giovedì 5 giugno 2008

Caro Presidente, difenda la libertà di manifestazione!

In merito alla questione della Piazza San Giovanni negata, visto la gravità che attribuisco al fatto, come negazione di un pieno diritto non solo per la comunità glbt, ma davvero per tutti i cittadini italiani, con quel che implica per la tenuta dei diritti democratici del nostro Paese ho deciso di scrivere al Presidende della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Chiunque condivide queste idee e questi timori può e deve scrivergli, in modo da fargli percepire come questi sentimenti di umiliazione, indomita, unita alla consapevolezza del vulnus nei diritti costituzionali che si ta compiande siano diffusi.
Potete farlo QUI.
Se credete pote anche copiare o riadattare la mia lettera che riporto di seguito. Faccio presente che il sito impone un limite inderogabile di 5000 caratteri. Proprio per questo motivo ho dovuto tagliare riaggiustare una precedente lettera decisamente più lunga, ma credo che il senso complessivo delle mie richieste e del mio pensiero ne esca sufficientemente forte.

Egregio Presidente,
Sono un cittadino italiano, gay, sconcertato e umiliato
dalla decisione di vietare l’arrivo del RomaPride 2008 in Piazza di Porta San
Giovanni, per presunti problemi di sicurezza legati alla contemporaneità
dell’arrivo della manifestazione con l’inizio di un concerto all’interno della
Basilica di San Giovanni.
È un fatto molto grave, che a mio parere mette a
rischio la stessa tenuta democratica del Paese e costituisce un ulteriore passo
dell’Italia verso un clima di oppressione. Un concerto mette in dubbio la
libertà costituzionale di manifestare? Il Comitato di Sicurezza, la polizia, il
Governo possono attraverso opinabili valutazioni tecniche di sicurezza
ostacolare e impedire di fatto queste libertà civili? Non credo sia mai accaduto
in Italia che per un evento culturale, in uno spazio non pubblico e quindi non
sottoposto neanche a obbligo di dare comunicazione, si limiti così pesantemente
una libera manifestazione. Un precedente pericoloso (basterà organizzare
concerti all’interno di edifici per impedire una manifestazione all’esterno?)
che colpisce una comunità, quella GLBT, già vittima (e non certo causa) di
insicurezza, discriminazioni, aggressioni, violenze verbali e fisiche.
Questo fatto va a mettere Roma nel novero delle città omofobe e razziste,
come Mosca, Varsavia e i regimi repressivi del Mondo, dove i Pride sono impediti
o ostacolati dalla forza pubblica, e incrinerà ulteriormente l’immagine
internazionale del Paese.
Come cittadino, omosessuale, mi sento già
cittadino di seconda classe su molte questioni che in Italia rimangono ancora
irrisolte. Oggi mi sento anche non rappresentato dalle nostre istituzioni
democratiche e colpito profondamente nella mia dignità e anche nella sicurezza
proprio da quelle istituzioni come la Polizia, la Questura, il Governo, che
invece dovrebbero difenderle e tutelarle. Sono forse queste ostili a una parte
dei cittadini italiani? Ci sono state pressioni omofobe da parte di forze
politiche o straniere (vaticane). Del resto quando le decisioni appaiono
vessatorie e immotivate i sospetti si insinuano ed è difficile frenarli.
Temo che questo senso di mancanza di rappresentanza, di estraneità e
ostilità delle istituzioni si stia diffondendo in una comunità di cittadine e
cittadini sempre più ampia. Ancor più grave quando non si può aver fiducia nelle
istituzioni, che mascherano decisioni politiche ostili ed oppressive dietro veli
di esigenze tecniche, mal motivate. Decisioni che, lungi dal impedire problemi
di ordine pubblico e di sicurezza, li creano, li inventano, li generano,
esasperando una minoranza vessata, immaginando contrapposizioni, originando
frustrazione, rabbia, umiliazione. Una vera follia, politicamente,
giuridicamente e tecnicamente, voler creare tensione su una manifestazione, il
Pride, sempre pacifica e gestibile per le forze dell’ordine.
L’Italia
rischia di scivolare nell’inciviltà, nel non rispetto dei diversi e delle
diversità, nella violenza politica e civile, nell’oppressione, nella limitazione
delle libertà fondamentali. Rischio aggravato dall’incredibile afasia
dell’opposizione politica su provvedimenti che fino a qualche mese fa erano
addirittura inimmaginabili. Mentre persino le reazioni civili a questo clima
paiono deboli, isolate o assenti.
Io Le scrivo in quanto Lei è
rappresentante di tutti gli italiani, anche di quelli discriminati come noi, e
come garante dei diritti costituzionali, compreso quello di manifestazione oggi
sotto attacco. Le chiedo di prendere urgentemente posizione sulla questione e di
chiedere alle autorità competenti di riconsiderare questa scelta “sconsiderata”.
Pur a fronte di una disattenzione dei media e dell’opinione pubblica credo
sia Suo dovere ergersi a difesa di quei diritti che sono la base della
democrazia e della convivenza pacifica. Questo è quello che molti si aspettano
dal Presidente della Repubblica. Un’omissione, soprattutto se i pericoli che
pavento non dovessero rivelarsi timori eccessivi, costituirebbe una ferita nel
Suo ruolo e dei Suoi precisi doveri e neanche Ella potrà dire “io non sapevo”.
Mi rendo conto della rabbia e del risentimento che traspira dalle mie righe,
come anche della forza dei timori che esprimo, e non posso negarLe che a
spingermi a scrivere sono proprio questi sentimenti, uniti al forte rispetto per
Lei e l’importante e alto ruolo che ricopre. Sono profondamente convinto,
infatti, che i cittadini devono vivere con vicinanza le istituzioni, motivando
anche i malesseri profondi. Proprio per questo mi rivolgo a Lei come ad un
Padre, sperando che sappia comprendere che, anche laddove le mie affermazioni
possano sembrare eccessive, a ragione della passione che metto nelle cose che
faccio e in cui credo, queste si ammantano ancora di una grande speranza e di
una fiducia nelle capacità del nostro popolo e di chi lo rappresenta al massimo
livello di reagire e di ritrovare un senso profondo di comunità, unità e
speranza nel futuro.
Cordiali Saluti,
Andrea Maccarrone.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

fatto

Anonimo ha detto...

dopo aver fatto il correttore di bozze, non potevo esimermi.
scritto anche io.

Ulisse ha detto...

Bella lettera ma temo inutile, Napolitano non si è mai preoccupato di garantire la dignità dei suoi connazionali siano essi gay oppure no ma anzi ha sempre assecondato il potere vaticano non intervenendo mai davanti alle intrusioni ed alle violazioni concordatarie di JR. Anche io in passato gli ho scritto senza ovviamente ottenere assolutamente nulla. A parte che non sono per niente certo che simili lettere gli arrivino, se dovesse leggere tutta la posta che riceve non avrebbe tempo per fare altro.
Napolitano purtroppo è lontano dagli italiani.
Siamo soli ragazzi, è inutile appellarsi alle istituzioni, forse converrebbe di più rivolgersi a qualche ex Presidente, ad esempio a Ciampi o a Scalfaro che è sì democristiano ma ha un alto senso delle istituzioni chiedendo loro di intercedere presso di lui, sarebbe l'unico modo per indurre l'attuale Presidente ad intervenire.
Un'ultima cosa ... invece di continuare a supplicare forse sarebbe ora che ci incazzassimo un attimino.
Va bene essere buoni cittadini, va bene la pazienza ma a tutto c'è un limite.
Forse non ve ne siete accorti ma siamo in guerra e la guerra non si combatte con le penne d'oca.

Anonimo ha detto...

Tezoro, sei oltre le 5000 battute e hai sbrodolato un bel po'.
Ho tagliato come segue:

Egregio Presidente,

Sono un cittadino italiano, bisessuale, sconcertato e umiliato
dalla decisione di vietare l’arrivo del Gay Pride 2008 in Piazza di Porta San
Giovanni, per presunti problemi di sicurezza legati alla contemporaneità
dell’arrivo della manifestazione con l’inizio di un concerto all’interno della
Basilica di San Giovanni.
È un fatto molto grave, che a mio parere mette a rischio la stessa tenuta democratica del Paese e costituisce un ulteriore passo
dell’Italia verso un clima di oppressione. Un concerto mette in dubbio la
libertà costituzionale di manifestare? Non credo sia mai accaduto
in Italia che per un evento culturale, in uno spazio non pubblico e quindi non
sottoposto neanche a obbligo di dare comunicazione, si limiti così pesantemente
una libera manifestazione. Un precedente pericoloso (basterà organizzare
concerti all’interno di edifici per impedire una manifestazione all’esterno?)
che colpisce una comunità, quella GLBT, già vittima (e non certo causa) di
insicurezza, discriminazioni, aggressioni, violenze verbali e fisiche.
Questo fatto va a mettere Roma nel novero delle città omofobe e razziste,
come Mosca, Varsavia e i regimi repressivi del Mondo, dove i Pride sono impediti
o ostacolati dalla forza pubblica, e incrinerà ulteriormente l’immagine
internazionale del Paese.

Come cittadino, bisessuale, mi sento già
cittadino di seconda classe su molte questioni che in Italia rimangono ancora
irrisolte. Oggi mi sento anche non rappresentato dalle nostre istituzioni
democratiche e colpito profondamente nella mia dignità e anche nella sicurezza
proprio da quelle istituzioni come la Polizia, la Questura, il Governo, che
invece dovrebbero difenderle e tutelarle. Sono forse queste ostili a una parte
dei cittadini italiani? Ci sono state pressioni omofobe da parte di forze
politiche o straniere (vaticane).
Temo che questo senso di mancanza di rappresentanza, di estraneità e
ostilità delle istituzioni si stia diffondendo in una comunità di cittadine e
cittadini sempre più ampia.

Io Le scrivo in quanto Lei è rappresentante di tutti gli italiani, anche di quelli discriminati come noi, e come garante dei diritti costituzionali, compreso quello di manifestazione oggi
sotto attacco. Le chiedo di prendere urgentemente posizione sulla questione e di
chiedere alle autorità competenti di riconsiderare questa scelta “sconsiderata”.

Cordiali Saluti,

Andrea Maccarrone ha detto...

be' grazie per l'adesione, anche se come dice Ulisse non sortirà probabilmente grandi effetti bisognava tentare. E poi, proprio di fronte a questo appiattimento poter dire a chiare lettere le cose come stanno toglie alibi...
Sciltian, a me togliendo il nome in calce alla firma la lettera l'ha presa... ma non capisco perché anche con firma inclusa word mi attribuiva 4999 battute.
Ad goni modo la tua versione ridotta è, come ovvio, persino più efficace (pensa che io avevo dovuto tagliatre la mia dalla versione originale di 5900 battute). Mi hai fatto notare altre volte che sono prolisso... verrò con poacere scuola da te! :D

Anonimo ha detto...

Don't worry, tu hai sempre qualcosa di interessante da dire e quindi ti puoi permettere anche di essere prolisso. Altri, no. :-***

Andrea Maccarrone ha detto...

Sai Sciltian che questa lettera è stata poi ripresa da una nota ANSA di ieri e oggi citata dal Corriere? Chi se lo aspettava!