Alla fine, dopo tanti annunci mancati, trattative, scambi di lettere e di dichiarazioni , qualche giorno fa l'accordo tra cosidetto Partito Democratico e Sinistra Arcobaleno sulla candidatura a Roma di Francesco Rutelli è stato raggiunto.
Si è trattato di un esito per molti versi scontato sin dal principio, sul quale nessuna persona di buon senso poteva farsi ormai delle illusioni che non fossero a dir poco velleitarie. E tuttavia non inferiore e la delusione nell'apprendere l'annuncio ufficiale: il candidato più a sinistra alla poltrona di sindaco di Roma, se confermato anche il ritiro di Franco Grillini, sarà Rutelli appunto.
Il dubbio semmai era su quale sarebbe stato l'equilibio programmatico finale sul tema dei diritti civili che, essendo stato l'unico pubblicamente e rumerosamente sollevato anche dal movimento glbt, era il vero elemento di divisione sul quale si confrontavano i diversi esponenti.
Come nello stile dei sedicenti democratici attuali, che amano procedere per missive e aut aut, Rutelli ha respinto definitivamente l'ipotesi di un Registro delle unini civili confermando con queste parole l'esito del voto in Consiglio dello scorso dicembre: ''Sono le leggi dello Stato che disciplinano il regime delle unioni diverse dal matrimonio, e Roma vi si attiene''.
Rilanciando in termini più vaghi le parole di inclusione e non discriminazione nell'erogazione dei servizi, Rutelli ha però tirato fuori una controproposta annunciando l'istituzione ''di un centro internazionale della cultura omosessuale'' con l'obiettivo di ''riconoscere e valorizzare ogni minoranza presente sul territorio''.
La proposta a me sembra miserella, anche perché, se per far cultura il sotegno pubblico è spesso utile e sempre benvenuto, non credo sia indispensabile e fondativo come dimostrano le decine di iniziative culturali di ogni genere, di cui assieme a tanti volontari del Circolo Mario Mieli mi occupo anche io, senza alcun sostegno pubblico diretto.
Alla luce di questo mi sorprendono le dichiarazione pubbliche di Imma Battaglia, presidente di DiGayProject, che in un comunicato di ieri sostiene l'idea di Rutelli: "Le proposte per la comunità omosessuale romana della coalizione di Centro-Sinistra guidata dal candidato sindaco Francesco Rutelli, e appoggiata dalla Sinistra l'Arcobaleno, ci convincono e pongono le basi per un nuovo dialogo.
La proposta dell'istituzione di un Centro Internazionale della Cultura Omosessuale, in cui vengono erogati servizi a 360° nei confronti di tutti i cittadini indipendentemente dal proprio orientamento sessuale e identità di genere, risponde alla richiesta di una politica fondata sul fare e non ideologica. Crediamo sia necessario continuare con maggiore forza".
Stupisce ancora di più che a fare simili dichiarazioni sia la stessa Imma Battaglia che nel 2000 ha già avuto modo a che fare direttamente con l'allora Sindaco Rutelli per la questione del World Pride, stupisce che si confonda la qestione di un centro culturale con quella dei diritti civili e della laicità che non hanno nulla a che vedere tra di loro.
Ben venga un festival, un centro culturale, un museo delle cere, una sala da thè, ben vengano spazi e iniziative culturali, ma cosa hanno a che fare tutte queste cose con il confronto pubblico con le isituzioni e con i diritti civili?
Avrebbero barattato le donne italiane la concessione di un cendtro internazionale della donna con il diritto di voto (ottenuto in Ialia oltanto nel non lontano 1946), con la legge 194 o il nuovo diritto di famiglia?
Meno sorprendenti, visti alcuni precedenti, le dichiarazioni di Arcigay Roma, che accoglie positivamente l'idea affermando che "la proposta di istituire un Centro Internazionale della Cultura Omosessuale fatta da Francesco Rutelli, candidato sindaco del Partito Democratico e della Sinistra Arcobaleno, è un primo segnale verso le persone lesbiche, gay e trans" Subito dopo però ribadiscono l'importanza anche del resto della loro piattaforma presentata ai candidati sindaco nei giorni scorsi, rilanciando "la creazione e l'implementazione di servizi e di tutele: la promozione di politiche volte a sostenere gay perseguitati o condannati a morte in altri paesi; sostegno economico e accesso alle graduatorie degli alloggi popolari alle coppie di fatto; azioni formative nelle scuole e nella pubblica amministrazione contro l'omofobia; lotta all'emarginazione e al disagio provocate dal pregiudizio tramite opportuni servizi strutturati sul territorio".
Tutte cose assai ecomiabili, e centro dell'azione amministrativa di una città grande o piccola che sia, in parte già avviate anche dalla scorsa amministrazione Veltroni, che pure non mi sono mai risparmiato di criticare aspramente. Il salto che manca è nel pieno riconoscimento di un ruolo propulsore che potrebbe avere la Capitale e la forza di investire l'azione politica e sociale di cambiamento attraverso battaglie e campagne che caratterizzino visibilmente l'azione istituzonale.
La domanda cruciale rimane comunque questa: in un candidato contano di pù le dichiarazioni e le proposte programmatiche o la sua storia in termini di rispetto degli impegni assunti? Rispetto alle questioni che ci riguardano risulta essere un candidato Rutelli, affidabile e credibile? Possono alcuni labili impegni su un centro culturale rimuovere la storia di rutelli sindaco con la vicenda del 2000 e tutto il suo percorso politco degli ultimi 8 anni?
Non è nostro compito indicare o sceglierci i candidati in base alle nostre esclusive preferenze e aspettative, ma nostro compito è restre vigili e non lasciarci imporre scelte che non ci piacciono.
I partiti hanno scelto il loro candidato, ne prendiamo atto, tutti noi sceglieremo se votarlo o meno... io NON LO VOTERO'.