domenica 28 settembre 2008

Scuola: il Governo taglia sul nostro futuro

Le voci si rincorrono da settimane, tra annunci, anticipazioni giornalistiche e smentite, adesso finalmente il Governo ha messo sul tavolo le carte e i numeri della tanto discussa riforma della scuola e i tagli ci sono e pure pesanti, seppur mascherati da parole belle e politicamente corrette.
“Razionalizzazione delle rete scolastica” tradotta in chiusura e accorpamenti di istituti scolastici con pochi studenti, e poi anche aumento del numero degli studenti per classe: quindi a conti fatti 87.000 insegnanti e 44.500 non docenti in meno e risparmi per quasi 8 miliardi di euro. Di cui solo 2, si promette saranno reinvestiti in incentivi per gli insegnati ma a partire dal lontano 2012, e non si spiega neppure come.
La tanto sbandierata riforma del maestro unico significherà sin dalle scuole materne l’eliminazione di fatto del tempo pieno e quindi enormi difficoltà – e costi aggiuntivi – per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. Per un Governo che dice di voler aiutare le famiglie e incentivare la natalità non c’è male. Tutte le statistiche europee confermano infatti che laddove le donne lavorano di più, grazie a una rete di servizi efficace e disegnata sulle esigenze e sui tempi delle lavoratrici, la natalità è più alta e in tendenziale crescita. Legandosi anche alla maggiore sicurezza economica che, soprattutto con questi chiari di luna economici e inflazionistici, solo un doppio reddito può garantire.
Insomma, per fare cassa, il Governo decide di tagliare sull’istruzione, sui servizi di aiuto alle famiglie e sul nostro futuro. Infatti, e di questo mi occupo anche nei miei studi, è solo grazie ad adeguati investimenti in formazione e cultura che un’economia può crescere e mantenersi all’avanguardia nel progresso tecnologico e nelle produzioni e servizi ad alto valore aggiunto. E questo lo sanno benissimo tutti i padri di famiglia disposti a ogni sacrificio pur di garantire un’istruzione e un futuro ai figli e che, ad esempio, negli anni del dopoguerra consentirono la trasformazione dell’Italia da un paese proletario e contadino in una economia in crescita e dinamica.
Con quali giochi di prestigio e con quale credibilità, poi, il Governo annuncia allo stesso tempo tagli al personale e blocchi dei turn over per 150.000 unità, risparmi d cassa per 7 miliardi e 800 milioni di euro promettendo che tempo pieno e qualità non saranno solo mantenuti ma persino accresciuti lascio a voi giudicarlo. Ciliegina sulla torta le parole dell’ineffabile papa Ratzinger, che con questi chiari di luna ha il coraggio di invocare la “parità tra scuola pubblica e privata. Parità che allude soltanto ad ulteriori finanziamenti per le scuole cattoliche.
Conoscendo un po’ come vanno le cose da noi non è detto che i suoi appelli cadano nel vuoto!
(Venerdi' 26/09/2008)

il papa per la parità scolastica, ancora?!?

Non passa giorno che il dibattito politico italiano non sia alimentato da un appello o una richiesta papale o della CEI o di qualche porporato, prelato, vescovo, abate, prete di periferia. L’altro giorno l’attenzione della CEI si era rivolta alla politica sull’immigrazione, ieri il papa in persona ritorna su un leit motiv delle richieste vaticane al governo e alla politica italiana: “La parità tra scuole pubbliche e private e l’effettiva libertà di scelta per le famiglie”.
Come è noto ad animare la preoccupazione del pontefice e della CEI non è una elevata motivazione di principio a tutela della libertà ma interessi ben più mondani e concreti. LA parità scolastica e la libertà di scelta, infatti, ci sono già, garantiti dalla costituzione e dalle leggi vigenti. Quello Che la stessa Costituzione esclude, però, e che le scuole private possano essere finanziate dalla Stato (“senza oneri per lo Stato” recita l’articolo 33). Questa norma è stata già in buona parte aggirata ed elusa attraverso un finanziamento diretto alle famiglie che scelgono istituti privati, sostegno che alcune regioni incrementano ulteriormente. Ma questo non basta. Le numerose scuole cattoliche vorrebbero di più, per migliorare la “qualità” e attrarre più studenti.
La Chiesa Cattolica riceve in Italia miliardi di Euro l’anno - tra 4 e 5 - in varie forme: sgravi ed esenzioni fiscali, facilitazioni di ogni genere, 8 per mille, 5 per mille convenzioni onerose con enti locali, finanziamenti alle scuole cattoliche, cappellani militari, insegnanti di religione, contributi per la costruzione o il mantenimento di chiese etc. Sembra non averne mai abbastanza e spesso non si fa scrupolo di utilizzare queste risorse in contrasto con la lettera e lo spirito dello stesso Concordato di cui pretende tutti i privilegi, per intervenire pesantemente nella vita politica ed elettorale del Paese.
In questo quadro, inoltre, i vescovi sono ben consapevoli dell’importanza del controllo dell’istruzione per intervenire sulla formazione delle coscienze delle future generazioni e per rafforzare quindi la presenza e l’influenza culturale e sociale sul paese. Poter estendere la sua presenza in questo settore vuole dire tentare di assicurarsi il potere per gli anni a venire. Non è escluso che l’attuale Governo decida di subappaltare l’istruzione alla volenterosa Chiesa Cattolica!
(venerdi' 26/09/2008)

Israele: bomba di ultraortodssi contro storico pacifista

Zeev Sternhel, 73enne professore alla prestigiosa Hebrew University di Gerusalemme, storico studioso del fascismo, collaboratore del giornale progressista Haaretz e attivista di Peace Now (associazione israeliana impegnata per la pace e la soluzione del conflitto con i Palestinesi), è stato ferito lievemente da un attentato esplosivo teso nella sua abitazione.
Le modalità dell’attentato terroristico mirato e il fatto che la zona sia anche stata disseminata da volantini in cui si offre una ricca ricompensa a chiunque uccida un militante del movimento pacifista, fanno pensare a un’iniziativa di gruppi della destra nazionalista e religiosa.
Il professore Sternhel si era fatto molti nemici tra le file di estremisti messianici e dei coloni più esagitati perché con le sue tesi ha negato ogni legittimità sia giuridica che morale all’occupazione dei Territori Palestinesi conquistati con la guerra del ’67.
Credo che l’esperienza e anche la nostra storia italiana ci insegnino che quando il confronto delle idee e delle posizioni politiche lascia il posto alla violenza è la stessa democrazia ad essere in pericolo.
Ma la domanda in questo caso è un’altra: Le forze di sicurezza israeliane scoveranno gli attentatori e distruggeranno per ritorsione le cse loro e dei loro familiari come fanno per gli attentatori palestinesi? Spero che capiscano che questa sorta di vendetta non è giusta né utile in entrambi i casi.
(venerdi' 26/09/2008)

martedì 23 settembre 2008

Anche Spielberg per i matrimoni gay

Seguendo l'esempio di Brad Pitt anche il mitico regista Steven Spielberg con la consorte Kate Capshaw hanno staccato un sostanzioso assegno di 100.000 $ a favore delle associazioni gay che si battono contro la Proposition 8, la famigerata proposta di legge costituzionale che i conservatori e gli integralisti religiosi americani vorrebbero introdurre per impedire i matrimoni omosessuali attualmente possibili secondo la legge della California.

La donazione è stata accompagnata da questa inequivocabile dichiarazione che potrebbe offrire un utile vademecum ai nostri parlamentari e governanti: "Accettando una discriminazione nella nostra costituzione statale, la Proposition 8 cerca di eliminare il diritto di ogni cittadino del nostro stato di sposarsi a prescindere del proprio orientamento sessuale. Questo tipo di discriminazione non può aver posto nella costituzione californiana ne' in quella di nessun altro stato."
Solo qualche giorno fa era stato, appunto, l'attore e sex-symbol Brad Pitt a d aprire la strada esprimendosi con parole altrettanto chiare in favore dell'uguaglianza per tutti i cittadini.

Se piaggeria, insipienza, mancanza di slancio e coraggio sono malattie endemiche e note della nostra classe politica, mi auguro che qualche intellettuale, uomo di spettacolo o di cinema, possa dimostrare di essere di questo tempo e di questo mondo manifestando un appoggio, materiale e anche comunicativo così netto e intellettualmente integro e lineare.
Mi sento in proposito di lanciare un vero e proprio appello a chi in questo Paese crede davvero nei principi di uguaglianza, democrazia, libertà. Proprio il livello di intorpidimento e anestesia civile che sembra averci preso un po' tutti deve spingerci a reagire e a schierarci con più nettezza e forza che mai! Servono parole chiare, azioni concrete, iniziative e anche una certa dose di fantasia rivoluzionaria per trovare nuove vie d'uscita e di progresso!

domenica 21 settembre 2008

Kossovo, La Guerra Infinita.

Venerdì sera su Rai3 è andatalo in onda "La Guerra Infinita - il Kossovo 9 anni dopo". Bellissima inchiesta giornalistica di Riccardo Iacona, su come sia oggi il Kossovo (da poco indipendente) 9 anni dopo la guerra che ha visto l'intervento muscolare della Nato e dell'ONU per impedire un genocidio della popolazione albanese da parte delle autorità serbe.
Ebbene, le cose non stanno messe bene: gruppi albanesi hanno a loro volto praticato una sistematica pulizia etnica della minoranza serba, con distruzioni massicce di case, villaggi, ospedali, scuole e oltre un centinaio di chiese e monasteri greco-ortodossi (alcuni antichissimi), e anche numerose stragi e violenze sulla popolazione per terrorizzarla e indurla a lasciare la regione. Tutto questo senza che le forze NATO - italiani inclusi - abbiano voluto o saputo opporsi a sufficienza; anzi, di fatto sono state spettatrici inerti di questo scempio.
Di più, anche la situazione interna e lo stato di salute delle giovani istituzioni democratiche non sembrano migliori: il potere è finito ad un gruppo di criminali in odore di narcotraffico e di crimini di guerra, che non esita neppure a usare il terrore e le uccisioni mirate contro i propri avversari politici (altri albanesi) e i possibili testimoni dei loro misfatti. L'aggravante è che questi tipi sono, così pare, sostenuti dagli americani, che sono stati i primissimi sponsor della tanto criticata indipendenza del Kossovo. Inoltre adesso anche Al Quaeda si sta istallando nella regione con i suoi campi di addestramento. E così gli USA, tanto contrariati dai cartelli di narcos colombiani e impegnati nella lotta mondiale al terrorismo, ci hanno creato uno stato narco-mafioso e una base di terrorismo islamista proprio dietro casa...
L'inchiesta di Iacona proseguirà nei prossimi venerdì e invito tuti a seguirla. Istruttiva anche su come si può fare un giornalismo d'inchiesta non banale e non allineato. Da non perdere.

sabato 20 settembre 2008

La lunga notte di Catania


Come tutti gli emigranti, pur rientrando regolarmente nella mia città, l'ultima volta meno di una settimana fa, conservo di Catania un ricordo e una considerazione romantico-melanconico, legata com'è a tutti gli anni della mia prima giovinezza e ai tanti affetti che ci vivono.

Proprio per questo non posso che guardare con amarezza e dispiacere alla situazione in cui versa, non solo dal punto di vista finanziario (Come denuncia oggi il Corriere della Sera), ma anche politico, sociale, culturale.

In particolare la profonda crisi finanziaria che rischia di portare Catania al fallimento è solo uno dei tanti sintomi di una condizione di smarrimento ben più ampia. Così come il buio delle strade - non più illuminate perché l'Enel, stanca di aspettare il pagamento del conto cittadino, ha deciso di interrompere l'erogazione dell'energia in ampie aree del territorio comunale, soprattutto quartieri periferici e a rischio - è un simbolo delle "notte" in cui è precipitata la città (foto del centro di Catania al buio da http://blog.lasiciliaweb.it/).
Quello che si è creato nella città etnea, infatti, è un vero blocco di potere che ha portato e mantenuto al governo municipale per 8 anni il medico personale di Berlusconi, Scapagnini, e quindi un successore della stessa coalizione (Stancanelli), eletto con percentuali bulgare nonostante il dissesto e la pesante situazione dei servizi pubblici. Una condizione di decadenza che porta tutti i catanesi, indistintamente, a lamentarsi dell'amministrazione, salvo poi riconfermare alla stessa parte politica la propria fiducia con margini spaventosi sia al Comune, che alla Provincia, alla Regione e al Parlamento.
Questa coincidenza si spiega in parte, forse proprio con gli enormi sprechi dell'amministrazione, che ha potuto riversare un fiume di denaro su dipendenti, consulenze (spesso discutibili, come mostra l'articolo del Corriere), cooperative...
Nell'articolo si legge, tra l'altro, che Catania ha un dipendente comunale ogni 72 abitanti; unite a questi i vari consulenti esterni, le cooperative beneficiate, le clinicotte, e rispettivi dipendenti, moltiplicate pure per i componenti delle loro famiglie, e per gli amici e gli amici degli amici e capite facilmente su quale blocco sociale è andata a sostenersi questa maggioranza.
Una situazione che vede nell'attuale Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, una chiave di volta e di potere stupefacente, capace di intessere e creare una base di voti localizzata proprio nella provincia di Catania che dovrebbe lasciare per lo meno perplessi. Come mai l'MPA è tanto forte a Catania e solo a Catania? sono i disastrati catanesi veri fautori di una "autonomia"? Come ha fatto Lombardo a crearsi un potere quasi feudale o baronale basato su un consenso personalizzato simile a quello che i Notabili ottocenteschi potevano garantirsi, (con bacini elettorali, però, ben più ristretti)?
Io non vivo da 10 anni a Catania e queste sono domande a cui non so dare risposte, ma me le faccio e secondo me farebbero bene a farsele anche i catanesi, le forze di opposizione a Catania, e magari anche qualche magistrato.
Al di là di tutto ci stanno sicuramente pesanti responsabilità politiche e gestionali per un dissesto senza precedenti. Ed è stupefacente il coraggio con cui il principale artefice di ciò, l'ex Sindaco Umberto Scapagnini, (adesso comodamente e sorprendentemente promosso allo scranno senatorio) si chiama fuori scaricando le responsabilità sulla Corte dei Conti e sull'amministrazione Bianco conclusasi nel 2000 ben 8 anni fa. Quando si dice le facce di bronzo!
Berlusconi e il suo Governo dovrebbero avere maggiore rispetto per i propri elettori (almeno per loro, non dico per tutti i cittadini italiani, che sarebbe troppo), e per le loro intelligenze.
A questo punto, con tutta la considerazione per il volenteroso Stancanelli - che ha ereditato questa situazione - l'unica credibile soluzione è forse un commissariamento e una bella inchiesta che stabilisca dove sono finiti i soldi dei catanesi e degli italiani e faccia pagare chi ha, per lo meno, mal gestito!
Quanto ai catanesi è ora che si scrollino di dosso il torpore sonnolento e individualista di chi punta a tirare avanti guardando solo ai propri interessi e riscoprano un po' di orgoglio collettivo e di capacità di reazione.
Qualità che covano sotto la pelle spessa del carattere dei suoi abitanti come la lava che si ingrotta uscendo bollente e furiosa più a valle oc ome il suo mitico fiume sotterraneo, Amenano, che facendosi strada nel sottosuolo lavico della città riesce a raggiungere il mare.
Catanesi, risvegliatevi, mandate a casa chi vi ha portato in questa situazione umiliante e disastrosa, cacciate i briganti e i predoni e riprendetevi in mano il vostro futuro.

giovedì 18 settembre 2008

Lula a favore delle Unioni Civili. E Napolitano?

"Bisogna finirla con i pregiudizi di questo tipo. Ogni essere umano può vivere la sua vita come vuole".
E Poi "Per tutta la vita ho difeso il diritto all'unione civile, e bisogna finirla con l'ipocrisia. Ci sono uomini vivendo con uomini, donne con donne, e molte volte vivono bene, straordinariamente. Costruiscono una vita insieme, lavorano insieme e per questo io sono favorevole. Ognuno viva la sua vita come vuole, basta che non rechi danno al prossimo".
Ancora: "Ci sono consigli comunali che hanno già approvato, così come assemblee di vari stati dell'Unione e ci sono progetti nel Congresso Nazionale. Ho partecipato alla conferenza Nazione Gay-Lesbica e non capisco perché i politici brasiliani che sono contro non rifiutano allora il voto di queste persone, o lo Stato non rifiuta le tasse che queste persone pagano".
Conclusione"Bisogna trattare senza alcuna discriminazione la vita che ognuno conduce dentro di casa, se uno vuol vivere con una donna o con un uomo è un problema solo suo. L'importante è che siano cittadini brasiliani e che rispettino la Costituzione e rispettino il loro impegno con la Nazione".
A parlare così non è uno dei leader del movimento GLBT brasiliano e neppure un esagitato estremista a caccia del voto gay, ma un leader carismatico e amatissimo dal suo popolo: il presidente della repubblica del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, che, intervistato ieri sul canale statale Tv Brasil, ha fermamente difeso l'unione civile tra omosessuali.
Ecco di fronte a tanta chiarezza, coraggio e decisione del Presidente brasiliano non posso che esprimere gioia per il popolo brasiliano e complimenti a Lula.
D'altro canto il pensiero torna con una certa amarezza alla nostra situazione italiana, dove parole così nette non le pronuncia nessun leader di partito e neppure l'unica rappresentante dichiaratamente lesbica del Parlamento, Paola Concia, che pure cerca di fare quel che può in un contesto non favorevole. I presidenti e i principali leader da noi fanno piuttosto la coda al meeting di CL ed evitano di incrociare persino lo sguardo con esponenti dei movimenti GLBT. (L'unica eccezione di rilievo, che però non è stata premiata dalle urne alle ultime elezioni, è stata quella dell'ex Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che ha partecipato a un confronto elettorale al Circolo Mario Mieli).
Per non parlare del "nostro" presidente Napolitano che, impegnato com'è a baciare le mani al Papa, quando si tratto di discutere una legge vaghissima sulle coppie di fatto, non parlò affatto dei diritti dei cittadini ma della sensibilità delle "gerarchie cattoliche".
Anche alla mia lettera dello scorso giugno, sul fatto che una piazza (San Giovanni) fosse negata con tanta leggerezza a una manifestazione (lettera che aveva avuto anche una minima eco sulla stampa nazionale) non ha ritenuto di rispondere neppure con due righe formali della sua segreteria. E lì non si parlava di diritti degli omosessuali ma del basilare diritto di manifestazione del pensiero per tutti i cittadini.
Io non mi sono sentito per nulla tutelato e rappresentato da un Presidente che ha preferito fare orecchie da mercante per non contrariare la Curia e il Governo appena eletto. Che credibilità ha adesso quando "predica" sul valore della Carta Costituzionale? Per me pari a 0!

Brad Pitt a favore dei diritti Gay

Questa sì che una notizia. Il noto (e bellissimo) attore americano Brad Pitt, adorato da donne e uomini di tutto il mondo si schiera decisamente in favore dei diritti gay e dona bel 100.000 dollari all'associazione per i diritti che si oppone alla eliminazione del matrimonio omosessuale dalla legge Californiana.
Lo scorso 15 maggio la Corte costituzionale californiana ha dichiarato incostituzionale le leggi che vietano le nozze tra persone dello stesso sesso nello Stato della California sulla base del semplicissimo diritto di uguaglianza. Immediatamente numerosi gruppi conservatori e religiosi hanno raccolto milioni di firme per appoggiare un'iniziativa che modifichi la Costituzione e dichiari incostituzionali le nozze tra omosessuali: la cosiddetta Proposition 8 che stabilisce il matrimonio sarà possibile solo fra un uomo e una donna.
Lo stesso Governatore della California, Arnold Schwarzenegger, aveva invece deciso di non opporsi alla decisione della Corte Costituzionale invitando a rispettare i diritti di tutti.

Le parole di Brad Pitt per spiegare la sua scelta di schierarsi contro questi integralisti sono bellissime nella loro semplicità e dovrebbero servire da guida per politici e, perché no, intellettuali e persone dello spettacolo anche nella nostra Italietta: "Nessuno ha il diritto di negare a un'altra persona la sua vita anche se non è d'accordo, perché tutti hanno il diritto di vivere la vita che desiderano finché non arrecano danni agli altri" - ha dichiarato al Los Angeles Time la star hollywoodiana, aggiungendo - "e perché non c'è posto per la discriminazione in America, voterò per l'uguaglianza e contro l'iniziativa di legge".
Sono sicuro che altri attori e noti personaggi dello showbiz hollywoodiano non mancheranno di far sentire la loro voce, e di dare il loro contributo contro la Proposition 8.

Aggiornamento da Albizzate

Sono contento di offrirvi alcuni aggiornamenti da Albizzate, ridente comune del Varesotto, che è saltato agli onori delle cronache per le disgustose dichiarazioni del suo assessore all'Ambiente, Giancarlo Valmori.

Le iniziative concentriche del Circolo Mario Mieli e del Circolo Harvey Milk unite e sostenute da un ampia mobilitazione dei singoli e bloggers (Voglio ringraziare quanti hanno risposto al mio appello e in particolare Sky's Blog, Sciltian Gastaldi, Massimo Coverso - Opera Nomadi, Francesco Paoletti e Raffaele Caracano dell'UAAR ) hanno in parte centrato l'obiettivo.
Ieri si è tenuto ad Albizzate un vivace Consiglio Comunale (di cui fa una breve cronaca Varesenews) che ha visto l'opposizione decisa e coraggiosa sollevare la questione e chiederer la dimmissioni dell'assessore e un folto pubblico assistere con attenzione e partecipazione alla seduta. Alcuni indossavano anche i triangoli rosa, tristemente noti come identificativi degli omosessuali nei lager nazisti, in segno di solidarietà.

Uno dei rappresentanti del Partito Democratico locale (Gianluca Iannetti) mi ha chiamato nei giorni scorsi per esprimerci vicinanza e per chiedermi maggiori informazioni sulla nostra azione di querela e sulle nostre posizioni in merito. Mi ha anche detto che avrebbero probabilmente letto un nostro messaggio e la bella (e decisamente forte) lettera di Sciltian Gastaldi dal Canada.

Naturalmente, e non poteva essere altrimenti vista la nostra becera e miope cultura politica, la maggioranza si è chiusa a riccio, ha detto che l'amministrazione avrebbe continuato a tutelare "tutti i cittadini a prescindere dalle loro scelte sessuali" e ha respinto la richiesta di dimissioni di Valmori, avanzata dall'opposizione.

L'obiettivo di far pensare le persone e di creare una bella mobilitazione compatta contro questi ignoranti diffusori di odio è però stato raggiunto. Credo che sia un bell'esempio e ci debba servire da lezione su quante cose possiamo muovere muovendoci con compattezza, prontezza e decisione. In questa direzione dobbiamo andare

Foglio di via al disturbatore Paolini: violata la Costituzione

In seguito all'ultima incursione dietro le telecamere del TG1, in diretta dall'aereoporto di Fiumicino, lo scorso 13 settembre, la Questura di Roma ha decretato un "foglio di via obbligatorio" per il "disturbatore televisivo" Gabriele Paolini.
Il provvedimento impone a Paolini di stare lontano dal comune di Fiumicino e dall'aereporto Leonardo da Vinci per 3 anni.
Secondo una nota diffusa dalla Questura, questa misura, emessa dalla locale divisione anticrimine, diretta da Antonio Del Greco, e già notificata a Paolini, è motivata dai suoi numerosi precedenti penali e dalla circostanza che, nell’occasione, lo stesso non è riuscito a giustificare la propria presenza in aeroporto, «non espletando un’attività lavorativa nel comune di Fiumicino e non essendo in possesso di alcun biglietto aereo».
Posto che Paolini è certamente un pesonaggio eccentrico e scomodo, che il suo attegiamento invadente e scontroso è motivo di scompiglio, e risulta inviso, antipatico e fastidioso a molti. Voglio puntualizzare alcune cose.
1) A rigore piazzarsi dietro una telecamera che fa un servizio in un luogo pubblico non è di per sè un reato, sicuramente non giustifica provvedimenti restrittivi così pesanti. Né gli interventi violenti e muscolari cui spesso assistiamo verso lo stesso Paolini.
2) Nessun cittadino italiano deve fornire giustificazione alcuna sul dove e sul perché si trova in un posto. A meno che non decidiamo definitivamente che siamo in uno stato di polizia.
Giusto a promemoria l'articolo 16 della Costituzione recita: "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche".
Paolini, quindi, come ciascuno di noi può recarsi a Fiumicino, come a Santa Marinella, anche se non deve fare una cena di pesce, e nessuna questura è autorizzata a sindacare. I limiti che si possono imporre sono solo "in via generale" e per chiari motivi "di sanità e sicurezza". Ora che Paolini possa dare fastidio alle dirette RAI ci sta tutta, che la giornalista spintonata voglia sporgere querela va bene pure, ma non mi sembra che qui ci siano problemi di sanità e sicurezza.
3) "il foglio di via obbligatorio" è uno strumento studiato è introdotto negli anni di piombo contro il terorrismo. Insieme a un'altra serie di altri strumenti simili di dubbia costituzionalità. Comunque sia è un provvedimento che dovrebbe essere utilizzato con estrema cautela e in via "eccezionale" e non certamente in modo indiscriminato verso chi spintona una giornalista o insulta il Presidente del consiglio (perché secondo me questa è la vera ragione che nessuno ha il coraggio di dire) o un marchettaro napoletano a Villa Borghese.
Qui oltre alla libertà di circolazione sul territorio della Repubblica del già citato articolo 16 inteviene un'altro principio fondamentale: l'articolo 13 della Costituzione recita: "La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto".
Intendiamoci se a me viene impedito di lasciare il mio comune di residenza, o di non andare da qualche parte, a me come individuo, e non "in via generale per motivi di sanità e sicurezza" questo è un chiaro provvedimento di "restrizione della mia libertà personale".
Il provvedimento di cui parliamo, un foglio di via, non è un provvedimento giudiziario ma "dell'autorità di pubblica sicurezza", non è provvisorio, perché dura 3 anni, e, nel caso specifico, non mi sembra neppure urgente perché non credo che il rischio alle dirette RAI da Fiumicino sia tale da giustificarlo. Oltretutto le telecamere dei TG stanno ovunque e non solo a Fiumicino, per cui il provvedimento verso Paolini risulta, in questo caso, oltre che ridicolo tanto inutile quanto evidentemente punitivo e vessatorio.
Credo che Paolini, eccentrico, fastidioso, provocatorio quanto vogliamo non sia certo uno stupido e farà ricorso, e questa è solo una sua decisione personale.
Ma ritengo che sia dovere di tutti noi tenere le antenne sempre all'erta su un progressivo scivolamento su quei principi fondamentali di libertà che vengono sempre più spesso ignorati o calpestati. I prossimi ad essere colpiti potremmo essere proprio noi!
In questura invece dovrebbero forse ripassare un po' la Costituzione Italiana visto che dovrebbero tutelarla e difenderla anziché rischiare di violarla. La mia speranza è che mettano tanta solerzia nella caccia ai veri criminali e non solo nel controllo di fastidiosi ed eccentrici personaggi che, in fin dei conti, non fanno gan danno (a parte rendere un po' più divertenti e vivaci certi noiosi servizi giornalistici).

domenica 14 settembre 2008

Le nostre risposte all'assessore Valmori

Dopo il post di ieri come Circolo Mario Mieli abbiamo deciso di mandare un comunicato che, come negli altri casi di dichiarazioni omofobe di esponenti politici, invita tutti a querelare l'assessore all'ambiente di Albizzate, Giancarlo Valmori per le sue dichiarazioni omofobe.
Ancora una volta una risposta di civiltà contro chi di civiltà ne dimostra poca. Un modo per fare sentire lo sdegno di tutte e tutti noi e per cercare la tutela di uno Stato che si vuole ostinare a ignorarci ma che non potrà farlo a lungo.
Un altra bella risposta viene dal Circolo di Cultura Omosessuale Harvey Milk di Milano, associazione nata da pochissimo ma già molto vivace.
Dal Milk ci invitano a inoltrare le nostre proteste agli indirizzi mail e ai fax del comune di Albizzate per fargli tangibilmente sentire (e leggere) il nostro sdegno. Leggete con attenzione il messaggio che copio e incollo di seguito per intero perché troverete tutte le indicazioni tecniche essenziali, i numeri di fax e gli indirizzi mail a cui indirizzare le vostre proteste e una bozza-modello di lettera da inviare.
Solo un'azione di massa, capace di far sentire quanti cittadini non accettano la logica dell'insulto e dell'odio può essere una risposta convincente a chi crede di poter far tutto ciò senza suscitare il minimo sdegno civico e la minima protesta.
Facciamo loro sentire quanti siamo e quanto siamo incazzati!

Gentili amici,
chiediamo un attimo della vostra attenzione per leggere questa mail e, se
possibile, diffonderla ed agire.
A seguito delle affermazioni esternate in diretta dall'Assessore
all'Ambiente di Albizzate (VA) Giancarlo Valmori ai microfoni di Rai2 nel corso
del programma "Insieme sul due", il MILK invita tutti gli amici, i simpatizzanti,
gli iscritti e coloro che lo reputassero opportuno ad esprimere formale protesta
al Comune stesso, preferibilmente via fax (allo 0331 985355, o, qualora
la ricezione non avvenisse, allo 0331 995643, o ancora allo 0331 985778) o via
mail (in questo caso inviando il testo atutti i seguenti indirizzi (sindaco@comune.albizzate.va.it, servizisociali@comune.albizzate.va.it, affarigenerali@comune.albizzate.va.it),
copiandolo anche nell'apposito modulo al link http://www.albizzate.com/contatta.htm affinché arrivi per certo
a destinazione.
Durante la trasmissione, l'esponente politico locale ha commentato il
recente episodio di omofobia avvenuto a Roma a danno di una coppia omosessuale
(presa d'assalto mentre camminava nei pressi del Colosseo) parlando con una
discreta nostalgia di cantine e soffitte nelle quali una volta i gay stavano
nascosti, biasimando il fatto che adesso sia consentito loro di baciarsi in
pubblico e sostenendo che:«la tolleranza ci può anche essere, ma se vengono
messi dove sono sempre stati: ...anche nelle foibe».
Alle contestazioni di Alessandro Cecchi Paone, Valmori ha testualmente
dichiarato: «apprezzo l'opera di Paone quandofa il presentatore, non quando fa
il finocchio o il pederasta».
Dato che l'omofobia non si combatte con le pacche sulle spalle, ma agendo a
livello educativo, proponiamo appunto di educare debitamente queste persone,
scrivendo loro il nostro sdegno e costringendoli a smistare il maggior numero di
faxe mail con lettere che esplicitino la loro ignoranza. Speriamo in questo modo
di far comprendere a Valmori e a chilo sostiene quanto in Italia (almeno per il
momento) i cittadini civili siano in numero molto maggiore rispetto a quanto
evidentemente immaginato da loro. Lamentiamo il fatto che non sia minimamente
tollerabile chevenga impunemente concesso a figure con compitiistituzionali di
qualunque livello di compiere esternazionidi questo tipo in pubblico senza
alcuna conseguenza per la propria carriera politica: in altri paesi europei,
affermazioni omofobe meno pesanti hanno avuto reazioni alivello partitico e di
opinione pubblica di grandissimo impatto, costringendo spesso alle dimissioni dei
loro autori. Quanto chiediamo non vi costerà più di cinque minuti (e a calce di
questa e-mail potete trovare una ipotetica bozza del messaggio, da modificare
come volete o copiare e incollare).
Il MILK esprime massima solidarietà ad Alessandro Cecchi Paone, pretendendo
scuse ufficiali e formali da parte dell'assessore, che ci auguriamo concordi
quanto prima con il collega responsabile della Pubblica istruzione una serie di
incontri scolastici contro l'omofobia ed il bullismo, per i quali (non
riuscissero a trovare altri indirizzi) ci rendiamo sin d'ora disponibili.

Grazie mille,

Stefano Aresi, portavoce del MILK Milano

_________BOZZA DI MESSAGGIO
Alla cortese attenzione del Sindaco di Albizzate (VA) Giovanni Piotti

Per con. all'assessore ai servizi sociali Mario Frangie

all'assessore all'ambiente Giancarlo Pasquale Valmori

Gentile Sindaco,
esprimo il mio totale disappunto a seguito delle vergognose affermazioni
omofobe dell'assessore Valmori, attendendo disapere da voi se quella espressa da
detto assessore sia la posizione ufficiale della vostra giunta comunale in
merito ai cittadini omosessuali.
Chiedo inoltre scuse formali dell'assessore per le gravissime frasi
pronunciate, nella speranza che possiate quanto prima organizzare in accordo con
le associazioni gay lesbiche operanti sul vostro territorio o nelle
vicinanze attività divulgative e di confronto che riparino al danno culturale e
sociale compiuto da detto Assessore.
Nella certezza che la cittadinanza albizzatese saprà esprimere il proprio
disappunto per essere stata così mal rappresentata, porgo cordiali saluti
NOME COGNOME


Stefano Aresi

Portavoce del MILK Milano

Circolo di Cultura Omosessuale "Harvey Milk" - Milano

www.milkmilano.com

sabato 13 settembre 2008

Giancarlo Valmori (assessore comune di Albizzate): VAFFANCULO

E adesso mi quereli pure se crede!
Apprendo da un articolo di VareseNews che, approfittando della diretta su Rai2, il leghista assessore all'ambiente di Albizzate, tal Giancarlo Valmori, ha detto la sua in tema di omofobia in pieno "stile" padano:
L'esponente del Comune albizzatese ha cominciato il suo intervento parlando
con vaghezza a proposito di cantine e soffitte dove una volta stavano i gay,
biasimando il fatto che adesso si baciano in pubblico. Ha poi concluso il
discorso dicendo: «la tolleranza ci può anche essere ma se vengono messi dove
sono sempre stati...anche nelle foibe».
Quindi in risposta alla reazione di Cecchi Paone presente in diretta
l'assessore sfodera il francese: «apprezzo l'opera di Paone quando fa il
presentatore non quando fa il "finocchio" o il pederasta
».

Ancora i luoghi comuni delle cantine, ancora quest'omofobia d'accatto che poi è quella che arma i violenti, ancora questa tolleranza che nessuno chiede né vuole, soprattutto da personaggi simili, e ancora l'inciviltà di grossolani riferimenti a stermini inaccettabili persino nel pensiero di un Paese vagamente civile.
Se fossi un abitante di Albizzate mi vergognerei di avere un assessore così. Come italiano mi vergogno di un Paese così. Ma lo sdegno ormai serve a ben pocò di fronte all'indifferenza e alla tracotanza con cui rappresentanti pubblici insulatono cittadini che, per di più, non godono neppure dei loro stessi diritti.
Quanto alle foibe sarei persino felice di andarci se tutti i cafoni ignoranti come Valmori tornassero pure da dove sono venuti (nelle fogne? voglio essere magnanimo) cioè nei campi a zappare e lasciassero il governo dell'Italia e dei comuni italiani a persone più civili di loro! Sicuramente il buon governo se ne avvantaggerebbe, l'agricoltura non credo (forse come concime andrebbero anche bene però).

Facile prevedere il futuro. Come altre volte queste dichiarazioni susciteranno al massimo qualche vaga parolina di critica e chi le ha pronunciate continuerà a restare saldamente al suo posto. In passato, quando di fronte a dichiarazioni di tenore simile (Gentilini, Prosperini, Calderoli...), come Circolo Mario Mieli, avevamo lanciato ampie campagne di querela che sono state tutte inesorabilmente archiviate (per fortuna la procura è più solerte nel proteggere il papa dalle critiche, mi sento già meglio).
Chi mi legge sa che molto raramente uso linguaggio volgare o invettive ma di fronte a questo stato di cose il sangue sale alla testa e ci resta poco da fare se non una liberatorio attacco, nel solo linguaggio che questi ignoranti caprai capiscono.
GIANCARLO VALMORIIIIII: VAFFANCULO!!!
Non ho risolto nulla ma mi sento un po' meglio...

venerdì 12 settembre 2008

La Carfagna alle Crociate

Quella simpaticona allampanata della Carfagna si è rimessa subito all'opera con un'iniziativa anti-prostutizione di impianto decisamente populista che porterà solo danni e non aiuterà certo le donne vittime di racket a liberarsi. Anzi le donne nascoste in qualche scantinato saranno ancora più facili vittime e difficilmente raggiungibili da chi potrebbe aiutarle. Una scelta criminalizzante incredibile che, apprendo raccoglie il plauso del solito MOIGE e di tutti i nostri politicanti catto-integralisti.
Per fortuna tante associazioni, anche cattoliche, hanno da subito espresso la loro contrarietà a questa linea che sembra motivata dal solo furore ideologico proibizionista senza confrontarsi con le conseguenza pratiche che ci si possono attendere. Tra tutti i commenti quello che mi ha fatto più ridere, è stato dato da Pia Covre, portavoce del Comitato per i diritti civili delle prostitute, che, sul sentimento di "orrore" della Carfagna verso la prostituzione replica, un po' ironica un po' stupita: "Spiace. Le prostitute la sentivano vicina". Fa-vo-lo-sa! Covre vs Carfagna 1 a 0!
COMUNICATO STAMPA
LA CARFAGNA ALLE CROCIATE

Risvegliata dal torpore estivo, la Ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna ha deciso di lanciare la sua crociata contro la prostituzione attraverso un ddl che mira a criminalizzare sia i clienti che le prostitute. Non contenta rincara però anche la dose: “la prostituzione mi fa rabbrividire. Mi fa orrore, non comprendo chi vende il proprio corpo. Ma mi rendo conto che è un fenomeno che esiste e che purtroppo non può essere debellato, come la droga”.

Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli rabbrividisce e inorridisce di fronte a un ministro che con queste affermazioni dimostra davvero scarsa sensibilità e comprensione tanto del fenomeno quanto delle persone che si prostituiscono: che lo facciano per scelta o per costrizione, sono tutte destinatarie di disprezzo e di iniziative di criminalizzazione indiscriminata che non mira in verità a contrastare il fenomeno quanto a nasconderlo sotto il tappeto per non ferire la patina perbenista e di falsa sicurezza di quest’Italia e dell’azione del Governo.

Ci sembra assurdo che oggi il Ministro delle pari Opportunità non si occupi di contrastare il gravissimo fenomeno della violenza contro le donne, del divario sociale tra i generi (e non solo) nel mondo del lavoro, nella politica, nella vita sociale, per non parlare dell’omofobia che come sappiamo secondo il Carfagna-pensiero non esiste. La sua ricetta contro le aggressioni omofobe sono vaghe parole di dispiacere: una ministeriale pacca sulle spalla delle vittime!

Invitiamo il ministro a smetterla con quest’assurda caccia alle streghe puritana e a concentrarsi davvero sui tanti problemi di disuguaglianze e discriminazioni che ci rendono uno dei paesi più retrogradi e maschilisti d’Europa.

Andrea Maccarrone
Direttivo Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
349/7355715

giovedì 11 settembre 2008

Guzzanti processata per vilipendio al papa. Italia di oggi peggio che nel Medioevo?

La notizia del rinvio a giudizio per le parole sul papa pronunciate in Piazza Navona durante il NO CAV DAY da Sabina Guzzanti era in parte attesa. Il nostro codice penale, con una scelta a mio modo di vedere opinabile (del resto parliamo del codice Rocco di età fascista!!), equipara la protezione al Capo dello Stato con quella offerta al pontefice...
Nella sua satirica invettiva la Guzzanti ha "osato" prevedere l'inferno per Benedetto XVI... Mi viene da pensare che anche Dante circa 700 anni or sono, in pieno Medioevo fece lo stesso con l'allora regnante Bonifacio VIII (verso il quale era tutt'altro che tenero collocandolo in unabolgia "riservata ai papi simoniaci" - Canto XIX della Divina Commedia!), senza incorrere in nessun problema giudiziario.
Forse che l'Italia del Medioevo era più libera e rispettosa della libertà di critica e di pensiero di quella di oggi?

Sulla vicenda posso riportare un episodio accadutomi personalmente circa 6 anni fa (per l'esattezza il 14 novembre 2002), in occasione della visita di Giovanni Paolo II in Parlamento, accolta con una unanime acclamazione da parte di tutti gli schieramenti politici.
Quel giorno era prevista una piccola manifestazione per la laicità a piazza Navona, ma io, testardo, avevo deciso di recarmi in piazza del Parlamento con un piccolo cartello "PER UNO STATO LAICO", da mostrare al passaggio della papa verso l'ingresso della Camera, in mezzo al resto della folla acclamante.
Naturalmente non sono neppure riuscito ad entrare in piazza: la polizia preoccupatasi per il mio cartello mi ha fermato, caricato su una volante e portato prima in commissariato e poi in questura. Appena giunto, l'ispettore Pierro, che mi interrogava provò subito a farmi dire che io "manifestavo contro il papa", e io: "no manifesto per uno Stato laico", lui: "uno stato laico vuol dire contro il papa" io: "no parlo di uno Stato che tenga ben distinti l'ambito della religione da quello della politica".
Per farla breve secondo me l'ispettore provava ad attribuirmi proprio un reato di vilipendio al papa (cosa che sapendo possibile evitai appunto) e alla fine non trovò di meglio che procedere presso il PM per qualcosa come la "Tentata sedizione"... naturalmente di questo procedimento non ho più saputo nulla e adesso sarà archiviato in qualche polveroso scaffale della Questura o della Procura, ma il risultato pratico è stato quello di manifestare liberamente il mio pensiero e i miei sentimenti di rabbia per quella visita come quelle poche centinaia di persone assiepate di fronte al Parlamento a manifestare la loro gioia per il medesimo evento. La folla poteva essere solo osannante quel giorno come quella di piazza Venezia durante uno storico (ma quanto storico?) ventennio!

mercoledì 10 settembre 2008

Roma Capitale della Violenza Omofoba

Ancora una violenta aggressione di due ragazzi gay a Roma.
Di fronte al ripetersi di questi fatti sento cresce una vera rabbia verso chi, diffondendo odio, disinformazione e integralismo, legittima e motiva questi episodi.
Dobbiamo lavorare uniti per contrastare questa cultura senza farci prendere dallo sconforto e dalla paura. Vogliono ricacciarci nelle catacombe ma dobbiamo andare avanti con sempre più forza e dedizione per rendere Roma e l'Italia dei posti migliori in cui vivere ed essere felici e liberi.Segue il comunicato stampa del Circolo Mario Mieli.
COMUNICATO STAMPA
Roma Capitale della violenza omofoba


La notizia dell’ennesima aggressione a Roma di una coppia di ragazzi gay attaccati e insultati da un nutrito gruppo di dieci persone nella centralissima Via dei Fori Imperiali ci lascia sgomenti. Una manifestazione di inciviltà e incultura che getta un’ombra cupa sulla Capitale e desta viva preoccupazione in tutti noi.
Come Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli riteniamo che la risposta non possa essere solo in termini sicuritari e polizieschi ma culturale, comunicativa, istituzionale. Una strategia complessiva che miri a eradicare e isolare la cultura dell’odio e della violenza e a promuovere quella del rispetto, della diversità, del dialogo, dell’apertura e dell’accoglienza.
Un impegno che darà i suoi risultati nel tempo, ma che deve vedere coinvolti e impegnati con coerenza e dedizione tutti gli attori interessati in stretta collaborazione (associazioni, singoli, stampa e media, istituzioni locali e nazionali, forze dell’ordine, scuola). Insomma ognuno si assuma la sua parte di responsabilità e si rimbocchi le maniche perché il lavoro necessario è tanto, lungo e impegnativo e non possiamo lasciare che a prevalere siano violenza, soprusi e integralismi medioevali.
In questo quadro appare improrogabile l’inclusione dei reati di omofobia nella legge Mancino contro i reati di odio così come iniziative ad ampio raggio nelle scuole - come quelle che da anni tentiamo di portare avanti con la collaborazione delle istituzioni proprio qui a Roma - e attraverso i media.
Siamo davvero stanchi delle dichiarazioni di condanna rituale senza che si assista ad una reale presa di coscienza del problema e si decida di intraprendere iniziative fattive per affrontarlo.
È finito il tempo delle belle parole. Occorre passare ai fatti!
Il Circolo Mario Mieli esprime la propria solidarietà e vicinanza alle giovani vittime dell’aggressione dell’altra sera e si rende disponibile per qualsiasi tipo di supporto possano ritenere utile da parte nostra.

Andrea Maccarrone
Direttivo Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Cell. 3497355715


Andrea Berardicurti
Segreteria PoliticaVia Efeso, 2/A - 00146 R O M Atel. 065413985 - fax 0654139713487708437

lunedì 8 settembre 2008

EuroPride 2011 a Roma

Sono tornato da poche ore da Zurigo dove, nella Conferenza annuale dell' EPOA (European Pride Organizers Association), siamo riusciti ad ottenere l'Europride 2011 per Roma.
Anche questa esperienza internazionale è stata molto bella ed emozionante, coronamento di un lavoro di oltre un anno che ha coinvolto tutto il Circolo Mario Mieli e ha via via raccolto numerosi consensi e sostegni.
Con la nostra piccola delegazione romana composta da me e da Vincenzo Ianniello (anche lui nel direttivo del Mario Mieli) abbiamo ottenuto un successo pieno e anche coltivato utili e divertenti rapporti con gli altri rappresentanti delle associazioni europee presenti alla Conferenza.
La nostra presentazione del progetto dell'EuroPride a Roma nel 2011 ha raccolto numerosi apprezzamenti e moltissima attenzione nelle varie delegazioni. Cosa che si è tradotta con un voto di assegnazione quasi unanime.

Un'unica nota ci lascia un po' perplessi: l'atteggiamento della delegazione di Arcigay Milano, capitanata dal suo presidente Paolo Ferigo. Pur non sollevando alcun dubbio o richiesta di chiarimento in sede di discussione della candidatura di Roma, Aricgay Milano è stata l'unica associazione ad astenersi, a fronte di altri dodici voti a favore. Successivamente non ci è stata data da parte loro alcuna motivazione e neppure nessun tipo di felicitazione per il risultato che abbiamo ottenuto, credo a vantaggio di tutto il movimento italiano.
Lo dico senza polemiche, ma nello stupore degli altri rappresentati europei si concentra in me un senso di incredulità, amarezza e persino imbarazzo (quale rappresentate di un movimento italiano sì fatto) per una scelta che non riesco a spiegarmi in nessun modo, per lo meno pensando a una scelta di buona fede.
Ad ogni modo da oggi fino al 2011 si apre per tutti noi una stagione di lavoro e di speranza che voglio augurarmi ci porti ad accantonare inutili gelosie e attriti in favore di una vera e sincera collaborazione, nel rispetto delle differenze, per il bene di tutti - e intendo tutti i cittadini italiani, non solo la comunità glbt. Dobbiamo forse prendere atto che di fronte all'immobilismo e alle incredibili acrobazie della politica italiana un vento di novità e di progresso può per noi giungere proprio dall'Europa.
Proprio per questo mi da un profondo piacere pensare alla bile che si riverserà nelle sale vaticane, come anche tra certi integralisti, bigotti e paurosi italiani, causa della notizia di un EuroPride a Roma 11 anni dopo il World Pride.

Una menzione speciale va alla città che ha ospitato la Conferenza: Zurigo è una città vivace, accogliente e decisamente interessante da visitare. Per me sarà per sempre legata al successo di questa esperienza appena conclusasi e alle tante persone straordinarie che vi abbiamo conosciuto in questi giorni. Ma decisamente vi invito a verificare di persona partecipando al prossimo EuroPride 2009 che si terrà proprio a Zurigo dal 2 maggio al 7 giugno. In questo senso mi sento sin d'ora di accogliere il suggerimento di Gian Mario (Famiglia Fantasma) che mi ha scritto nei giorni scorsi manifestando l'intensione di impegnarsi a sostenere e incentivare la partecipazione italiana alla parata e agli eventi correlati.

Concludo ringraziando dal profondo del cuore le associazioni, gli esponenti politici e le istituzioni che con il loro consenso hanno già dato il loro contributo fondamentale all'ottenimento di questo grande risultato e tutti coloro che da ora in poi si impegneranno in vario modo e a vario titolo per rendere questo evento possibile e per rendere tangibile il motto che abbiamo scelto per rappresentarlo "BUILD YOUR PRIDE".
Assessorato al Bilancio, Programmazione economico finanziaria della Regione Lazio (Luigi Nieri),
Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma (Cecilia D'Elia),
Assessorato alla Cultura del Comune di Roma (Umberto Croppi),
Roman Volley - Associazione GLBT,
REFO - Rete Evangelica Fede e Omosessualità,
I-Ken Onlus Napoli,
Famiglie Arcobaleno - Associazione genitori omosessuali,
Nuova Proposta - donne e uomini omosessuali cristiani,
Comitato Torino Pride 2006 e Coordinamento Torino Pride,
Vladimir Luxuria
Saverio Aversa - Responsabile nazionale Cultura delle Differenze Partito della Rifondazione Comunista Sinistra Europea,
Robero Musacchio (Parlamentare europeo Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea),
Luisa Morgantini (Parlamentare europea PRC-SE),
Giusto Catania (Parlamentare europeo PRC-SE),
Vincenzo Aita (Parlamentare europeo PRC-SE),
Vittorio Agnoletto (Parlamentare europeo PRC-SE).