martedì 31 luglio 2007

Pannella escluso dalla corsa al PD

La lunga telenovela delle primarie per il Partito Democratico hanno finalmente visto ieri un loro primo moneto clou con la consegna delle firme e l'ammissione ufficiale delle candidature alla segreteria.
Ad essere escluso, non a sorpresa, Marco Pannella, storico leader radicale, che con la sua solita abilità politica e comunicativa a aveva intuito l'attenzione che si concentrava su questo processo controverso e si era lanciato nella corsa con lo scopo dichiarato di portare in dote al nascente partito il patrimonio di laicità e liberismo dei radicali italiani.
A fermare la sua corsa ci ha pensato il Comitato di valutazione delle candidature, supportato dalle unanimi dichiarazioni dei principali leader di Ds e Margherita (Fassino, Rutelli, Veltroni) che hanno giudicato la candidatura dell'istrionico Pannella strumentale e inammissibile in quanto proveniente dal leader di un altro partito, non aderente alla costituente del Partito Democratico.
Sicuramente da un punto di vista sostanziale questa scelta mostra un'atteggiamento di chiusura verso un'esperienza politica diversa e contribuisce a definire un primo profilo identitario di un partito, che finora è apparso poco chiaro.
Sarà un partito in cui le espressioni più radicali di libertarismo e laicità, protagoniste delle battaglie degli anni '70 su divorzio, aborto, riforma del diritto di famiglia, e di quelle attuali sui diritti civili, eutanasia, testamento biologico, non troveranno cittadinanza, neanche al livello di pura testimonianza.
La reazione immediata e stizzita dei principali leader denota del resto un certo fastidio per questa invasione di campo e il fatto che sia stato lo stesso Veltroni, di solito molto prudente, a intervenire decisamente in senso contrario non fa che confermare questa impressione.
Dal punto di vista politico la scelta di Pannella può essere criticata o meno e la scelta della dirigenza di Margherita e Ds è perfettamente legittima perché decide di fatto chi può stare e chi no nella casa che stanno costruendo assieme.
Dal punto di vista delle regole che si erano dati per questo momento la decisione appare immotivata. Consegnate le firme, infatti, la candidatura era tecnicamente ineccepibile, tanto più che Marco Pannella, pur essendo leader e bussola incontrastato dei Radicali Italiani, non ricopre al loro interno nessuna carica dirigenziale ufficiale. Un re, ma senza corona.
In ogni caso è una personalità politica eccentrica e capace di catalizzare forti passioni e grande interesse mediatico. Una personalità che nei delicati equilibri tra Margherita e Ds, principali protagonisti di questo processo aggregativo, può risultare scomoda per la sua storia e per le tematiche che appartenendogli avrebbe sicuramente portato alla ribalta nel corso dei prossimi mesi di "campagna primarie".
La mia opinione è che la scelta, ancora appellabile, sia stata miope. Il Partito Democratico perde un cavallo di razza (che difficilmente avrebbe comunque trattenuto dopo un'inevitabile sconfitta)e soprattutto perde una delle ultime chance di stimolare al suo interno un serio dibattito su quelle tematiche che sono anche care alla comunità GLBT - che attengono appunto a laicità e autodeterminazione delle persone - di cui i democratici non hanno nessuna voglia di parlare.

Catania Fascista

Ieri parlavo con "Elfo Bruno", che mi raccontava dell'esplosione di violenze e aggressioni fasciste a Catania. L'ultimo episodio addirittura una molotov contro il Centro Sociale Auro (negli anni del liceo ci capitavo abbastanza spesso per le riunioni di comitati cittadini e del Collettivo Spedalieri di cui facevo parte), che si trova proprio dietro la centralissima Piazza Università e Piazza Duomo.
Un episodio gravissimo, verso uno degli storici punti di ritrovo e di cultura della sinistra e dei giovani catanesi che si aggiunge ad altri molto gravi, sempre ad opera di militanti dei neofascisti di Forza Nuova, che sempre più agiscono con metodi squadristi e intimidatori da ventennio, forti di una impunità di fatto che lascia sconcertati.

La stessa situazione che per altro si vive a Roma da qualche tempo, di cui l'episodio di Villa Ada è stato solo il più eclatante e ha visto presi di mira i Centri sociali.

L'indifferenza di fatto della magistratura e della polizia e della politica di fronte a questi fatti è colpevole e inaccettabile. Di fronte a questi agguati, dopo le condanne di rito, si fa poco per contrastare davvero il fenomeno. Veltroni, a Roma, a parlato di "opposti estremismi" confondendo le vittime con i carnefici, mentre alla manifestazione antifascista è stata vietata piazza Vescovio per la vicinanza provocatoria con i circoli di destra della zona, sancendo di fatto il ritiro della democrazia e della libertà di espressione da una parte della città.
In Italia è ancora reato ricostituire il Partito Fascista, è reato fare apologia del fascismo e propugnare ideologie razziste, xenofobe, violente. Come mai le forze dell'ordine così solerti a inseguire coppiette tra le fratte sembrano essere indifferenti a queste gravi violazione dell'ordinamento democratico? Come mai questi covi di neofascisti sono ancora, in tutta Italia, a Roma come a Catania aperti, attivi e funzionanti?

lunedì 30 luglio 2007

Quanti baci al Colosseo!

Sono soddisfatto del risultato della tanto discussa manifestazione di ieri che è riuscita nello scopo semplice ma significativo di tenere alta l'attenzione su una semplice questione di rispetto e di contrasto all'omofobia e di manifestare solidarietà ai giovani colpiti, riportando allo stesso tempo la proteste negli argini di un evento semplice e spontaneo, non in netta cntrapposizione con le forze dell'ordine, e capace di coinvolgere diverse reatà e un centinaio di manifestanti.
Equilibrata la cronaca che ne fa Repubblica.it, con molte foto di Luca e Tommaso... Anche L'Ansa on line ha riportato sin da ieri sera l'evento con una foto che per ovvi motivi ho scelto nella testata di questo post...
C'erano tanti volontari del Mario Mieli, alcuni al solito un po' ritardatari... La Rosa Arcobaleno, la FGS, il deputato di Rifondazione Comunista Massimiliano Smeriglio, molti amici di Gaytoday, molti ragazzi e ragazze lì per manifestare o semplicemente per trascorrere la loro solita serata al Coming out con gli amici. C'era anche molta stampa che aveva attenzionato fin dall'inizio il fatto e persino alcuni esponenti dim Arcigay Roma (A. Ambrogetti e C. Guarino, mi sembra) che pure era stato un po' polemica con quest'iniziativa.
Sicuramente non una manifestazione oceanica, ma credo che per un'evento annunciato alle 14 del giorno prima non ci si potesse aspettare molto di più, considerata anche la calda stagione di vacanze. Anche se la speranza è sempre l'ultima a morire e ci si augura sempre che di più siano i gay e le lesbiche che sentano l'impellenza e la necessità per scendere in piazza in difesa dei propri diritti e della propria dignità.

Adesso, passata la nottata, spero che anche le polemiche (pur solllevate anche da Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay nazionale, su gaynews) si sopiscano capendo anche che la volontà di coordinamento e compattezza devono essere pur reciprochi... e quando come ho avuto modo di segnalare personalmente allo stesso Aurelio non c'è alla base il rispetto per l'identità, le inziative altrui e per l'autonomia altrui è difficile evitare pi che spiacevoli incidenti di percorso occorrano.

domenica 29 luglio 2007

E Marrazzo perse le staffe

Alla fine nel caso del bacio al Colosseo il battagliero Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma ha perso le staffe ed è sbottato...
Ma che credete, non contro i carabinieri o i soliti commenti di Buttiglione e Volontè che immaginano la lobby gay in azione per garantire fantomatiche eccezioni e privilegi per i gay, ma contro il Circolo Mario Mieli, reo, a suo dire, di aver rotto il suo monopolio e primogenitura sul caso organizzando per stasera una manifestazione al Colosseo.

La Cronaca di Roma di "Repubblica" in edicola oggi (29 luglio) titola addirittura "Le associazioni gay di dividono".
E nel corpo parla di "una manifestazione capace di suscitare liti e diverbi, tanto che c'è già chi parla di concorrenza sleale. Protagonisti della vicenda l'Arcigay Roma e il Circolo Mario Mieli, le due storiche associazioni capitoline che si battono da anni in difesa dei diritti degli omosessuali.
Motivo delle polemiche, la decisione del Circolo Mario Mieli di organizzare, stasera alle 22, una serata all'insegna del Bacio Collettivo, un'iniziativa che si terrà in via San Giovanni in Laterano per dimostrare la propria solidarietà alla coppia gay arrestata giovedì notte dai carabinieri perché sorpresa a baciarsi all'ombra del Colosseo. «Hanno copiato la nostra manifestazione» reclama il presidente dell'Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo. L'associazione, infatti, aveva organizzato per giovedì prossimo dalle 23 una "kiss Night", una serata di baci pensata in concomitanza con l'inaugurazione della "gay street"... «La decisione del Circolo Mario Mieli ci lascia profondamente perplessi - continua Marrazzo - i due ragazzi che hanno denunciato il fatto non saranno presenti alla manifestazione di stasera, bensì a quella di giovedìe mi auguro che il Circolo smetta di strumentalizzare fatti del genere solo per ottenere un po' di visbilità»."
La polemica è riportata anche a pagina 15 del Corriere della Sera di oggi. Con Marrazzo che ancora dà fuoco alle polveri del risentimento
Il Corriere titola «Al Colosseo per il kiss in» Ma la protesta gay si divide".
L'articolo prosegue: "l'indignazione è corale. La solidarietà no. Dopo il fermo dei carabinieri8con denuncia per atti osceni) nei confronti di Roberto L. e Michele M., sorpresi in effusioni all'ombra della gay street romana, le polemiche montano e l'orgoglio gay si biforca. il circolo di solidarietà omosessuale Mario Mieli (sul Corriere scrivono proprio così storpiando un po' il nome), tramite agenzie e sul proprio sito, indice un sit-in antiomofobia per stasera 8ore 22) al Colosseo: «. si legge sul comunicato. Arcigay invece posticipa: «». Fabrizio Marrazzo presidente della Gay Help Line e di Arcigay del Lazio, si lascia sfuggire un certo disappunto per il «doppione» mariomielista: «C'è un solo kiss in ed è quello che abbiamo indetto per primi. Con noi ci saranno le vere vittime della vicenda Roberto e Michele. Stiamo anche raccogliendo adesioni tra i vari personaggi dello spettacolo (ieri, inserata, l'adesione di Allessandro Cecchi Paone,ndr). Il Circolo Mario Mieli promette di essere con noi il 2 sera. Ma forse aspettano i titoli sui giornali per valutare se è il caso di anticipare la loro solidarietà». Niente presenzialismo giurano dal Mario Mieli. Piuttosto si tratta di «tenere alta l'attenzione sulla vicenda» dice Andrea Berardicurti, segretario politico del Circolo di Cultura Omosessuale".
Simili dichiarazioni l'onnipresente parla con dichiarazioni rese a Skytg24 (dove si spinge a parlare di manifestazione ufficiale e non ufficale)

Insomma Marrazzo sembra non aver digerito il fatto che altri a Roma possano organizzare qualcosa anche senza il suo consenso (cosa che per altro lui fa regolarmente) e rivendica assurde primogeniture o esclusività.
A me non interessa affatto che ci siano o meno i ragazzi che sono stati denunciati, loro sono un simbolo di un atto di discriminazione che ci spinge oggi a protestare e a dare loro la nostra solidarietà e non mi sembra che così facendo si danneggi nessuno o si strumentalizzi nessuno. L'intenzione era ed è quella di dare un segnale immediato e forte e chiaramente politico, senza fare inutili mescolanze con inaugurazioni di strade o tagli i nastri.
Francamente non si capisce la ragione di tutta questa indignazione se si vuole davvero fare una campagna antiomofobia e sostenere i due giovani due manifestazioni che tengano alta l'attenzione sono meglio di una e come l'avevamo posta in principio non avevano nulla della sovrapposizione o dell'appropriazione indebita. L'unica ragione possibile di tale travaso di bile potrebbe essere proprio quella della visibilità, di cui il caro Fabrizio, parlandone in continuazione, sembra essere evidentemente avido al punto da pretendere un'esclusiva dell'informazione e delle iniziative. Da noi in Sicilia si ha un detto "U lupu di mala cuscienza accussì fà accussì pensa" (il lupo dalla coscienza cattiva pensa che gli altri si comportino come lui).
Non mi interessa criticare l'operato di Arcigay Roma, perché questo atteggiamento, così come quello per la campagna della raccolta firme sul registro delle unioni di fatto da cui Arcigay Roma, unica realtà romana, si è chiamata fuori (salvo poi denunciarne sui giornali addirittura l'inutilità perché loro stavano lavorando a una legge regionale che ancora nessuno a visto) per non dare fastidio a Veltroni, si commentano da soli. Evidentemente l'abitudine a venire addosso alle iniziative altrui è recidiva...

Al contrario l'iniziativa del Mario Mieli si innesta proprio nella linea di sostegno ad una protesta per l'episodio denunciato in prncipio proprio da Arcigay Roma e NON inventa un evento alternativo ma sostiene e rilancia un'iniziativa nata spontanemamente dal web prima di quella del 2 agosto allo scopo di darvi maggiore risalto politico e valore rivendicativo.
Non capire questa semplice verità e non preoccuparsi nemmeno di sentire il Mieli sulle proprie motivazioni e intenzioni pima di uscire pubblicamente con dichiarazioni gravi che sembrano riaprire una inesistente divisione mi sembra un errore che per fortuna non è irrimediabile.
Ad ogni modo spero che queste intemperanze estive non compromettano un clima di solidarietà e compattezza del movimento e possano essere superate dall'esercizio della ragione e da una maggior consapevolezza della complessità delle situazioni e del rispetto degli altri. Da parte di tutti. E anche nel superiore interesse di una comunità glbt che non ha certo bisogno di divisioni interne ma piuttosto di compattezza e forza, e magari anche un po' di senso delle circostanze.

sabato 28 luglio 2007

Mille baci al Colosseo

In risposta a quanto accaduto l'altra notte, nei pressi del Colosseo a Roma col Circolo Mario Mieli abbiamo rilasciato questo comunicato lanciando l'idea di una manifestazione dalla forte caratura politica per domani Domenica 29 luglio alle 22:00, proprio davanti al Colosseo.
Dopo il gravissimo episodio di Gela, che ha visto protagonista vittima uno studente diciassettenne costretto ad abbandonare la scuola e questo altro episodio romano è necessario dare un risposta immediata e compatta.


E' gravissimo e inaccettabile che due ragazzi gay vengano fermati e denunciati per atti osceni in luogo pubblico per un semplice bacio, scambiato alle 2 di notte al Colosseo.
Il racconto dei due giovani, Roberto e Michele, è incredibile, considerato anche il dispiegamento di forze che sembrerebbe più adatto a una retata contro crimini ben più gravi che delle effusioni in una calda serata estiva.
Un comportamento che sembrerebbe dettato da bieca omofobia e che se confermato si tradurrebbe in un palese abuso di potere da parte dei Carabinieri e in un atto decisamente intimidatorio verso i due sfortunati ragazzi e verso una comunità che è parte integrante e attiva della vita sociale e culturale di Roma.
Sarebbe nello stesso interesse dell’Arma dei Carabinieri fare chiarezza su questo episodio, che rischia di mettere in una luce negativa le forze dell’ordine compromettendone l’immagine e l’efficacia in azioni di prevenzione e contrasto di violenze e omicidi che purtroppo hanno funestato Roma. Occasione per fare piazza pulita di residui obsoleti di machismo e di avviare corsi di formazione al rapporto con le diversità.
Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli condanna fermamente tutti gli atti di omofobia e di abuso, soprattutto se provengono da quelle Istituzioni che dovrebbero invece tutelarci contro le violenze e le discriminazioni che ancora siamo costretti a subire e dichiara piena solidarietà ai ragazzi offrendo loro il pieno sostegno legale a tutela della loro dignità e dei loro diritti.
Per ribadire il nostro no deciso a tutti i comportamenti discriminatori e omofobi sosteniamo e lanciamo l'iniziativa di un sit-in di protesta con bacio collettivo proprio al Colosseo (angolo Via San Giovanni in Laterano). Se baciarsi è reato allora i carabinieri avranno proprio molto da fare
domenica 29 luglio a partire dalle 22.00
per manifestare tutta la nostra rabbia per questo gravissimo episodio, esprimere la solidarietà verso i ragazzi colpiti dalla denuncia e verificare le intenzioni delle forze dell’ordine di fronte alla nostra protesta.

Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Andrea Berardicurti - Segreteria Politica
Andrea Maccarrone - Direttivo

giovedì 19 luglio 2007

Un mese

Oggi questo blog compie un mese! Un mese per certi versi incredibile perché, partendo da zero, questo piccolo spazio sta crescendo lentamente grazie all'affetto di tanti che leggono e commentano e grazie allo scambio con una comunità di cui prima ignoravo persino l'esistenza... o meglio non la ignoravo del tutto, ma per pigrizia facevo finta di ignorarla.
Invece come spesso accade, la curiosità e la voglia di sperimentare nuove forme di comunicazione mi hanno aperto le porte di questo mondo e delle tante possibilità che offre e con cui io inizio solo timidamente a prendere confidenza.
Questo piccolo blog è come un bambino che comincia pian piano a muovere i primi passi e sente il bisogno della mano rassicurante dei genitori per per procedere oltre. Quella mano siete ovviamente voi, soprattutto i piu esperti navigatori e blogghisti che con i vostri commenti, consigli, critiche, segnalazioni, pensieri, potete fare in modo che le idee che tento di esprimere si raffinino di pari passo coi mezzi espressivi che questo media offre e che ancora non domino completamente.
Naturalmente come tutti i bimbi cadrà e magari si sbuccerà anche le ginocchia ma spero che possa restare a tormentarvi ancora per un po', almeno finché non vi sarete annoiati al punto da chiedrmi a gran voce di farla finita!

Le ricorrenze prevedono anche dei bilanci e dei buoni propositi per il futuro.

BILANCI:
1) In un mese di scrittura mi sono divertito a scrivere e rendere pubblici pensieri, magari nenche troppo chiari, ma forse un po' scomodi e farlo senza pormi il minimo vincolo di "oppurtinità", di buonismo e correttezza, non rinunciando neppure a fare i nomi e cognomi quando lo ritenevo necessario. A volte dire pane al pane e vino al vino non è utile o addirittura è dannoso. MA vi posso assicurare che fa sentire davvero bene!
2) Ho imparato a conoscere il pentolone in ebollizione dei blogger che pullula di idee, fermenti ed energie. tanti blog dietro i quali si nascondono intelligenze e passioni stupefacenti e a volte anche qualche amico :-)
3) Sono riuscire a dimostrare una certa costanza (a volte trasformatasi nell'eccesso contrario) nello scrivere, cosa niente affatto scontata visto il mio carattere lunatico e pigro.

BUONI PROPOSITI:
1) vorrei risucire a dare una veste grafica piu' leggera, accantivante ed efficace. Adesso non saprei proprio da dove partire ma vi prego di darmi quelche consiglio... prometto che valuterò anche la possibilità di migrare verso altre piattaforme che si prestino a una maggiore flessibilità a patto che non sia troppo difficle la gestione tecnica.
2) devo autosiciplinarmi per scrivere di una maggiore varietà di argomenti diversi. Fino ad ora ho trattato soprattutto tematiche inerente i i diritti e le questioni GLBT ma ho molti altri interessi sia sociali che personali. Mi piace parlare e ragionare di politica in generale e non solo relativamente ai gay, di ambiente, di libri, di viaggi, di relazioni interpersonali. Qui non vi prometto nulla perché questo blog alla fine è nato proprio sullo stimolodella questione gay per poter partecipare ienamente all'esperienza di Gaytoday, ma provar non nuoce.
3) Primum vivere... ma non crediate che il problema della pigrizia sia del tutto superato. Anzi con l'ingresso prepotentte dellea bellastagione, che come sempre tende a portarmi su lidi lontani e a farmi preferire l'aria aperta che la scrivania il problema si amblifica addirittura. E allora il primo porposito è soprravvivere all'estate e continuare a scrivere ancora...

mercoledì 18 luglio 2007

PD: che fare?

La lontanaza sai e' come il vento...
Pochi giorni di distanza - non solo fisica, ma anche mentale - da Roma, ed ecco che tutto sembra precipitare. Il confronto all'interno del gruppo ideatore di Gaytoday si e' sviluppato prorompente some sempre partorendo nuove idee, editoriali, progetti.
Cristiana sta caparbiemente portando e animando la sua idea di "contaminazione" gaya del nascente PD e, verificata la difficile praticabilita' dell'idea originaria di candidare un esponente, riconosciuto e credibile, rappresentate di tutto il movimento GLBT, dopo un confronto con l'ineffabile Paola Concia, portavoce di Gayleft, sta valutando altre strade percorribili (su questo potete leggere anche l'ultimo editoriale su Gaytoday)
L'esigenza da cui nasce questo attivismo e' a me molto chiara: evitare che quello che probabilmente sara' il piu' grande partito del Centro Sinistra e del panorama politico italiano nasca senza di noi con un porogramma sui diritti fragile e ambiguo e pensando di poter fare a meno di noi e del nostro voto, o perche' perso in partenza, o perche' dato per scontato senza offire nulla in cambio.
Il rischio paventato e' quello di finire nella "trappola" dell'estrema sinistra e dei radicali, che essendo gli unici a sostenre con piu chiarezza diritti e laicita' sarebbero (a buon titolo) gli unici a raccogliere il voto del movimento glbt, senza pero' potere, o volere, fare nulla per noi per la loro condizione di minoranza nella coalizione. Il Volere sta nella costatazione che, mentre su altre questioni (base di Vicenza, pensioni, etc.) si e' sfiorata la crisi mai sui diritti si sono puntati i piedi e si e' sempre prefrito lavorare col fioretto delle mezze parole o delle dichiarazioni non seguite dai fatti parlamentari. La "scusa" di non disporre di maggioranze sufficienti ad approvare una qualsiasi legge sulle coppie e ancor meno sul matrimonio omosessuale, potrebbe essere la foglia di fico cui nascondersi ancora per molto tempo continuando a raccogliere i consensi di posizioni teoricamente piu' progrressiste.
Si vuole evitare insomma un pericolo di irrilevanza politica di fatto, che porti a un immobilismo persistente.
Del resto e' pur vero che le parole di Veltroni sulle coppie di fatto sono tanto timide da sfiorare il nulla totale, e da porlo sui diritti alla destra persino del governatore del Veneto Galan, che in questi giorni si e' detto favorevole alle adozioni gay dimostrando un approccio al problema serenamente laico. Mentre l'impegno su questo fronte che e' lecito attendersi dalgli altri candidati, Furio Colobo, e la Cattolica Bindi non e' certo maggiore.
Come influire su questo stato di cose?
Cristiana propone di provare a cambiare il PD, su laicita' diritti, capacita' decisionale, dall'interno, provando ad entrare nel meccanismo con dei "nostri" rappresentati che si facciano portatori di queste esigenze e di questi valori e che che quindi cambino il DNA del partito. Se riuscisse questa conquista della torre eburnea del PD sarebbe un succeso indiscusso e non solo per gay, lesbiche e trans, ma per l'Italia che potrebbe fare affidamento su di un partito forte di cultura riformista e capace di influire davvero sul cambianto.
Io rimango, inveve, molto prerplesso su questo percorso. Personalmente trovo molto difficle l'idea di poter aderire, non come candidato in una delle liste, ma persino come votante alle primarie, al PD. E penso che simile difficolta' non sia solo mia. La convivenza anche solo virtuale con personaggi tipo Rutelli, Binetti, Bobba, Serafini, Baio Bossi, Follini, mi da un certo ribrezzo.
Inoltre non credo che l'operazione sia realmente in grado di cambiare gli equilibri all'interno del PD, questi non dipendono da 10, 20 o 100 eventuali delegati glbt ma da scelte gia' fatte a suo tempo da DS e Margherita, senza le quali non sarebbe possibile tenere assieme due culture politiche teoricamente cosi' diverse.
E' chiaro che un Pd che ponesse la questione della laicita', dei matrimoni GLBT e di altri diritti in modo non equivoco non vedrebbe dentro la Binetti e bobba (e sarebbe gran cosa), ma neanche Rutelli e mezza Margherita, e certamnte non i centristi di Follini, e allora tutta l'operazione fallirebbe. Non credo che Fassino e Rutelli e Veltroni siano disposti a questa possibilita' per fare contenti noi.
L'unico modo per provare a cambiare le cose, per me e' lavorare dall'esterno, con tenacia, sia nella politica che nella societa'.
Sul piano strettamente politico, mi stuzzica di piu' l'idea di Elfo Bruno, di votare alle prossime amministrative schede nulle con frasi ad effetto tipo "matrimonio gay". Anche questa non mi convince ancora del tutto, presenta rischi e incertezze ma almeno farebbe davvero pesare e contare un voto e laddove vittorie e sconfitte si misurano per poche centinaia o migliaia di consensi, contare le schede nulle potrebbe dare un bel brivido lungo la schiena a certi pavidi politici.
In conclusione per il momento l'idea di "contaminazione" del PD non mi convince, perche' non in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati, perche' politicamente ininfluente e perche' presenta troppi rischi di essere strumentalizzata da alcuni noti personaggi di Gayleft e Gaydem, che fino ad ora non hanno fatto nulla per guadagnarsi la mia fiducia.

Buongiorno Oslo

Dopo la Sicilia, assieme a mio fratello appena laureato, sono venuto a trascorrere qualche giorno al fresco a Oslo, capitale della Norvegia (per chi non lo sapesse...)
Questa citta e' diventata una delle mie case nel mondo, un luogo dove sentirmi amato e sereno grazie all'affetto straordiordinario e dirompende di una coppia di amici. Una coppia, Tom e Roy, che sta sta assieme e convive da 13 anni (e poi dicono che le coppie omo non durano) costruendo una vita semplice e fatta di gioe semplici.
Da quando ho avuto la grande fortuna di conoscerli sono tornato qui a Oslo e in Norvegia almeno una decina di volte e sempre mi stupisce l'attenzione che mettono in ogni cosa e la spontaneita' e naturalezza dei gesti coi quali ti fanno senitire subito amato e benvenuto.
Da quando li ho conosciuti sono sempre stati felici di invitare assieme a me mio fratello e i miei piu cari amici, che a loro volta divengono loro cari amici e cosi, attorno alla loro casa si e creata una vera comunita' di italiani, e non solo (perche' loro sono cosi con tutti ovviamente, generosi e stroridnari), una vera famiglia allargata transnazionale che dimostra come l'amore non ha confini di sesso, di lingue, di tradizioni, ma riesce a travalicarli tutti.
Sarebbe ora che qualcuno se ne accorgesse anche in Italia.

giovedì 12 luglio 2007

Dario Laureato

Mio fratello si è laureato con uno splendido 110 e lode, Auguri e complimenti bubu... Adesso vacanze!

Si laurea Dario

Tra pochissime ore ormai si laurea mio fratello Dario, in Ingegneria informatica...
Be' sono contento anche perché mi ha dedicato la tesi , senza che abbia fatto gran che per meritarlo se non essere suo fratello.
Così adesso anche per lui si chiude un'epoca e si apre il capitolo delle scelte. Adesso siamo grandi! (forse).

mercoledì 11 luglio 2007

Veltroni come Ponzio Pilato


Quivi sospiri, pianti e alti guai
risonavan per l’aere sanza stelle,
per ch’io al cominciar ne lagrimai.
Diverse lingue, orribili favelle
parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle
facevano un tumulto, il qual s’aggira
sempre in quell’aura sanza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira.
E io ch’avea d’error la testa cinta,
dissi: «Maestro, che è quel ch’i’ odo?
e che gent’è che par nel duol sì vinta?».
Ed elli a me: «Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser sanzanfamia e sanza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
e li angeli che non furon ribelli
fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.
Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli».
E io: «Maestro, che è tanto greve
a lor, che lamentar li fa sì forte?».
Rispuose: «Dicerolti molto breve.
Questi non hanno speranza di morte
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ’nvidiosi son d’ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
E io, che riguardai, vidi una ’nsegna
che girando correva tanto ratta,
che d’ogne posa mi parea indegna;
e dietro le venìa sì lunga tratta
di gente, ch’i’ non averei creduto
che morte tanta n’avesse disfatta.
Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto,
vidi e conobbi l’ombra di colui
che fece per viltade il gran rifiuto.
Incontanente intesi e certo fui
che questa era la setta d’i cattivi,
a Dio spiacenti e a’ nemici sui.

(Dante Aligheri, Divina Commedia, Inferno, Canto III)

Ecco come Dante sistemava Gli Ignavi, cioè coloro che nella vita non avevano saputo prendere una netta posizione per il bene o per il male. e Virgilio lo incalzava "Non ragionam di lor, ma guarda e passa".
Invece, contravvenendo al consiglio della saggia guida dantesca noi proprio di loro vogliamo ragionare oggi. Anzi di uno di loro: Walter Veltroni. So che ormai sembra quasi una fissa da parte mia, ma la nostra opaca politica e i tempi per vacanzieri di questa estate non offrono molti spunti e ci inducono ad appassionarci alle saghe e ai romanzi d'appendice... come la nascita del Partito Democratico.
a pochi giorni dallo scadere del termine per la raccolta delle firme per il Referendum elettorale, promosso per cambiare la legge che ha portato all'elezione dell'attuale Parlamento, il Sindaco di Roma, candidato alla segreteria del Partito Democratico decide che non può più stare alla finestra e deve esprimersi nel merito anche lui.
Lo fa col suo solito stile: "sono d'accordo con le tesi dei referendari ma non firmo perché sono candidato alla leadership di un partito dove ci sono idee diverse in merito". In pratica ha fatto come Ponzio Pilato, se ne è lavato le mani. Da ignavo non a preso posizione! Ma a che servono i leader se non per fare delle scelte chiare e magari guidare i loro partiti e convincerli della bontà di queste scelte? Assumendosene se il caso anche la responsabilità in termini di consensi e di successi? A destra, Fini ha, per esempio, saputo incarnare questo ruolo, prendendo delle posizioni difficili o controverse anche contro il sentire profondo di parte della classe dirigente e della base del suo partito su questioni centrali come la cittadinanza, Israele, persino le coppie di fatto.
Veltroni si candida ad essere il leader delle non scelte e delle non posizioni . Col non voler scontentare nessuno potrebbe finire con lo scontentare tutti, anche perché un atteggiamento di questo tipo, favorisce di fatto le posizioni più conservatrici, che mirano a mantenere lo status quo e quindi incapaci di promuove cambiamenti nel partito e nella società.
Io da un leader forte e coraggioso mi aspetto comportamenti coerenti con le sue dichiarazioni: "Credo nel referendum, firmo", "Sostengo le coppie di fatto, promuovo le leggi consequenziali" etc... non del tipo "Ma a me sembrerebbe anche giusto che alle persone che sia amano vengano riconosciuti certi diritti, ma devo constatare che nel mio partito non c'è accordo su questo (che la Binetti non è ancora morta) e allora non posso prendere iniziative..."
Buonanotte!

Tutto questo mentre la sua corsa si annuncia ancor più solitaria dopo la rinuncia a competere di Bersani e le sue stesse parole che paventano divisioni inutili in caso di una pluralità di candidature.
Previsioni del Tempo? Nuvole nere e tempi buoi sul nostro futuro! Speriamo che come ogni bufera che si rispetti veda sorgere alla fine un bell'ARCOBALENO

lunedì 9 luglio 2007

Al Catania Pride

Ero molto emozionato sabato 7 all'idea di sfilare per la prima volta in un Pride della mia città. Emozionato e contento di poterlo fare assieme ad altri 5 ragazzi del Mario Mieli e di poter rivedere i volti amici di alcuni dell'Open Mind, di Saverio Aversa (Rifondazione Comunista, Liberazione) e Vincenzo Rao (di Articolo Tre di Palermo, ha scritto anche un interessante commento sul pride di Catania e messo on line molte foto) e di altri ancora. Sul piano strettamente personale devo dire di essere stato davvero contento e quasi commosso di aver notato molti volti conosciuti nel corteo tra i vecchi compagni del Collettivo Spedalieri (il mio liceo): ragazzi e ragazze che pur non essendo più direttamente impegnati in politica (e nemmeno gay) sentono ancora quel bisogno di partecipazione civica che animava anche le nostre passioni in quegli anni e con la loro semplice presenza rinsaldano quel legame fatto di comuni valori e sentire.
Quello di Catania è un classico esempio di manifestazione in cui i numeri contano, ma conta di più il coraggio di esserci perché in un contesto del sud, per molti versi assai provinciale, in cui la visibilità e un grosso problema per moltissimi, essere in piazza è già una vittoria.
Un successo che va assegnato in primo luogo alla tenacia dell'Open Mind, che negli ultimi anni ha sempre voluto dare il senso di una presenza forte e politicamente inequivocabile, seppur solitaria, e quest'anno è stato implicitamente riconosciuto dalla scelta delle altre sigle locali di contribuire alla costruzione di un pride unitario e dalla presenza di alcune personalità del movimento nazionale (Mancuso, Grillini, Piccolo) che hanno capito come una piazza così complessa e vitale non poteva più essere disertata. Poi certamente va premiata la scelta delle altre associazioni locali (Arcigay Catania, Gruppo Pegaso's, Agedo) di aver accettato di seguire per la prima volta un percorso condiviso, mettendosi in gioco direttamente. Personalmente nutro solo qualche dubbio sulla presenza tra gli "organizzatori" politici di un gruppo principalmente commerciale come il Pegaso's ma evidentemente questa attiene a una di quelle caratteristiche del territorio.
Il successo dell'evento è stato poi decretato dall'adesione di altre associazioni e dei singoli dell'isola, calabresi e italiane (tra cui il Circolo Mario Mieli) tra le quali mi è sembrata molto significativa la presenza dei gruppi femminili e femministi.
Il corteo è stato come sempre colorato e festoso ma carico del messaggio forte dei diritti e del singolare percorso che il movimento ha fatto nella mia città. Molto significativa è forte è stata infatti la presenza dei Radicali Catania e poi dei compagni dei centri sociali, dei Giovani Comunisti e di altre realtà che si sono raccolte nella sigle del Comitato 16 settembre (orgoglioso antifascismo) nato in risposta al tentativo di bloccare proprio il pride di Catania dell'anno scorso da parte di Forza Nuova (questa volta fortunatamente assente). A questo comitato non poteva certo mancare l'apporto battagliero e militante delle donne di Contro campo e di Facciamo Breccia, rappresentata anche dal palco finale da una Nicoletta Poidimani più agguerrita che mai.
Molti gli omosessuali che hanno assistito alla sfilata ai margini di una strada per altro affollato dallo struscio di forzati dei saldi appena iniziati. Questo atteggiamento di timido attendismo mi sembra indice di una simpatia e adesione spirituale che non trova ancora il coraggio del protagonismo diretto ma lascia molto ben sperare per la partecipazione futura. Sull'esempio dei tanti più coraggiosi o sfrontati.

Tra i discorsi, tutti molto appassionati, mi sembra che si sia distinto quello di Vanni Piccolo, che ha coniugato un momento di rievocazione personale all'accusa netta rivolta al "suo partito", i DS, di essere assenti dal corteo e la rivendicazione di una sua scelta politica nel nascente Partito Democratico per capovolgere questo atteggiamento di fredda indifferenza alle questioni dei diritti, laicità e glbt. Auguri Vanni.
Molto interessanti i riferimenti fatti da Sara Crescimone (Open Mind) e da altri oratori al difficile contesto della politica catanese e siciliana. Mafia, voto di scambio, onnipresenza delle destre, rendono il rapporto istituzionale impraticabile e spesso moralmente inaccettabile.

Adesso conclusa in bellezza la stagione dei Pride bisogna interrogarsi sulle prospettive future del movimento. Alla bellezza e forza politica e comunicativa di queste nostre manifestazioni, infatti, risponde un quasi completo silenzio della stampa (anche La Sicilia e il Giornale di Sicilia hanno relegato la notizia del Pride alle pagine della cronaca cittadina) e della politica. Un silenzio già calato anche sul grandioso Pride Romano e che ci deve far riflettere sullo stato di salute della nostra democrazia, capace di dimenticare centinaia di migliaia di cittadini che svilano per i diritti, e sulle strategie da seguire per uscire dall'isolamento e raccogliere alcuni dei frutti della nostra mobilitazione!

venerdì 6 luglio 2007

Verso il Catania Pride


Tra poche ore prenderò il treno che mi porterà a Catania e al suo Pride.
Nonostante sia la mia città e da sempre una delle più vivaci per cultura gaya e per attivismo politico, presidiata com'è da molti anni dall'OPEN MIND, nonostante si tenga proprio lì un pride ogni anno, questa sarà la prima volta che io potrò partecipare. Vivendo a Roma ho sempre ho avuto difficoltà ad andare solo per quei pochi giorni, conciliando anche con gli esami universitari, gli impegni romani e, soprattutto il rientro in famiglia.

Quest'anno anche la coincidenza di un bell'evento familiare (la laurea di mio fratello la prossima settimana), invece, mi consente di sfilare per la manifestazione dell'Orgoglio che anima Catania.
L'importanza di quest'anno è accresciuta dal ricordo della manifestazione dell'anno scorso, bloccata dai militanti di Forza Nuova.
Spero di farvi una cronaca soddisfatta domani sera...

Messaggio all'Assemblea dei Radicali Roma

Il 7 e l'8 luglio si terrà a Roma l'assemblea annuale dell'Associazione Radicali Roma. Vista la stretta collaborazine avuta quest'anno tra loro e il Circolo Mario Mieli in particolare all'interno del comitato promotore per la delibera di inizativa popolare sul Registro delle Unioni Civili che abbiamo condotto assieme ad altre associazioni GLBT romane a partire da febbraio scorso, sono stato invitato all'assise. Io però sarò al Pride di Catania, che come sapete è la mia città e allora ho inviato questo messaggio.

Cari Amici e Compagni Radicali dell'Associazione Radicali Roma,
vi ringrazio di cuore per avere invitato me e il Circolo Mario Mieli a questo momento assembleare, chiaramente fondamentale nella vita di ogni organizzazione politica. Non essendo purtroppo in grado di essere presente fisicamente assieme a voi, oggi pomeriggio, perché al Pride di Catania, che si svolge in contemporanea, sento comunque il bisogno e il piacere di inviarvi un breve messaggio di saluto e di auguri.
Saluto e auguri intesi certamente a nome mio e, soprattutto del Circolo Mario Mieli, degli altri consiglieri del Direttivo, della Presidente Rossana Praitano e della segreteria con la quale sono stati più frequenti i contatti quotidiani di lavoro.
Mai come nell'anno appena trascorso tra le nostre associazioni si è avuta una consuetudine e una collaborazione così forte e costruttiva che ci ha visti fianco a fianco in diverse iniziative.
In primo luogo voglio naturalmente ricordare la Campagna di raccolta firme per il Registro delle Unioni Civili, che, grazie soprattutto alla vostra tenacia, impegno e determinazione, ha riscosso il grande successo sperato, portando in Campidoglio oltre 10.000 firme. Questa campagna ha raggiunto solo una prima tappa e richiede ancora una salda collaborazione in un delicato lavoro di pressione e sensibilizzazione perché possa giungere al successo finale del voto e dell'approvazione al Consiglio Comunale.
Ma voglio anche ricordare le occasioni che ci hanno visto in piazza insieme a gennaio a Stazione Termini contro le steli erette a Giovanni Paolo II, il 10 marzo a Piazza Farnese, il 12 maggio ad Orgoglio Laico, di fronte all'ambasciata russa in solidarietà coi compagni del Partito Radicale Transnazionale e degli altri attivisti russi arrestati e picchiati al Pride di Mosca, e poi, naturalmente il 16 giugno al Pride di Roma.
Tante occasioni in cui, attraverso un dialogo e un confronto diretti e franchi, si è cementato un rapporto anche umano, oltre che politico, in particolare con Alessandra Pinna, Massimiliano Iervolino e Gianclaudio Morini, anche con Mario Staderini, Sergio Rovasio e gli altri compagni radicali con i quali spesso fianco a fianco abbiamo raccolto assieme le firme o ci siamo incontrati e confrontati nella vostra sede. Non ho imbarazzo a dire che questo confronto è stato per me una fonte di crescita e di apprendimento e che spero che prosegua e si rafforzi in futuro. A tutti voi va un sentito ringraziamento e un invito a proseguire con la stessa passione e determinazione nelle
nostre comuni battaglie per la laicità, per un'informazione libera e pluralista, per i diritti civili e umani.
Uniti, continuando a collaborare e a confrontarci potremo raggiungere i nostri obiettivi.

Andrea Maccarrone,
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli

Coraggio Antifascista

In risposta alla violenta retata dei gruppi neofascisti, avvenuta solo qualche giorno fa a Villa Ada a Roma, la rete antifascista dei centri sociali e delle associazioni, che già da alcuni anni lavora assieme per fronteggiare questa recrudescenza di violenza, neofascismo e neonazismo che hanno colpito la Capitale, come altri importanti città italiane, ha indetto una serie di iniziative e una manifestazione per sabato 7.
Fondamentale è dare una risposta immediata all'ennesimo atto intimidatorio, eclatante per organizzazione squadristica, che giunge solo ultimo di una serie infinita di episodi gravissimi come quello che ha provocato l'uccisione di Renato Biagetti all'uscita di una discoteca di Focene meno di un anno fa.
Accorato è l'appello rivolto alla società civile e al mondo dell'associazionismo laico, democratico e antifascista a cui ha naturalmente aderito anche il Circolo Mario Mieli.

Assolutamente condivisibile, come del resto già a caldo facevo, l'ingiunzione al mondo istituzionale ad agire in profondità con politiche vere:
"Le istituzioni romane, il Sindaco Veltroni, tutte le forze politiche e sociali democratiche devono intervenire: basta con lo sdoganamento e la legittimazione dello squadrismo neo-fascista, basta con la concessione di spazi a chi fa apologia di fascismo, basta con la politica di equidistanza che pone la radicalità politica e sociale sullo stesso piano della intolleranza e della violenza razzista contro la sinistra, i migranti, i gay, le lesbiche, i transessuali.
Non bastano generiche condanne alla violenza: la organizzazione di forze dichiaratamente neofasciste e gli atti squadristici sono un fenomeno grave da condannare apertamente e contrastare senza tolleranza alcuna. Roma rifiuta i fascisti. E lo dimostrerà sabato 7 luglio, con una grande manifestazione pacifica e di massa, plurale, radicalmente antifascista, autotutelata, sonora e comunicativa, per dire a tutta la città che non esistono zone franche, per affermare la libertà di movimento e il diritto di resistenza a difesa della libertà di espressione e aggregazione davanti al terrore di poche decine di vigliacchi, da sempre al servizio dei poteri forti.
Invitiamo quindi le associazioni, i comitati, i centri sociali, le forze politiche, i sindacati e tutta la Roma democratica e antifascista a partecipare a questa grande giornata di libertà".

Il corteo, che inizialmente doveva toccare piazza Vescovio ha cambiato tragitto, perché non autorizzato dalla questura per motivi di ordine pubblico. Al momento dovrebbe partire da Villa Ada e giungere a Piazza S. Emerenziana e ritorno. Partenza ore 16:00

Ma è importante seguire l'evoluzione della vicenda perché trattative cola questura sarebbero ancora in corso.

Questa vicenda appare, a dire il vero, un po' desolante. Il fatto che la questura dia per acclarato che un corteo antifascista NON possa passare da piazza Vescovio perché zona a forte presenza di circoli di estrema destra è già un cattivo segnale per la nostra democrazia e per la sicurezza. Evidentemente esistono a Roma delle zone franche in cui la legge della democrazia e del diritto non arriva, dei territori dove lo Stato si ritira e lascia che a spadroneggiare siano le bande dei violenti. Questo è inconcepibile poiché assegna una vittoria a chi semina violenza e terrore e lascia passare per provocatore chi vuole riaffermare con coraggio e chiarezza i più elementari principi costituzionali.

giovedì 5 luglio 2007

Gay Dem, la foglia di fico

Sento il bisogno di chiarire un po' più a freddo alcune questioni sollevate ieri nella mia lunga e incendiaria missiva Concia e Benedino.
Innanzitutto non trovo scorretto o sbagliato cercare di portare e rappresentare le istanze del movimento Glbt, come altre istanze civili o sociali all'interno dei partiti. Anzi un collegamento tra le realtà vitali ddella società e la politica e i partiti è indispensabile per recuperar il ruolo di cerniera e di mediazione della classe politica verso la società evitando il rischio che divenga autoreferenziale (una delle malattie della politica italiana in generale degli ultimi anni purtroppo).
Il lavoro e l'impegno di chi, quindi, con questo scopo si impegna in una formazione politica è fondamentale, importante e degno di tutto il rispetto possibile.
Ci sono due modi per interpretarlo tuttavia:
1) Cercare di sensibilizzare il partito in cui ci si trova a lavorare o con cui si collabora su delle questione che ci stanno a cuore e di cui vogliamo farci portatori.
2) Fare da foglia di fico o da specchietto delle allodole verso una comunità per creare consenso attorno a un parito o a una scelta politica. In questo secondo caso il ruolo di collegamento tra partiti e società civile non funziona più nella direzione che prima indicavo ma all'inverso: La politica detta le sue priorità, le sue parole d'ordine e la sua agenda e gli intermediari si fanno carico di farla accettare alla società civile e di creare il consenso spendendo la loro credibilità personale e il loro ruolo all'interno di una comunità. In pratica si mette prima il partito e poi il movimento.
Troppo spesso questo secondo ruolo è stato svolto negli ultimi anni proprio da Gayleft e anche da Arcigay, con i risultati che conosciamo. I DS sono stati capaci di sostenere compattamente il PACS solo finché sono rimasti all'opposizione, usandolo come bandiera, per abbandonarlo subito dopo, al governo. La dimostrazione dell'impatto nullo nella sensibilizzazione della dirigenza DS sui diritti glbt ci è dato dall'atteggiamento ambiguo e distante tenuto da Fassino in occasione dell'ultimo Pride, delle scelte di Veltroni etc.
Questa ambiguità è stata, per così dire, svelata dal Pride da un lato e dal percorso verso il PD dall'altro, quando per giungere all'unità con la Magherita laicità e diritti glbt sono stati abbandonati con una rapidità impressionante.
Naturalmente questa è un'analisi generalissima che non investe le scelte di singoli attenti esponenti nazionali o locali (molti dei quali hanno però scelto la strada della coerenza abbandonando anche su queste tematiche la nave dei DS per fondare nuove case politiche.
Con l'appello lanciato prima da Vanni Piccolo (già protagonista di spiacevoli episodi nel 2000 quando si fece promotore assieme a Rutelli e alle gerarchie vaticane del rinvio di un anno del World Pride) e poi da Concia e Benedino, i GayDem si candidano proprio al ruolo di foglia di fico e di specchietto delle allodole. Ruolo di cui dopo la recente svolta pro matrimonio di Arcigay, non sentiamo proprio il bisogno.
Stare nel PD come gay è legittimo e può essere utile ma a patto che si sappiano prendere posizioni chiare e che si conti davvero nelle scelte.
Se di fronte alle parole di Veltroni sui diritti delle persone nelle coppie, parole già vecchie e inadeguate, si grida alla svolta e si fanno i salti di gioia, siamo di fronte a una bassa operazione di consenso e di captatio benevolentiae.
Un'operazione che può essere utile al PD, utile a Piccolo, a Concia e Benedino, ma che viene pagata dalla comunità e dal movimento GLBT, sempre che non la si denunci da subito con chiarezza!
Il mio augurio a Paola Concia e ad Andrea Benedino è di riuscire a trovare il coraggio per ricollegarsi al movimento e per mettere serimente in mora le ambiguità e le incertezze del partito che hanno scelto come casa. Se lo faranno con forza e coerenza avranno il mio appoggio (esterno) e daranno credibilità alle loro azioni politiche. Altrimenti faranno come il lupo che grida alla luna sperando di spaventarla.

mercoledì 4 luglio 2007

L'inganno di GayDem

"Sappiamo anche quanto Veltroni, nel suo discorso di mercoledì scorso, abbia segnato una svolta profonda, segnalando con preoccupazione il crescere dell’omofobia nella nostra società e indicando in una legge che riconosca «anche in Italia, come hanno fatto tutte le altre grandi democrazie... i diritti delle persone che si amano e convivono» una delle priorità programmatiche del nuovo partito.
Non concordiamo con chi dice che si è trattato di un «discorso di buon senso» che merita poco più che la «sufficienza»". Ecco alcune delle parole che Paola Concia e Andrea Benedino usano per lanciare la nascita di GayDem e unirsi al coro degli osanna a Veltroni, incoronato segretario del Partito Democratico.

Cari Concia e Benedino,
con tutto il rispetto dovuto a chi con difficoltà cerca di lavorare per i diritti, ma che andate raccontando? chi volete prendere in giro? ma credete davvero a quel che dite?
Di quale svolta si è fatto protagonista Veltroni? a rileggere bene quelle parole si tratta soltanto della riproposizione di quello che è scritto nelle tragiche 7 righe del programma dell'Unione: i diritti alle persone che vivono in coppia. Proprio quelle 7 righe che poco più di un anno fa fecero gridare tutto il movimento allo scandalo e al tradimento adesso sono accolte da voi come la grande svolta che ci farebbe ben sperare? Se quelle righe erano inaccettabili (così come la legge sui DiCo) anche come sintesi di un programma di tutto il Centrosinistra, fino a Mastella, perché dovrebbero essere accettabili oggi come programma del PD? e la nuova sintesi con Mastella quale sarà?
Non voglio usare giri di parole. Questo appeacement compromissorio che ha spinto il movimento nelle spire del PACS e dei DS è una delle cause che ci ha portati oggi a questa situazione assurda. Io, e molti come me credo, sono stanco stanco stanco di questi giochi di prestigio!
Il Pride del 16 giugno, che nel vostro accorato messaggio ricordate, poneva obiettivi e parole d'ordine chiari: MATRIMONIO, ADOZIONI, LEGGE ANTIDSICRIMINATORIA...
Proprio Su questa piattaforma non è stato solo Rutelli ma Fassino, ancora segretario dei DS, a non voler aderire...
E Veltroni, sindaco di Roma, non ha detto mezza parola di un milione di gay, lesbiche, trans, cittadine e cittadini comuni che hanno attraversato la sua città, non un gesto, un riconoscimento o un saluto. Mentre nelle capitali europee che ricorda i sindaci aprono i gay pride, e lo fa persino Bloomberg, appena uscito dal Parito Repubblicano, a New York, Veltroni si astiene e ignora. VERGOGNOSO.
Se all'indomani del Family Day Fassino si affrettò a dire che adesso era pronto a un confronto con Pezzotta per studiare con lui delle modifiche al codice civile e naturalmente le politiche richieste a sostegno della famiglia il giorno dopo il 16 giugno tutti i DS erano troppo impegnati a pensare a come parasi il culo dagli scandali accusando la magistratura e immaginando nuove norme sulle intercettazioni telefoniche, nuovo esempio di inciviltà italiana, mentre milioni di cittadine e cittadini sono in attesa da decenni di elementari tutele giuridiche e riconoscimenti. Queste cose non sono successe qualche lustro o decennio fa ma meno di un mese fa! Davvero credete che i gay abbiano tutti una memoria così corta?

Laicità: nel discorso della svolta Veltroni fa ancora l'equilibrista chiamando in causa il laicismo, il diritto dei cattolici a dire la loro (e chi lo ha mai negato). Dov'è il coraggio? dove la svolta? Coraggioso Veltroni a dire inequivocabilmente sì alla TAV, sì a interventi sulla previdenza, sì a una politica sui rifiuti. Un coraggio che a ben vedere ammicca sempre un po' a destra (e le aperture di Berlusconi sono significative). PAVIDO Veltroni quando parla ancora di DiCo e fa il buonista sull'omofobia.

E poi, Cari Concia e Benedino, che ha fatto concretamente per i gay e per le coppie di fatto Veltroni a Roma in 6 anni? ve lo dico io 0 (zero). Addirittura ha fatto in modo di insabbiare la proposta di un Registro delle Unioni Civili presentata da alcuni consiglieri comunali non facendola arrivare nemmeno in aula e costringendo il movimento romano a una raccolta di firme per fare una proposta di delibera di iniziativa popolare. Ha, inoltre, sempre escluso le associazioni omosessuali (e di diversamente abili, Rom e Sinti) dai viaggi della memoria dell'olocausto, come se la comunità omosessuale non fosse stata vittima delle medesime persecuzioni.
La faccia nel fare mettere due enormi steli all'omofobo Giovanni Paolo II a Stazione Termini invece c'è l'ha messa volentieri.
La lotta all'omofobia, l'inclusione, la laicità, il rispetto per le persone che convivono si devono dimostrare nei fatti. Non nelle vuote e timide parole di un comizio, che già solo voi ricordate.
Forse la carica e la passione con cui dico certe cose può far sembrare che io parta da posizioni preconcette, ma nasce dalla rabbia di aver dovuto subire e sopportare per anni certe politiche. Anche alle ultime elezioni municipali ho ancora dato fiducia a Veltroni votandolo come sindaco, ma quel voto non ha avuto alcun peso nelle sue scelte, è stato ignorato e stracciato. Così anche le riserve più grandi di fiducia si esauriscono e anche le pazienze più salde si perdono.
Credo che il movimento GLBT italiano abbia perso la pazienza e sia stanco di compromessi sulla sua pelle, di supponenza, superficialità, di essere sempre ignorato e messo in coda alla lista delle priorità. Tutti noi ci siamo stufati di essere presi in giro anche se a farlo sono altri gay e lesbiche come noi, che si prestano ai giochi divenendo veline del potere e del più forte.
Mi spiace, io non ci sto!

Con rabbia, Andrea Maccarrone

Se divento Enrico

Su Il Manifesto in edicola ieri è uscito un breve pezzo di Giacomo Russo Spena sui gay nelle forze armate che prendeva spunto dal messaggio ufficiale di scuse ai soldati gay che negli anni avevano sofferto discriminazioni e soprusi diramato qualche giorno fa dal ministero della difesa britannico.
L'articolo approfondisce la questione mettendo in parallelo la situazione del Regno Unito con quella italiana. Per avere alcune delucidazioni il giornalista ha chiamato il Circolo Mario Mieli e ha parlato con me della questione, risentendomi anche altre due volte in seguito.
Finale divertente nell'articolo mi cita come "Enrico Maccarrone". Posso garantire che è stata una simpatica trovata della sua fantasia (non avendo il nome Enrico alcuna assonanza con Andrea) e non una mia furberia per mantenere l'anonimato! Anzi visto l'argomento vi metto una mia splendida foto in mimetica scattata qualche anno fa all'Europride village di Oslo. Che soldatessa...

Be' comunque l'importante è che il concetto sia passato.


p.s. Che bel sito che ha Il manifesto semplice e con la possibilità di leggere on line tutto il quotidiano in edicola il giorno stesso. Complimenti!

Spagna, un tempio per i franchisti

Su La Repubblica di ieri (pag.22) è apparsa la notizia che l'arcivescovo di Valencia, Agustìn Garcìa Gasco, ha già dato avvio alla costruzione di un grandioso monumento a commemorazione dei "martiri del '36", vittime della persecuzione religiosa nel corso del primo anno dello scontro fratricida che portò all'ascesa del generalissimo Franco. 226 Valenciani già beatificati nel 2001 da Giovanni Paolo II.
Questa scelta viene definita "vergognosa" dai dirigenti delle associazioni per il recupero della memoria storica, in una città dove, ricordano, "sono state trovate fosse comuni con migliaia di vittime della repressione franchista", alle quali "non si può neppure porre una lapide".
Il monumento, fortemente voluto da monsignor Garcìa Gasco, si farà anche grazie all'aiuto del sindaco Rita Barberà edell'amministrazione comunale, guidata dal Partito Popolare, che hanno concesso alla Curia gli spazi necessari .
Amparo Salvador, energica presidente del Forum per la memoria del Paese Valenziano dal canto suo attacca ricordando che "la Chiesa non ha mai reso omaggio alle 26300 persone apparse nelle fosse comuni del cimitero di Valencia, vittime della repressione franchista".
Del resto la chiesa cattolica spagnola e l'Opus Dei hanno notoriamente avuto un ruolo di primo piano nel regime di Franco, sostenendone e animandone sia la sanguinosa campagna militare che la politica autoritaria. Queste responsabilità sono note agli spagnoli. E proprio in Spagna, forse la curia farebbe bene a ergere monumenti in commemorazione delle tante vittime direttamente causate dalla ferocia di secoli di Inquisizione!
Abbiamo invece l'impressione che la Conferenza Episcopale Spagnola usi la memoria storica per aprire un nuovo fronte di conflitto col Governo Zapatero, esplicitamente accusato di "voler riaprire vecchie ferite". Mistificazione delle ferite e dei colpi subiti sul fronte dei matrimoni e adozioni omosessuali, divorzio rapido, istruzione, violenze domestiche, obiezione di coscienza...