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martedì 13 aprile 2010

bertone e pedofilia

Decisamente SPUDORATE le affermazioni del cardinale tarcisio bertone che, in una conferenza stampa a Santiago del Cile, si avventura in una singolare e ridicola autodifesa del celibato dei sacerdoti e della chiesa cattolica, investita dalle critiche planetarie per i centinaia di casi di pedofilia che la coinvolgono, e che le gerarchie cattoliche hanno per decenni coperto e occultato.

"Numerosi psichiatri e psicologi hanno dimostrato che non esiste relazione tra celibato e pedofilia, ma molti altri - e mi è stato confermato anche recentemente - hanno dimostrato che esiste un legame tra omosessualità e pedofilia. Questa è la verità e là sta il problema".

A parte il fatto che "ipse dixit" non si capisce quali siano gli eminenti studi a cui si riferisce il sepolcro imbiancato bertone, visto che sembra smentito dai fatti e dalle statistiche, appare assurdo il maldestro tentativo di smarcarsi dalle critiche riversando la "croce" su altri che non c'entrano nulla con gli scandali e gli orrori emersi in queste settimane a carico di molti uomini di chiesa. Tutto il contrario dell'evangelico "chi è senza peccato scagli la prima pietra" e contro il semplice buon senso di chi, volendo realmente affrontare un problema che lo riguarda direttamente, dovrebbe concentrarsi sugli errori commessi e sulle possibili soluzioni invece di andare a caccia di fantasiosi capri espiatori.

Più che dar lezioni certi dubbi personaggi dovrebbero andare alle scuole serali di umiltà .

La verità inconfutabile, dimostrata da decenni di costante operato delle gerarchie cattoliche a tutti i livelli è che questa chiesa medioevale e ridicola non tiene in nessun conto né le vittime dei preti e vescovi pedofili (dimenticate e zittite finché possibile) né i tanti credenti sinceri che sono scandalizzati da questo comportamento, puntando piuttosto alla pura e semplice autotutela di casta. Una chiesa che anziché fare autocritica si trincera dietro affermazioni come: "la pedofilia non c'è solo tra il clero, cercate anche fuori" (tipo un bambino beccato con le mani nella marmellata che per scusante dice che l'hanno rubata anche altri!!), oppure se la prende coi media che sollevano e documentano i tanti casi che si volevano occultare (anziché ringraziarli per l'aiuto a fare luce e chiarezza), o ancora, come fa il dis-emerito vescovo di Grosseto, rispolvera il mai del tutto ripudiato antisemitismo con i fantasmi di lobby giudaiche, naturalmente sapientemente condito con le sempreverdi e ormai logore sparate contro gli omosessuali (una costane della storia la persecuzione cattolica di ebrei e omosessuali, che è giunta agli abissi degli orrori nazisti del Novecento, senza insegnare a questi ipocriti alcuna lezione).

Del resto vi sembra la risposta serena di qualcuno che non ha nulla da nascondere e da temere dalla verità dei fatti l'opposizione dell'immunità diplomatica opposta da benedetto XVI di fronte ai tribunali americani che volevano processarlo proprio per aver favorito l'impunità di preti pedofili?
Forse non è dimostrato il legame tra pedofilia e celibato e ma con l'ipocrisia e l'arroganza della gerarchia cattolica?

Questa chiesa vergognosa, dispensatrice di disinformazione, odio, menzogna, crimini contro l'infanzia, dovrebbe essere spazzata via dalla storia. Il sovvertimento dello stesso messaggio cristiano per il solo fine di auto perpetuare potere ricchezza e privilegi non è più tollerabile dagli stessi fedeli e non è compatibile con la libertà di informazione e pensiero delle democrazie contemporanee.

Non a caso trova ancora protezione nella nostra Italia da quasi regime, dove chi ha il coraggio di dire semplici verità, o semplici pensieri fuori dal coro (Aldo Busi), viene allontanato dalla tv pubblica come eretico e appestato, tra i cori scandalizzati delle nostre oche ammaestrate che urlano alla lesa maestà!
N.B. L'uso delle iniziali minuscole non è casuale o frutto di svista

domenica 21 settembre 2008

Kossovo, La Guerra Infinita.

Venerdì sera su Rai3 è andatalo in onda "La Guerra Infinita - il Kossovo 9 anni dopo". Bellissima inchiesta giornalistica di Riccardo Iacona, su come sia oggi il Kossovo (da poco indipendente) 9 anni dopo la guerra che ha visto l'intervento muscolare della Nato e dell'ONU per impedire un genocidio della popolazione albanese da parte delle autorità serbe.
Ebbene, le cose non stanno messe bene: gruppi albanesi hanno a loro volto praticato una sistematica pulizia etnica della minoranza serba, con distruzioni massicce di case, villaggi, ospedali, scuole e oltre un centinaio di chiese e monasteri greco-ortodossi (alcuni antichissimi), e anche numerose stragi e violenze sulla popolazione per terrorizzarla e indurla a lasciare la regione. Tutto questo senza che le forze NATO - italiani inclusi - abbiano voluto o saputo opporsi a sufficienza; anzi, di fatto sono state spettatrici inerti di questo scempio.
Di più, anche la situazione interna e lo stato di salute delle giovani istituzioni democratiche non sembrano migliori: il potere è finito ad un gruppo di criminali in odore di narcotraffico e di crimini di guerra, che non esita neppure a usare il terrore e le uccisioni mirate contro i propri avversari politici (altri albanesi) e i possibili testimoni dei loro misfatti. L'aggravante è che questi tipi sono, così pare, sostenuti dagli americani, che sono stati i primissimi sponsor della tanto criticata indipendenza del Kossovo. Inoltre adesso anche Al Quaeda si sta istallando nella regione con i suoi campi di addestramento. E così gli USA, tanto contrariati dai cartelli di narcos colombiani e impegnati nella lotta mondiale al terrorismo, ci hanno creato uno stato narco-mafioso e una base di terrorismo islamista proprio dietro casa...
L'inchiesta di Iacona proseguirà nei prossimi venerdì e invito tuti a seguirla. Istruttiva anche su come si può fare un giornalismo d'inchiesta non banale e non allineato. Da non perdere.

giovedì 18 settembre 2008

Foglio di via al disturbatore Paolini: violata la Costituzione

In seguito all'ultima incursione dietro le telecamere del TG1, in diretta dall'aereoporto di Fiumicino, lo scorso 13 settembre, la Questura di Roma ha decretato un "foglio di via obbligatorio" per il "disturbatore televisivo" Gabriele Paolini.
Il provvedimento impone a Paolini di stare lontano dal comune di Fiumicino e dall'aereporto Leonardo da Vinci per 3 anni.
Secondo una nota diffusa dalla Questura, questa misura, emessa dalla locale divisione anticrimine, diretta da Antonio Del Greco, e già notificata a Paolini, è motivata dai suoi numerosi precedenti penali e dalla circostanza che, nell’occasione, lo stesso non è riuscito a giustificare la propria presenza in aeroporto, «non espletando un’attività lavorativa nel comune di Fiumicino e non essendo in possesso di alcun biglietto aereo».
Posto che Paolini è certamente un pesonaggio eccentrico e scomodo, che il suo attegiamento invadente e scontroso è motivo di scompiglio, e risulta inviso, antipatico e fastidioso a molti. Voglio puntualizzare alcune cose.
1) A rigore piazzarsi dietro una telecamera che fa un servizio in un luogo pubblico non è di per sè un reato, sicuramente non giustifica provvedimenti restrittivi così pesanti. Né gli interventi violenti e muscolari cui spesso assistiamo verso lo stesso Paolini.
2) Nessun cittadino italiano deve fornire giustificazione alcuna sul dove e sul perché si trova in un posto. A meno che non decidiamo definitivamente che siamo in uno stato di polizia.
Giusto a promemoria l'articolo 16 della Costituzione recita: "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche".
Paolini, quindi, come ciascuno di noi può recarsi a Fiumicino, come a Santa Marinella, anche se non deve fare una cena di pesce, e nessuna questura è autorizzata a sindacare. I limiti che si possono imporre sono solo "in via generale" e per chiari motivi "di sanità e sicurezza". Ora che Paolini possa dare fastidio alle dirette RAI ci sta tutta, che la giornalista spintonata voglia sporgere querela va bene pure, ma non mi sembra che qui ci siano problemi di sanità e sicurezza.
3) "il foglio di via obbligatorio" è uno strumento studiato è introdotto negli anni di piombo contro il terorrismo. Insieme a un'altra serie di altri strumenti simili di dubbia costituzionalità. Comunque sia è un provvedimento che dovrebbe essere utilizzato con estrema cautela e in via "eccezionale" e non certamente in modo indiscriminato verso chi spintona una giornalista o insulta il Presidente del consiglio (perché secondo me questa è la vera ragione che nessuno ha il coraggio di dire) o un marchettaro napoletano a Villa Borghese.
Qui oltre alla libertà di circolazione sul territorio della Repubblica del già citato articolo 16 inteviene un'altro principio fondamentale: l'articolo 13 della Costituzione recita: "La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto".
Intendiamoci se a me viene impedito di lasciare il mio comune di residenza, o di non andare da qualche parte, a me come individuo, e non "in via generale per motivi di sanità e sicurezza" questo è un chiaro provvedimento di "restrizione della mia libertà personale".
Il provvedimento di cui parliamo, un foglio di via, non è un provvedimento giudiziario ma "dell'autorità di pubblica sicurezza", non è provvisorio, perché dura 3 anni, e, nel caso specifico, non mi sembra neppure urgente perché non credo che il rischio alle dirette RAI da Fiumicino sia tale da giustificarlo. Oltretutto le telecamere dei TG stanno ovunque e non solo a Fiumicino, per cui il provvedimento verso Paolini risulta, in questo caso, oltre che ridicolo tanto inutile quanto evidentemente punitivo e vessatorio.
Credo che Paolini, eccentrico, fastidioso, provocatorio quanto vogliamo non sia certo uno stupido e farà ricorso, e questa è solo una sua decisione personale.
Ma ritengo che sia dovere di tutti noi tenere le antenne sempre all'erta su un progressivo scivolamento su quei principi fondamentali di libertà che vengono sempre più spesso ignorati o calpestati. I prossimi ad essere colpiti potremmo essere proprio noi!
In questura invece dovrebbero forse ripassare un po' la Costituzione Italiana visto che dovrebbero tutelarla e difenderla anziché rischiare di violarla. La mia speranza è che mettano tanta solerzia nella caccia ai veri criminali e non solo nel controllo di fastidiosi ed eccentrici personaggi che, in fin dei conti, non fanno gan danno (a parte rendere un po' più divertenti e vivaci certi noiosi servizi giornalistici).

sabato 13 settembre 2008

Giancarlo Valmori (assessore comune di Albizzate): VAFFANCULO

E adesso mi quereli pure se crede!
Apprendo da un articolo di VareseNews che, approfittando della diretta su Rai2, il leghista assessore all'ambiente di Albizzate, tal Giancarlo Valmori, ha detto la sua in tema di omofobia in pieno "stile" padano:
L'esponente del Comune albizzatese ha cominciato il suo intervento parlando
con vaghezza a proposito di cantine e soffitte dove una volta stavano i gay,
biasimando il fatto che adesso si baciano in pubblico. Ha poi concluso il
discorso dicendo: «la tolleranza ci può anche essere ma se vengono messi dove
sono sempre stati...anche nelle foibe».
Quindi in risposta alla reazione di Cecchi Paone presente in diretta
l'assessore sfodera il francese: «apprezzo l'opera di Paone quando fa il
presentatore non quando fa il "finocchio" o il pederasta
».

Ancora i luoghi comuni delle cantine, ancora quest'omofobia d'accatto che poi è quella che arma i violenti, ancora questa tolleranza che nessuno chiede né vuole, soprattutto da personaggi simili, e ancora l'inciviltà di grossolani riferimenti a stermini inaccettabili persino nel pensiero di un Paese vagamente civile.
Se fossi un abitante di Albizzate mi vergognerei di avere un assessore così. Come italiano mi vergogno di un Paese così. Ma lo sdegno ormai serve a ben pocò di fronte all'indifferenza e alla tracotanza con cui rappresentanti pubblici insulatono cittadini che, per di più, non godono neppure dei loro stessi diritti.
Quanto alle foibe sarei persino felice di andarci se tutti i cafoni ignoranti come Valmori tornassero pure da dove sono venuti (nelle fogne? voglio essere magnanimo) cioè nei campi a zappare e lasciassero il governo dell'Italia e dei comuni italiani a persone più civili di loro! Sicuramente il buon governo se ne avvantaggerebbe, l'agricoltura non credo (forse come concime andrebbero anche bene però).

Facile prevedere il futuro. Come altre volte queste dichiarazioni susciteranno al massimo qualche vaga parolina di critica e chi le ha pronunciate continuerà a restare saldamente al suo posto. In passato, quando di fronte a dichiarazioni di tenore simile (Gentilini, Prosperini, Calderoli...), come Circolo Mario Mieli, avevamo lanciato ampie campagne di querela che sono state tutte inesorabilmente archiviate (per fortuna la procura è più solerte nel proteggere il papa dalle critiche, mi sento già meglio).
Chi mi legge sa che molto raramente uso linguaggio volgare o invettive ma di fronte a questo stato di cose il sangue sale alla testa e ci resta poco da fare se non una liberatorio attacco, nel solo linguaggio che questi ignoranti caprai capiscono.
GIANCARLO VALMORIIIIII: VAFFANCULO!!!
Non ho risolto nulla ma mi sento un po' meglio...

lunedì 7 aprile 2008

Nadine Gordimer da Fazio

Nadime Gordimer, premio Nobel per la letteratura e in prima linea per anni nella lotta all'apartheid nel suo Sudafrica è stata ieri ospite di Che Tempo che fà di Fabio Fazio.
Davvero soprendendete la lucida determinazione e la forza del pensiero che trapare da ogni sua parola e dal suo sguardo fiero: la soddisfazione per aver dato il suo contributo, pur modesto a spazzare via dal suo Paese l'onta e l'orrore di un regime di segregazione razziale, il riconoscimento a chi per quella lotta ha messo in gioco la vita, la libertà gli affetti con la consepovelezza che non si ammetteva la sconfitta.
Come chiara appare la consapevolezza delle grandi differenze e degli ostacoli che la giovane democrazia (solo 14 anni) deve colmare, soprattutto in termni di diseguaglianze sociali ed economiche tra bianchi e neri.
Ma la Gordimer può vantare dalla sua parte "La costituzione più avanzata del mondo che riconosce la piena uguaglianza di tutti i cittadini non solo riguardo la razza ma ancheal genre. Da noi i cittadini siano essi eterosessuali, omosessuali, lesbiche sono uguali per la legge". Queste le parole di una signora ottantacinquenne che ha fatto della lotta al razzismo e alle discriminazioni la principale ragione della sua vita, del suo impegno civile, sociale, politico e artistico. Dovremmo anche noi inchinarci e apprendere da una così salda coerenza di principi che ha portato il popolo sudafricano all'avanguardia, dopo aver sofferto per troppo tempo la legge dell'odio e del sopruso.
Coerentemente con quanto dice, infatti, anche il matrimonio omosessuale è ormai da diversi anni riconosciuto in Sudafrica, unico paese africano e tra i pochi nel mondo.

Possiamo dire la stessa cosa dell'applicazione della nostra Costituzione in Italia? Laddove esponenti di quasi tutti gli schieramenti politici citano a sproposito la costituzione, all'articolo 29, proprio per negare quei riconscimenti che garantirebbero una vera e piena eguaglianza dei diritti anche per i cittadini omosessuali e un riconoscimento pieno dei loro legami affettivi?

lunedì 25 febbraio 2008

A Speciale TG1 Casini: adozioni gay aberrazione

A speciale TG1 Bertinotti e Casini duellano anche sulle unioni omosessuali.
Naturalmente Bertinotti difende l'idea di tutelare e valorizzare le diversità, o meglio dice lui "le differenze". Lo fa in modo convinto e deciso, ancora un po' confuso, nel senso che si capisce che pensa a un modello di unioni civili ma non lo riempie di molti contenuti e non lo rafforza di un pilastro indispensabile che è la coerenza della porspettiva e l'uguaglianza tra i cittadini. Fa davvero piacere, però, che sembra appassionarsi sinceramente all'agomento e tenta di replicare e di incalzare Casini non tagliando corto come era accaduto altre volte.
Casini ribadisce e articola anche meglio quanto già aveva detto ad Anno Zero: sì a diritti individuali basati su singole concessioni in alcuni settori (eredità, ontratti d'affitto etc) e su contratti privatistici, no a qualsiasi riconoscimento della coppia in quanto tale persino in forme superblande come i DICO. Per lui la famiglia è e rimane quella di uomo e donna e lo Stato deve continuare a imporre questo unico modello a tutti. Poi ribadisce ancora una volta per lui il fatto che due uomini possano adottare un bambino per realizzare il loro desiderio di paternità è inconcepibile, lo considera "un'aberrazione". La stessa parola già ripetutami per ben due volte in faccia poco più di una settimana fa. Casini ha anche criticato ritenendola contraria al bene del bambino l'apertura del Consiglio d'Europa alle adozioni dei single, cominciando a concretizzare i timori espressi anche da qualcuno qui riguardo la ratifica italiana della convenzione.
Qualcuno gli farà notare che anche questa è omofobia? ripeto potrà pure non piacergli la cosa ma si parla comunque di due persone non di due marziani. Anche nell'esprimere disaccordo verso una propettiva si può essere civili! E del resto quanti orfani sono cresciuti nei secoli in conventi di sole suore o soli frati? era anche quella cosa aberrante per il cattolico Casini?

venerdì 15 febbraio 2008

Contro Casini ad Anno Zero

Ieri ho avuto la possibilità di partecipare ad AnnoZero (dal link si può vedere integralmente la puntata... andando anche direttamente al finale di cui parliamo a 2h 04' 12"), la trasmissione di Michele Santoro su RaiDue, per dire alcune cose sui diritti civili in contrapposizione con Pierferdinando Casini, come noto leader dell’UDC ed ex Presidente della Camera.
L’intervento, purtroppo è stato slittato in fine di trasmissione, quando non è stato più possibile sviluppare un vero dibattito e un confronto più approfondito sulle questioni sollevate. Il lancio da Beatrice Borromeo mi è stato dato sulla questione delle radici cristiane e sulla laicità, chiedendomi di parlare dei Dico abbandonati nell’ormai finita legislatura. Ho avuto modo di chiarire, mi auguro, che a noi i Dico non piacevano e continuano a non piacere e che vogliamo perfetta uguaglianza e quindi matrimonio civile, per dare a tutti la possibilità di scegliere e di decidere della propria ita e del proprio futuro, ho avuto modo di dire che l’articolo 29 della costituzione non parla di uomo e donna, come molti politici ci vogliono far credere, ma di famiglia e di coniugi e ho anche accennato al fatto che le differenze tra Veltroni e Berlusconi sulle questioni in argomento sono talmente sfumate da risultare impercettibili.
Molte cose però non c’è stato tempo e modo di dirle con altrettanta nettezza, per via dei tempi televisivi e del tipo di discorsi avviati. Alcune di queste si ricollegano a quanto Casini aveva appena detto parlando di laicità e radici Cristiane dell’Europa e dell’Italia. Non sono partito da qui per evitare di impelagarmi su una controversia filosofica che avrebbe annoiato e allontanato più che avvicinare alle questioni concrete delle persone. Ma con calma qui qualcosa va pur detta.
1) Che la laicità nel nostro paese sia così scontata da non meritare di parlarne, come ha lisciamente sostenuto Casini suona alle mie orecchie così paradossale da farmi quasi ridere: è laico un paese in cui le gerarchie vaticane intervengono quotidianamente ( ascoltatissime da media e classe politica in generale) sulle questioni legislative, politiche e pesino sugli equilibri partitici del nostro Paese? Una Chiesa che, come dimostrano le recenti inchieste di Repubblica incassa dallo Stato ogni anno oltre 5 miliardi di euro in varie forme? È laico un paese in cui l’istruzione della religione cattolica nelle scuole pubbliche è la “prima offerta” (ad essere buoni) proposta agli studenti sin dalle medie e i relativi professori sono selezionati su placet dei vescovi? Un paese in cui sempre a scuola e in tutti gli uffici pubblici, dai tribunali alle aule parlamentari vedono crocifissi affissi alle pareti? In cui la Cei fa campagna elettorale per i referendum senza che nessuno si scandalizzi? Un paese in cui all'inaugurazione dell'anno giudiziario il Presidente della Repubblica non siede accanto al Ministro della Giustizia ma a un Cardinale? In cui L’Avvenire, senza conoscere i contenuti delle proposte attacca dei progetti studiati contro il bullismo solo perché li fa un’associazione omosessuale (chiaramente nelle scuole ci possono stare solo loro)? In cui per finanziare le scuole private, molte cattoliche, si considera la norma costituzionale come carta da water? Bho… a Casini l’ardua sentenza
2) Sulla questione delle radici italiane ed europee, la cosa mi sembra ancor più di lana caprina e temo che dietro a questa ossessione ci siano in ballo interessi non confessati e la voglia di rendere inattaccabili certe posizioni e certi provilegi.
Se il problema fosse una questione di identità quale motivo ci sarebbe di scriverlo su una carta costituzionale rigida? Le identità dei popoli sono in continua, pur lenta evoluzione, frutto di moltissimi incroci. La cultura giudaico-cristiana può essere un elemento, ma cosa dire della cultura giuridica romana e della forza unificante che ebbe l’impero romano appunto nel mondo occidentale e mediterraneo? Della filosofia e dei principi democratici greci? Dell’importanza della cultura araba-musulmana, della sua matematica del suo ruolo di costruzione dell’identità europea (senza contare che arabi e turchi musulmani sono stati per secoli in Spagna, Sicilia e Penisola Balcanica fin quasi alle porte di Vienna e Budpest), che dire del fiorire del Rinascimento, dell’importanza dell’Illuminismo nella cultura civile e politica europea (tolleranza, divisione dei poteri, sovranità popolare)? Ma tutte queste “radici”, e altre ancora, vanno nominate esplicitamente su una costituzione? O forse possono tradursi in principi che la informano (divisione dei poteri, democrazia, diritti umani e civili, uguaglianza di fronte alla legge, libertà religiosa…?


Ma quel che seriamente è mancato alla fine è stata una vera e compiuta possibilità di replica alla risposta di Casini, che ha giustamente iniziato il discorso dicendosi in disaccordo con me (e non ci aspettavamo altro).
Intanto apprendo che dopo la mia pedissequa lettura dell’articolo 29 della costituzione non ha sortito effetto sul muro di gomma Casini che se l’è fatta scivolare addosso come niente fosse continuando a credere che ci sia scritto uomo e donna e che quel dettato costituzionale vada rispettato (questa aderenza alla costituzione non è necessaria sul finanziamento alle scuole private evidentemente). Una tale mistificazioen sul testo costituzioanel da parte di un ex Presidente della Camera è davvero insopportabile, un attegiamento da 1984 di Orwell in cui a furia di ripetere una falsità la si fa passar per vera!
In secondo luogo Casini si dice d’accordo a sostenere la tutela personale delle persone, e a concedere diritti individuali a chi fa parte delle coppie (come i dico del PD?), ma va rilevato che queste accorate parole non si sono mai tradotte in fatti parlamentari concreti essendo stata l’opposizione dell’UDC a qualsiasi riconoscimento dei diritti e persino all’approvazione di una legge antiomofobia nettissima anche nell’ultima legislatura (anzi dal suo partito si sono levati cori greci di complimenti alla Binetti che sul tema stava facendo cadere il Governo Prodi). E del resto, come gli ho fatto notare, una cosa è la solidarietà a parole altra e dare conseguenze politiche a quel che si dice. L’UDC è in giunte che sostengono campioni di omofobia come Prosperini e Gentilini, ma anche nel suo partito non mancano i Volontè, i Buttiglione…


Non soddisfatto Casini attacca con l’usurata solfa delle adozioni, perché quando non c’è molta carne da mettere al fuoco si comincia a buttare negli occhi il fumo dei “poveri bambini che non possono scegliere”. Il rispettoso Casini definisce la possibilità che due omosessuali possano adottare come avviene in altri paesi europei, ”un aberrazione”. Ma come? E il rispetto?
Una cosa sarebbe stata, infatti dirsi in disaccordo, magari motivando in qualche modo la cosa, altro definire aberrante sia la legislazione di Paesi nostri partner e che tutti consideriamo assolutamente civili e soprattutto la scelta d’amore di una coppia e di una famiglia. Potrebbe essere una cosa sbagliata? Io non lo credo, e ci sono numerosi studi e ricerche a mio sostegno, ma sicuramente quei genitori non sono due mostri da definire aberranti (il messaggio omofobo che passa,. subdolamente è ancora una volta quello) … E se qualcuno definisse aberrante per ragioni morali la sua scelta di divorziare e risposarsi, la riterrebbe una legittima posizione etica o lo considererebbe perlomeno offensivo del suo percorso umano il cattolico Casini? E io che per eccesso di "rispetto" mi sono persino astenuto dal far notare l’incoerenza che passa tra un politico che si dice portatore di certi valori cattolici in forma integrale e che li vuole anche imporre al complesso della società e poi invece fa altre scelte sul suo privato. Evidentemente noi non meritiamo ugual rispetto da parte sua. Purtroppo la paura di deviare il discorso in una cagnara senza avere il tempo di argomentare seriamente mi hanno costretto a non affrontarlo a muso duro su questo tema che suscita spesso reazioni emozionali più che razionali. Infatti è chiaro il suo utilizzo in forma assolutamente strumentale a non toccarre davvero il cuore del problema mirando a suscitare piuttosto irrazionali paure (e questo però ho provato a dirlo).


Ancora, Casini riafferma la sua visione della famiglia come formata da un uomo e una donna (e del resto se lo disse persino D'Alema qualche mese fa cosa possiamo aspettarci?). Legittimo, rispettabile, infatti ha agito di conseguenza e nessuno lo contesta.

Ma perché vuole imporre la sua visione a tutti? Perché mentre lui può scegliere come regolare la sua vita io non posso farlo e devo rassegnarmi a far scegliere lui e quelli come lui (quasi tutti i politici, genuflessi, italiani) al posto mio e nostro?

Da qui credo che passi lo Stato Etico! Nel momento io con la mia scelta non danneggio né ostacolo la sua e quella di altri perché uno Stato che vuole definirsi laico, liberale, democratico, deve arrogarsi il diritto di entrare nelle mie scelte privatissime e nella mia organizzazione familiare anziché limitarsi a prenderne atto e a garantirle e tutelarle in regime di uguaglianza e parità con chi fa altre scelte? A questo non è dato avere risposta per ora, perché né Casini né altri argomentano veramente, limitandosi a fornirci dei veri e propri postulati di fede.

Amen