualcuna, ma mi piacerebbe iniziare un gioco collettivo nei commenti e nei vostri blog potete (vi invito a farlo)continuarlo e aiutarci in modo che le idee più brillanti e originali possano davvero finire sui nostri cartelli, manifesti, striscioni etc! Già mi diverto all'idea.
PD =
Preti a Domicilio
Politica Distante
Pseudo Democristiani
Pentiti Dementi
Pura Demagogia
Partito Democretino
Pagliacci Dalemiani
Puri Discorsi
Puerili Discorsi
Patto Diabolico
Portieri Dinotte
Pensieri D'annata
Post Democratici
Panettone Dauli
Partito Demmer
Partito di Destra
Peste e Diarrea
Partitocrazia Dispotica
Partenza Disastrosa
Progetti Desolanti
Pochi Diritti

... Adesso tocca a voi fatevi sotto!

GIUSTIZIATO IL GIOVANE GAY MAKWAN

Riporto per intero il comunicato diramato dal gruppo EveryOne in merito alla terribile esecuzione del giovane iraniano! Non ci sono aprole per esprimere dolore e sconcerto.
GRUPPO EVERYONE: “DA UN CRIMINE DI STATO NASCE UN SIMBOLO MONDIALE CONTRO L’OMOFOBIA”

MENTRE CONTINUA LA CAMPAGNA DEI CUORI LANCIATA DAL GRUPPO EVERYONE PER IMPEDIRE L’ASSASSINIO DEL VENTUNENNE IRANIANO MAKWAN MOLOUDZADEH, GIUNGE DA TEHERAN LA NOTIZIA DELLA SUA ESECUZIONE, AVVENUTA IERI MATTINA, SENZA CHE NEMMENO L’AVVOCATO E I FAMILIARI VENISSERO AVVERTITI

Makwan Moloudzadeh aveva ventun anni ed è stato assassinato dai suoi aguzzini all’interno del carcere di Kermanshah, dov’era detenuto, in seguito alla condanna a morte per “lavat” (sodomia). Il ragazzo, secondo l’autorità giudiziaria iraniana, era infatti “colpevole” di aver amato un coetaneo all’età di 13 anni e di aver avuto con lui rapporti sessuali. L’esecuzione è avvenuta nel carcere succitato, nell’ovest dell’Iran, alle 5 del mattino (ora iraniana) di ieri 5 dicembre 2007, nel più totale silenzio di stampa, istituzioni e associazioni. Nemmeno l’avvocato, il padre e lo zio di Makwan – con cui il Gruppo EveryOne, che nelle ultime ore si era mobilitato a livello internazionale con la “campagna dei cuori” per la vita del giovane, è in stretto contatto – erano stati informati.
“Apprendiamo con immenso dolore la notizia” commentano i leader di EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Continuano ad arrivare centinaia di mail al minuto da tutto il mondo di sostegno alla campagna per Makwan, da parte di politici, attivisti e semplici cittadini, mentre la notizia della sua morte lascia incredulo il mondo, perché pochi giorni fa il ministro della Giustizia iraniano, l'Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi, aveva sospeso la condanna, manifestando l'intenzione di concedere la grazia”.
Il Gruppo EveryOne ricorderà Makwan e il suo martirio con un premio annuale ricorrente che verrà donato a chi si contraddistinguerà nella lotta a favore dei diritti umani e contro l’omofobia. Il Premio Makwan Moloudzadeh 2007 viene assegnato a Glenys Robinson, cittadina del Regno Unito che vive in Italia e che ha dimostrato particolari sensibilità e coraggio e ha cooperato in modo determinante per la liberazione di Pegah Emambakhsh. Da allora Glenys fa parte del Gruppo EveryOne e si impegna con ogni energia per i diritti umani.
Deve sollevarsi una ferma protesta a livello internazionale che imputi ad Amadinejad e al suo Governo una condanna per crimini contro l’umanità” concludono i leader del Gruppo EveryOne “ma prima ancora deve nascere una potente rete mondiale che sia preparata a denunciare casi simili a questo intraprendendo azioni immediate che possano fermare le esecuzioni. Anche i Paesi democratici devono farsi un esame di coscienza e comprendere che la lotta contro l'omofobia inizia con il riconoscimento paritario delle unioni omosessuali, perché senza questo diritto fondamentale i gay e le lesbiche sono condannati all'emarginazione”.
Per il Gruppo EveryOne: Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Ahmad Rafat, Glenys Robinson, Arsham Parsi, Christos Papaioannou, Steed Gamero, Fabio Patronelli, Laura Todisco, Alessandro Matta

martedì 4 dicembre 2007

De Giorgi peggio di D'Alema. Vergogna!

Non bastavano gli attacchi concentrici dall'esterno: Veltroni ricevuto da Bertone che tenta di affossare il registro delle unioni civili a Roma, la solita senatrice Binetti che pensa di stare ai tempi dello Stato della Chiesa di Pio IX. D'Alema sulla via di Damasco che confonde matrimonio civile e religioso, mistifica sulla costituzione e democristianamente assomiglia sempre più alla parodia di se stesso.
Adesso a sparare sui nostri diritti ci pensano anche dei visibili (e risibili) esponenti del movimento.
Ecco quanto dichiara Alessio De Giorgi, gay toscano eletto all'assemblea nazionale del partito democratico e noto soprattutto per essere proprietario di gay.it
Dimostrando ancora una volta (il caso degli immigrati rumeni e non solo trattato sul portale gay in modo a dir poco razzista aveva già fatto balenare non pochi dubbi) la sua totale impreparazione culturale ad affrontare le tematiche dei diritti e l'appiattimento su posizioni sempre più integraliste e conservatrici.

"Di fronte alle dichiarazioni di Massimo D'Alema oggi sulla stampa leggo di reazioni scomposte nel movimento gay. Anche di persone che appartengono al mio stesso partito, come Sergio Lo Giudice, ex presidente nazionale di Arcigay ed oggi componente con me dell'Assemblea Nazionale del PD. Lo Giudice invita D'Alema a guardare alle democrazie europee e non a Teheran, come se tra la soluzione spagnola del matrimonio gay e le condanne a morte per omosessualità del regime iraniano non ci fossero mille sfumature di grigio: quelle del PACS francese, ad esempio, o della soluzione tedesca, o di tanti altri paesi che per il momento non se la sono sentita di optare per la piena parità giuridica delle coppie omosessuali. Credo che la posizione del vicepremier sia invece assolutamente condivisibile: oggi l'Italia non è pronta per il "matrimonio gay" e spingere in quella direzione, anche dall'interno del Partito Democratico, allontana solamente le soluzioni più ragionevoli dei DICO o dei CUS, perché radicalizza le posizioni. Di tutto abbiamo bisogno, fuorchè che trionfi il massimalismo nel movimento gay e lesbico e che questo trovi pure cassa di risonanza nel Partito Democratico."
A De Giorgi voglio ricordare che le posizioni massimaliste del movimento GLBT sono soltanto chiare e inequivocabili richieste di diritti ed uguaglianza, espresse con nettezza e compattezza solo da un anno a seguito dell'evidente fallimento del programma del centro-sinistra e persino della sua annacquatissima proposta di legge sui DICO.
Decenni di moderazione e di subalternità di Arcigay e di Gayleft non hanno portato a nulla, come dimostrano le affermazioni di D'Alema, che in un attimo calpestando gli omosessuali rinnega tutta la sua storia e la storia del nostro paese dimostrando di non conoscere nemmeno la costituzione, di non saper distinguere tra matrimonio religioso e civile e non capendo che la logica conseguenza di quello che dice è la cancellazione del nuovo diritto di famiglia, incluso divorzio, per non parlare dell'aborto che sicuramente offende ancora di più il sentimento religioso di alcuni cattolici) e di tutte quelle conquiste civili e di libertà che sono l'ultimo lascito del '68.
Se il prodotto di questa innegabile vicinanza e del lavoro di tanti omosessuali all'interno dei DS sono stati i catto-integralisti da avanspettacolo Veltroni e D'Alema evidentemente la moderazione non ha pagato e credo che molti autorevoli fautori di questa scelta dovrebbero quanto meno ammettere i propri errori (e dimettersi dalle varie cariche ricoperte) quando non riconoscere di avere venduto la causa del movimento alle ragioni politiche di un partito e di una carriera.
Mi riferisco anche al deputato Franco Grillini, oggi emigrato nel Partito Socialista ma eletto nelle fila DS, a Sergio Lo Giudice, presidente in pectore della commissione glbt presso il Ministero delle Pari Opportunità, alla ineffabile Paola Concia, che ancora ieri difendeva la posizione di Veltroni attaccando il movimento glbt romano sul registro delle unioni civili dalle pagine di La Repubblica (non solo non da una mano ma fa apparire il movimento diviso? grazie Concia!), ad Andrea Benedino che si straccia oggi le vesti per le parole del ministro degli esteri rivelando d'un colpo tutta la sua ininfluenza sulle posizioni del suo partito e dei suoi leader più riconoscibili...
Quanto al caro De Giorgi francamente farebbe meglio a ritornare a fare l'imprenditore a tempo pieno lasciando perdere le questioni di diritti per cui non ha alcuna preparazione. Di unBerlusconi in salsa gaya non sentivamo certo il bisogno!
Ma visto che ha voluto mischiare le cose forse si dovrebbe assumere le responsabilità di quel che dice, scrive e fa.
Quindi voglio lanciare una CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO DI GAY.IT e dei suoi inserzionisti: Non visitare più il sito gay.it, i suoi accessori tipo me2, non rinnovare abbonamenti, non cliccare sui banner pubblicitari e non acquistare i prodotti segnalati. Forse se al ricco de Giorgi non interessano diritti e dignità potrebbe interessare l'allegerimento delle sue tasche!