venerdì 29 giugno 2007

Caro Presidente Napolitano

Caro Presidente Napolitano,

leggiamo del brutto incidente che ha coinvolto proprio di fronte al Quirinale sua moglie Clio. Ci spiace molto per lei e nel farle i migliori auguri di pronta e piena guarigione non possiamo che essere contenti del fatto che la Sua la signora non sembra essere grave e può godere del Suo affetto e della Sua amorevole presenza al suo fianco in ospedale.
Proprio nei momenti di sofferenza si comprende meglio quanto importanti siano le persone che amiamo e a cui siamo legati da un legame forte e antico.
Esistono oggi in Italia persone per cui questa vicinanza non è considerata così scontata e non è cosi facile: sono tutte le coppie eterosessuali o omosessuali che pur unite da legami spesso non meno lunghi e meno intensi delle altre non sono ancora sposate. Le coppie omosessuali, in particolare, sono doppiamente discriminate perché non hanno neanche la possibilità di scegliere se sposarsi o meno e in condizioni spiacevoli, come quella che sta vivendo Lei in queste ore, si trovano a sperare nel buon cuore e nella buona volontà dei sanitari e degli altri familiari.

Mesi fa, quando nel bel mezzo del dibattito sui DiCo Lei intervenne auspicando una soluzione di compromesso con le posizioni espresse dalle gerarchie vaticane, Le scrissi una lunga lettera arrabbiata (che non ha avuto risposta) per rimproverarle uno strabismo in favore di posizioni ideologicamente contrarie ai diritti e per di più estranee al quadro di sovranità della nostra Costituzione (art. 7 Cost. Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.), che andava a colpire invece milioni di cittadine e cittadini italiani che chiedono diritti e uguaglianza.

Per tutti noi è fondamentale essere e sentirci pienamente inseriti nel Paese, cittadini uguali agli altri con gli stessi diritti e doveri degli altri. Senza questa uguaglianza, senza la percezione netta una fetta di cittadini sempre più ampia rischia di non sentirsi più rappresentata dalle istituzioni della Repubblica e di perdere fiducia anche nella carica più rappresentativa che Lei ricopre.

Oggi è anche il Suo ottantaduesimo compleanno. Noi Le porgiamo i nostri auguri più sinceri e speriamo che tra un anno potremo festeggiare una uguaglianza piena anche per noi, ottenuta magari anche con il Suo importante impegno.
Distinti saluti,
Andrea Maccarrone, un cittadino italiano

Forza Nuova attacca concerto a Roma

Sconvolgente la cronaca di una vera e propria spedizione militare operata da 150 (CENTOCINQUANTA) giovani di Forza nuova a un concerto che si teneva Villa Ada Roma. I neofascisti, protetti da caschi e guanti e armati di bastoni, coltelli, bombe carta e petardi sono arrivati al concerto della banda bassotti, nota per l'impegno sciale e di sinistra, inneggiando al duce, terrorizzando gli spettatori e ferendo alcuni giovani. Anche i carabinieri intervenuti hanno avuto difficoltà a riportare la calma.
Al di là delle rituali dichiarazioni di condanna degli esponenti istituzionali, preoccupa la dimensione e l'organizzazione di questo gruppo. Chi sono? forse non c'è bisogno di andare a cercare lontano e andare a controllore e chiudere i numerosissimi circoli fascisti attivi nel quartiere Africano e Nuovo Salario. Nei giorni prima e dopo il Pride di Roma del 16 giugno scorso anche viale Libia e Viale Eritrea erano state tappezzate dai manifesti No more Gay. Basta Froci!
La ricostruzione del partito fascista, l'apologia di fascismo sono ancora reati in Italia, tra i più tollerati, con queste conseguenze. Chiaramente gruppi del genere, se lasciati imperversare indisturbati sono capaci di fare enormi danni, terrorizzare quartieri e cittadini e l'intervento delle forze dell'ordine non può che essere tardivo. Ci troviamo di fronte a veri e propri gruppi di teppisti che fanno del razzismo, dell'omofobia, della violenza indiscriminata, dell'odio il loro collante ideologico e della loro brutalità di gruppo (scudo della loro codardia) un'arma terroristica.

Dieci Giorni

Sono passati 10 giorni dall'apertura di questo blog e devo confessarvi che non l'avrei detto! Non è tanto, direte, ma considerando che fino a 11 fa neanche avevo mai preso in considerazione la possibilità di farlo un blog e soprattutto di trovare quel minimo di costanza e impegno a tenerlo in vita per me è già un piccolo traguardo che mi piace condividere.
Nel frattempo anche l'esperienza di GayToday che mi ha spinto a fare questo passo si sta consolidando e diviene di giorno in giorno una bella realtà, una presenza sempre più stimolante nel panorama web italiano che ad oggi raccoglie già 136 adesioni.
Questo è il mese dei Pride, ieri si celebrava la Giornata Mondiale dell'Orgoglio Gay che, nel rievocare la rivolta dello Stonewall, ci deve richiamare alla presa di coscienza della forza dell'unione e della carica rivoluzionaria delle nostre identità e vite. Un'energia che può contagiare positivamente la società in cui viviamo fecondandola con i germi dell'apertura e del rispetto per tutte le diversità e offrendole la ricchezza di oltre 38 anni di lotte e di movimento.
Purtroppo il nostro Paese sembra smarrito e privo di una bussola. Chiaramente i problemi dei diritti per le persone glbt non sono i soli in agenda, e per molti neanche i più importanti, ma per la loro carica simbolica si prestano a rappresentare sia una politica incapace di fare delle scelte, sia il valore di chi avesse il coraggio di schierarsi e di assumersi fino in fondo le sue responsabilità.
Non possiamo cambiare per magia la cultura politica, la mentalità radicata, i pregiudizi di un intero Paese, ma possiamo lavorare per farlo ciascuno nel suo ambito e magari sognare di poter vivere in Paese che sa assumere delle decisioni importanti per il futuro di tutti noi: investendo nell'ambiente e nella qualità della vita, ad esempio, nell'istruzione, in un sistema istituzionale rappresentativo ed efficiente, in infrastrutture moderne, adeguate, eco-compatibili, nella salvaguardia e valorizzazione delle nostre bellezze paesaggistiche, culturali, architettoniche, artistiche e storiche, nella sanità pubblica, accessibile e di qualità, nell'efficienza della spesa, in un sistema giudiziario degno di una grande democrazia...
Al di là dei limiti del personaggio, la candidatura a Leader del PD di Veltroni mostra che i cittadini sono ancora pronti ad appassionarsi alle questioni del politica e a credere in qualcuno che offre anche solo l'illusione di poter dare risposte almeno ad alcune di quest domande, e a molte altre.
Si sente però il bisogno di passare dalle parole e dai proclami ai fatti di coinvolgere i cittadini, e di saper scegliere definitivamente tra un medioevo della ragione e un Paese laico, plurale, colorato, aperto, dinamico in cui la legge sia uguale per tutti e tutti godano di pari dignità e rispetto.
Un Paese, insomma, che riscopra i valori del Pride.

giovedì 28 giugno 2007

Giovani americani favorevoli alle nozze gay


Un sondaggio, commissionato congiuntamente dal New York Times, dal network tv Cbs e da Mtv, rivela una incotraggiante svolta a sinistra dei giovani americani tra i 17 e i 29 anni, sia nelle intenzioni di voto (54% ai democratici con particolare favore per Baak Obana e Hillary Clinton), sia sulle questioni politiche più spinose, come immigrazione, sanità pubblica, aborto e matrimonio omosessuale.
Piacevolmente sorprendente la posizione espressa sul matrimonio omosessuale che vede il 44% dei giovani favorevole al riconoscimento del diritto alle nozze per persone dello stesso sesso, contro il 28% della popolazione nel suo complesso. Anche la richiesta di un sistema sanitario universale e pubblico è appoggiata dal 62% dei giovani, contro il 47% del dato nazionale. Il 30% è favorevole a leggi più aperte verso gli immigrati (contro il 24%) e soltanto il 24% è decisamente contrario all'aborto.
Avanti i giovani!

No alle Unioni Civili nel IV Municipio di Roma

Qualche giorno fa il consiglio del IV Municipio di Roma, dove vivo da 10 anni, ha bocciato la proposta di delibera che era in preparazione da mesi a opera del Presidente Alessandro Cardente (foto).
"L'accordo che era stato costruito in maggioranza è saltato in sede di votazione già due settimane fa. E ieri, con un atteggiamento davvero meschino da parte di alcuni consiglieri dell'Ulivo, si è arrivati a votare in mia assenza sia la delibera che un ordine del giorno sostitutivo presentato proprio da alcuni esponenti della maggioranza". Attacca Cardende dalle pagine del Quotidiano della Sera di ieri, e prosegue con maggior chiarezza "Qualcuno, e mi riferisco ai consiglieri della Margherita, dovrà ora dar conto delle proprie scelte in primo luogo agli elettori di questo municipio".
Al di là delle dinamiche e delle vicende specifiche dispiace che un'iniziativa pensata per dare riconoscimenti alle coppie non sposate e alle unioni di fatto, che va nella direzione dell'uguaglianza e della dignità sia stata respinta per iniziativa e volontà proprio di una delle componenti della maggioranza di centro-sinistra che andranno a formare il Partito Democratico. Oltretutto nella città che, da sempre laboratorio di questo progetto, vorrebbe esprimerne in Veltroni il leader e che meno di due settimane fa ha ospitato un Pride storico per partecipazione, compattezza e contenuti politici.
un Partito Democratico che nasce monco sul fronte dei diritti civili è un problema per se stesso, ma per l'Italia e tutti noi in generale. Di certo non ci possiamo permettere un nuovo grande Partito populista che non ha il coraggio di prendere posizione e non si definisce chiaramente su alcuni principi fondamentali come la laicità e l'uguaglianza di tutti.
A Cardente va la nostra solidarietà e il nostro appoggio, se non altro per il coraggioso tentativo che ha costretto i contrari ad uscire allo scoperto. Purtroppo ha forse mancato in comunicazione e coinvolgimento della base non informando le associazioni glbt e il movimento che avrebbero potuto sostenerlo in questa battaglia.

martedì 26 giugno 2007

GAY PRIDE A NEW YORK. Il Sindaco Bloomberg tra i manifestanti

La New York Gay Parade ha avuto luogo domenica scorsa lungo la Fifth Avenue. Le celebrazioni, particolarmente importanti e sentite nella città che con la rivolta di Stonewall del 1969 ha dato origine alle manifetsazioni dell'orgoglio gay in tutto il mondo, hanno avuto una particolare caratterizzazione politica e rivendicativa. Ad aprire il colorato corteo una folta delegazione di gruppi religiosi di diverse comunità e fedi (cristiani, cattolici, ebrei, buddisti) che con la loro presenza testimoniavano la non opposizione tra la religione e le rivendicazioni di diritti per i gay. Il Rabbino Sharon Kleinbaum leader della Congregazione newyorkese Beth Simchat Torah ha affermato:"Coloro che usano la religione per sostenere un'agenda antiomosessuale, credo, stiano bestemmiando il nome di Dio".
Tra i manifestanti, come sempre, anche un entusiasta sindaco Micheal Bloomberg (foto), che solo qualche giorno fa è uscito dal Partito Repubblicano per correre come indipendente alla Casa Bianca. Il Sindaco si distingueva già dai teo-con di Bush per il netto favore ai matrimoni omosessuali, alla fecondazione assistita e all'aborto. Con lui anche la presidente del Consiglio municipale della Grande Mela, Christine Quinn, dichiaratmente lesbica.
L'assemblea dello Stato di New York ha, tra l'altro, approvato da qualche giorno il progetto di legge che istuirebbe il matrimonio omosessuale, che si trova adesso bloccato al Senato a maggioranza repubblcana.
Ancora una volta il confronto con la nostra piccola Italia ci rattrista. Da quando è sindaco, il DS Walter Veltroni non ha mai sentito il bisogno di scendere in piazza per il Gay Pride in sotegno dei diritti di ugualgianza e contro le discriminazioni. Due modi molto diversi di intepretare il proprio ruolo: Bloomberg, al di là dello schieramento a fianco dei cittadini; Veltroni, sempre pronto a stringere inanellate mani vescovili, si astiene perché per rappresentare tutta la città venire al Gay Pride non è considerato possibile. Ma in politica anche il silenzio e l'assenza hanno un senso. Io non mi sento rappresentao da un sindaco che non considera suo preciso dovere rappresentare e difendere con la sua presenza, con la sua faccia e con l'impegno diretto i diritti di tutti.

lunedì 25 giugno 2007

Aspettando il MADRID PRIDE

Il 30 giugno prossimo, sabato, si svolgeranno Pride a Torino e Parigi, ma soprattutto avrà luogo l'attesissimo European Pride 2007 a Madrid, a coronamento delle enormi conquiste di visibilità e vivibilità che hanno messo la Spagna all'avanguardia sui diritti in Europa e nel mondo.
La scelta dello slogan è significativo "NOW EUROPE: THE EQUALITY IS POSSIBLE", che coniuga all'Orgullo lgbt anche quello di un Paese che si pone come modello da imitare e da seguire nel Vecchio Continente. Immancabile, naturalmente, il richiamo all'Anno Europeo per le Pari Opportunità, che in Italia sta passando sotto silenzio e senza che nessun riultato, anche minimo, sembri ancora all'orizzonte (e abbiamo un governo che si ostina a definirsi di Centrosinistra).
La Sapgna ci dimostra che la nostra voglia di manifestare non si è spenta: tantissimi sono gli italiani che andranno alla parata di Madrid in un ponte ideale con Roma. Tantissimi miei amici e conoscenti e una discreta pattuglia del Mario Mieli saranno tra loro, mentre io, causa esplosione di lezioni e seminari universitari estivi ho dovuto definitivamente rinunciare.
Ormai, però, anche senza Pride la Spagna è diventata la meta preferita e più desiderata dai gay italiani, sta letteralmente sulla bocca di tutti, assurta a paradiso agognato e vagheggiato. Molti, in verità, sperano addirttura di trasferirvisi, forse non credendo più possibile che anche da noi possa raggiungersi in tempi "umani" l'ugualgianza dei diritti e il riconoscimento di una pari dignità.
Anzi proprio nei giorni in cui il governo Zapatero ha intrapreso la sua ennesima coraggiosa battaglia per la laicità dell'istruzione, i nostri poltici sono impegnati a definire le leadership del futuro partito democratico, a studiare misure difensive contro le intercettazioni telefoniche, e a sparae l'uno sull'altro. Raccapricciante! Prima ancora che sui diritti glbt i politici italiani dovrebbero prendere a modello il governo socialista spagnolo per la sua capacità di fare, di realizzare delle politiche vere, coraggiose, in linea con il programma elettorale. La Spagna è esempio di una politica rispettata perché autonoma, pragmatica e capace di ideali e di visone del futuro. Probabilmente anziché arrovellarsi su legge elettorale e toppe per contrastare il oto di disaffezione per la politica i nostri governanti (governo, maggioranza e opposizione) dovrebbero guardare ai problemi del Paese e dei cittadini e darsi obbiettivi concreti.

Ma non divaghiamo.. e torniamo al Pride madrileno per leggere alcuni stralci del Manifiesto del Orgullo Ciudadano che si adattano molto bene anche alla nostra situazione e dimostrano come ottenere le leggi non risolve del tutto i problemi che hanno una profionda radice culturale e spesso anche gli stessi nomi e cognomi: "Quieren recordar que las personas LGTB son objeto de ataques, insultos y descalificaciones por parte sobre todo de la jerarquía de la Iglesia Católica y de otras Iglesias, que violan sus derechos más elementales sin que ni la sociedad, ni los poderes públicos ni la justicia consideren necesario intervenir". (...)
"Queremos recordar finalmente que los valores y los derechos que las personas LGTB encarnan y defienden no son suyos en exclusiva, sino que son derechos y valores con los que tiene que identificarse cualquier persona que crea que la Igualdad es un bien irrenunciable, que la solidaridad internacional es necesaria, que la lucha por los derechos humanos incumbe a todas las personas y que la diversidad humana es un bien precioso".
La traduzione è superflua credo!

domenica 24 giugno 2007

Prevenzione HIV: AIDES Campaign ("Sugar baby Love")

Questo video così divertente è prodotto dall'associazione francese AIDES. Io lo trovo divertentissimo. Esilarante. Riesce a dare un messaggio con grande semplicità e molta ironia (anche amara) estremizzando situazioni molto realistiche! Guardatelo...

sabato 23 giugno 2007

La Polonia omofoba fa la voce grossa in Europa

Nelle serrate trattative di Bruxelles per il nuovo trattato dell'UE la Polonia fa la dura e non accetta le nuove regole di voto a maggioranza, ottenendo un rinvio al 2014 per la loro applicazione, giudicato ancora insufficiente. I catto-conservatori gemelli Lech e Jaroslaw Kaczynski, rispettivamente presidente e premier polacchi, hanno anche spuntato una clausola secondo la quale la carta dei diritti "non ha effetto in nessun modo sul diritto degli Stati membri di legiferare nella sfera della moralità pubblica, della legge della famiglia, così come della protezione della dignità umana e del rispetto per l'integrità fisica e morale".
Appare chiaro che gli omofobi governanti polacchi vogliono lasciarsi le mani libere per continuare ad approvare impunemente le loro leggi anti-omosessuali - come quella sull0'insegamento e la scuola nota a tutti - che non dovrebbero essere possibili nell'Europa di oggi. Se passassero queste gravi esclusioni, che colpiscono direttamente la nostra comunità, l'Europa entrerebbe in un tunnel irreversibile di perdita di identità e di discriminazione dei suoi stessi cittadini .

Se la Polonia vuole fare parte per se stessa e conservare la sua ritrovata autonomia ha il diritto di farlo, lo dica chiaramente, rinunci ai fondi europei che sovvenzionano la sua crescita e si unisca alla lega araba! Non si possono pretendere i vantaggi materiali dell'UE e respingerne poi poi il patrimonio di diritti comuni e di regole democratiche. L'Italia è un Paese contributore netto nel bilancio comunitario (paga più di quel che riceve): io non sono disposto a pagare e sostenere le leggi omofobe dell'Est Europa!

Mastella mette la mordacchia al giudice “anticrocifisso”

Articolo di Luigi Tosti (*) riporatato integralmente dalla fonte: http://nochiesa.blogspot.com/

(*) Il giudice Luigi Tosti chiede, in base alla Costituzione Italiana e alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, di poter affiggere nei tribunali la menorà ebraica accanto al crocifisso, oppure la rimozione del crocifisso [N.d.R.].
Nel settembre del 2006 il giudice di Camerino Tosti Luigi ha chiesto al Ministro di Giustizia Mastella di rimuovere i crocifissi cattolici dalle aule giudiziarie preannunciando che, in caso contrario, si sarebbe rifiutato di presenziare al processo penale che sarebbe stato celebrato a suo carico a gennaio dinanzi ai giudici dell'Aquila. Nella lettera il dott. Tosti ha giustificato la sua richiesta col rispetto del principio costituzionale di laicità dello Stato italiano, così esprimendosi: "Ribadisco, poi, che nella mia qualità di imputato mi rifiuto di farmi processare da giudici partigiani che si identificano platealmente nei crocifissi cattolici appesi sopra la loro testa, e non nei simboli neutrali dell'unità nazionale che, guarda caso, sono accuratamente estromessi dalle aule giudiziarie italiane: tanto più in processi nei quali questi giudici di parte cattolica -che cioè accettano di far parte di un'Amministrazione connotata di cristianità- sono chiamati ad esprimere un giudizio di colpevolezza o di innocenza in relazione ad un mio comportamento che è diametralmente opposto, cioè di rifiuto radicale di giudicare in nome di quel "loro" idolo". Ebbene, questa frase ha mandato su tutte le furie il Ministro cattolico Mastella che, istigato dal collega On.le Francesco Storace, ha sfogato il suo livore con un'immediata azione disciplinare contro la toga anticrocifisso, incolpandola di "avere tenuto un comportamento non corretto nei confronti dei giudici del Tribunale di L'Aquila, esprimendosi in violazione dei criteri di equilibrio e misura".
Il Tosti ha respinto l'incolpazione, rilevando che le sue parole, oltre ad esprimere una verità oggettiva e incontestabile, non potevano essere "censurate" perché rientravano nell'ambito del legittimo esercizio del diritto di difesa e di libertà di pensiero e, inoltre, non potevano neppure integrare un illecito disciplinare alla luce della nuova normativa di cui al D. Leg.vo 23.2.2006 n. 109: si trattava, infatti, di un comportamento tenuto al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni di magistrato. Accortisi dell'infondatezza dell'accusa, si sono subito cambiate le carte in tavola per mantenerla in piedi: con un "tocco di magia", come nella favola del lupo e dell'agnello, è stata infatti mossa al giudice anticrocifisso una nuova incolpazione con la quale si è sostenuto -si badi bene- che la frase incriminata integra addirittura "un fatto costituente reato per il contenuto gravemente ed ingiustificatamente lesivo dell'ordine giudiziario nel suo complesso nonché del Ministro destinatario della istanza". L'istruttoria è stata chiusa con solerte rapidità, tant'è che il Presidente del CSM Nicola Mancino ha già rinviato la toga anticrocifisso al giudizio della Sezione Disciplinare per la pubblica udienza che si terrà il 21 settembre prossimo.Questo è il commento del dr. Tosti: "Se il Ministro cattolico Mastella e i membri di questo Governo "laico" -Prodi, D'Alema, Rutelli e Bertinotti in testa- si illudono di tapparmi la bocca con quella stessa criminale mordacchia con la quale gli augusti antenati di questa Colonia del Vaticano la tapparono a Giordano Bruno, prima di arrostirlo "cristianamente" sul rogo, hanno fatto male i conti. E' triste per me doverlo ammettere pubblicamente, ma il Ministro di Giustizia Roberto Castelli, al quale avevo inoltrato lettere esattamente identiche a quella "censurata" da Mastella, ha dimostrato di essere un perfetto galantuomo. Credo proprio che mi presenterò al cospetto della Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura col capo cosparso di cenere e gli occhi bassi per la vergogna: dire la verità in un regime che si regge sulla menzogna è infatti disdicevole perché si rischia, prima o poi, di essere scoperti".
Si consiglia vivamente di non pubblicare questa notizia, potendo nuocere al regime di disinformazione imperante nella Colonia del Vaticano.
Luigi Tosti tosti.luigi@yahoo.it mobile 3384130312 - tel. 0541789323
via Bastioni Orientali 38 - 47900 Rimini
Nella foto, il giudice Luigi Tosti (foto Campanella Lasca, NoCopyright)

venerdì 22 giugno 2007

Pedofilia: io condanno Buttiglione senza se e senza ma!

ci vai con me ahah Dai megafoni di regime del TG2 di ieri sera il solito pessimo Rocco Buttiglione coglie l'ennesima occasione per associare la pedofilia all'omosessualità. chiedendo indignato alle associazioni omosessuali di condannarla senza se e senza ma.
Io condanno lui senza se e senza ma. Se il caro Rocco fosse in buona fede saprebbe che pedofilia e omosessualità sono due fenomeni ben distinti e che mai le associzioni omosessuali sono state nemmeno sfiorate dal fenomeno.
Lo stesso non si può dire, purtroppo per i bambini, né delle famiglie "tradizionali", dove si compiono la maggior parte degli abusi, nè delle parrocchie, oratorii, chiese e scuole cattoliche, che sono troppo salite agli onori della cronaca per questi fatti, quasi sempre coperti e insabbiati dalle gerarchie vaticane (che poi si sottrggono alle indagini e alla giustizia dietro gli schermi della immunità di capo di Stato).
Guarda caso proprio quella Chiesa Cattolica che strilla condanne senza se e senza ma è poi quella organizzazione maggiormente coinvolta. Eviterei quindi di imitarla per non incorrere nel vecchio, vecchissimo peccato di chi predica bene per essere libero di razzolare male. Oltrettutto mi guarderei bene anche di fare di tutta l'erba un fascio e dire che essere parroco cattolico vuol dire essere pedofilo!
Due parole infine sul Boy Love Day (altrimenti tradotto Orgoglio pedofilo), che ha dato la stura alle uscite buttiglionane. Se ne parlava già da qualche settimana, il quotidiano e-polis ci aveva aperto una campagna politica coraggiosa e decisa, ma dal sapore vagamente populista. A me sin dall'inizio è suonato molto strano. Perché l'accento su Boy (mentre la pedofilia si rivolge indistitamente a bambine e bambini)? Perché il 23 giugno così vicino al Gay Pride? perché proprio quest'anno e in questo clima surriscaldato che consiglierebbe la prudenza, i pedofili, già unanimemente condannati e additati e che hanno tutto l'interesse ad agire nella riservatezza, dovrebbero cercare pubblicità e ribalta? A me sa tanto di operazione studiata a tavolino da qualcuno per colpire ancora proprio gli omosessuali, giocando sui facili, ma banalmenti falsi, accostamenti di terminologie e di date. Qualcuno, a cominicare dalla polizia postale che ha oscurato il sito in cui si prponeva la data vorrebbe indagare? Credo che ne abbiamo già abbastanza di omofobia in Italia, anche senza ricorrrere ad altri espedienti!
Quanto a te, Rocco, ma va a...

Veltroni nuovo segretario del PD?

Ed eccoci tronati al solito balletto del Partito Democratico, che devo dire mi interessa poco e mi appassiona sempre meno. Stimolato dai riflessivi post di Cristiana, ho, tuttavia, deciso di dire la mia sulla novità di queste ore: Veltroni candidato a segretario del PD.
Il carisma del sindaco di Roma, la sua popolarità e il suo indiscusso appeal mediatico sembrano raccogliere i consensi trasversali della pletora di nomi pesanti di Ds e Margherita. Ma qual'è se c'è la novità?
NESSUNA.
Ancora, dopo mesi, non si capisce su cosa - quale programma, quali idee, quali valori condivisi, quali obbiettivi - stiano unendo la Margherita e i DS. Cosa avranno in comune la Binetti e la Finocchiaro (per parlare di donne ogni tanto...). E quel che è più gave è che non solo non si sa, ma sembra che loro non siano neppure interessati a capirlo o a farcelo capire. I silenzi, l'attendismo, le prese di posizione equilibriste e ambigue che più non si potrebbe (ricordiamoci di Fassino al Pride), sono tutti segnali di una vera mancanza di contenuti.
A metterli assieme sembra essere una sola cosa il POTERE. Come dice bene Cristiana, appunto, il mezzo per rendere migliore il nostro Paese (il PD) è diventato il fine, o forse solo il mezzo per rendere eterne le leadership che già sopportiamo da decenni senza possibilità alcuna di rinnovamento.
Infatti, da settimane credono di appassionarci alle regole di nomina dell'assemblea costituente, alla scelta dei 45 "vecchi" saggi che ci porteranno alla loro scelta, alle liste concorrenti, ai capi lista, al segretario, al vice, al presidente, all'uscere... Ma sono sempre loro, che ruotano e ballano sotto i riflettori, sempre più soli . Il Pubblico si è stancato dello spettacolo e li abbandona alle loro pantomime.
VELTRONI? di certo non rappresenta il nuovo che avanza e, a mio parere, è troppo furbo per bruciare le sue possibilità come futuro premier investendo il suo patrimonio di popolarità e di carisma in un progetto che, per ora, è una brutta scatola vuota che fa acqua da tutte le parti. Per farlo dovrebbe abbandonare Roma, o ridimensionare il suo impegno nella Capitale, che negli ultimi anni è stata il suo vero scrigno di autorevolezza e prestigio (più ancora che di voti).
Inoltre, una sola cosa lo differenzia davvero da Rutelli e da Fassino: l'estrema scaltrezza e bravura nel gestire la sua immagine e le sue uscite pubbliche, la capacità di conquistare con parole semplici (spesso altrettanto vuote) l'attenzione e i cuori.
Ma sul piano dei contenuti è allo stesso punto, forse più vicino al suo predecessore al Campidoglio. Prendiamo ad esempio il Romapride 2007 che ha portato tanti di noi in piazza. Laddove i sindaci delle più grandi città europee sfilano in testa ai cortei, Veltroni è rimasto più immobile di una statua di sale. Naturalmente non ha dato l'adesione allla piattaforma (Parità, Dignità Laicità), ma neanche un saluto, non un auspicio, non un apprezzamento. NULLA. Mentre Fassino si è fatto bruciato dalle polemiche tentando improbabili equilibrismi verbali, Veltroni ha "regalmente" ignorato. Cosa che forse è ancor più grave.
Non fà così quando riceve papi, cardinali e vescovi in Campidoglio, quando c'è da inchinarsi al potere d'oltretevere.

Voglio ricordare la dedica della Stazione Termini a Giovanni Paolo II, che lo ha visto in prima fila accanto al Cardinal Ruini, allora presidente CEI, e al Cardinal Bertone, Segretario di Sato Vaticano (Foto). Il gesto conta già per quel che è... Il metodo, però, svela del tutto il suo modo populista e subdolo di intendere il potere.
Dopo aver garantito alle associazioni laiche della Consulta Laica (di fatto morta subito dopo) che non avrebbe fatto la dedica, da un giorno all'altro, senza darne precedente annuncio, a due giorni dal natale e in pieno sciopero della stampa, ecco l'inaugurazione di due enormi steli a Satzione Termini - Giovanni Paolo II. Il dsgusto che provato in quelle ore è proprio indescrivibile, le lettere e le iniziative di protesta non hanno meritato neppure una risposta.

Veltroni, io non dimentico, il mio voto non lo avrai ne ora ne mai!

Rivincita Pride a Gerusalemme

Ecco due belle foto (Photo1: Noa Raz; photo2: Gil Yoanan) del Pride che si è svolto stamattina a Gerusalemme.
Già il semplice fatto che, nonostante le mille polemiche e l'opposizione feroce degli ultraortodossi, si sia svolta una marcia all'aria aperta, pacifica e senza incidenti, al centro della città è un successo. Soprattutto considerato il grave smacco che gli organizzatori del Jerusalem Open House avevano dovuto subire lo scorso novembre, quando, dopo innumerevoli rinvii, si erano dovuti rassegnare a celebrare l'agognato World Pride al chiuso di uno stadio universitario.
Speriamo che non si tratti di una vittoria di Pirro, che venga umilata dall'eventuale approvazione alla Knesset (parlamento israeliano) di una legge, già in discussione, che proibisca per il futuro di svolgere il Pride a Gerusalemme. Sarebbe un duro colpo non solo per la comunità GLBT israeliana, ma per la stessa immagine di laicità di Israele, e per la sua democrazia. La sua qualità di eccezione democratica dell'area mediorentale verrebbe inevitabilmente offuscata e surclassata, per esempio, dalle immense folle che a difesa della laicità dello Stato si sono mobilitate in Turchia.
Dal momento che anche quest'estate non vedo l'ora di tornare a Gerusalemme, città che amo profondamente e che è soprendentemente viva e carica di una magia stupefacente, sono contento di poter andare a complimentarmi di persona coi ragazzi e le ragazze del JOH che lavorano in un contesto non facile per i diritti con enorme passione e coraggio.

giovedì 21 giugno 2007

Ghirelli Vergogna

Su Il Resto del Carlino, il vescovo di Imola, tal Tommaso Ghirelli, evidentemente infastidito dal confronto perdente tra le piazze del Family day e quella del Pride di sabato 16 sbotta in un'analisi incredibile - e male informata! “Sottoponiamoli a verifica, visto che hanno voluto terminare la loro chiassosa marcia dove si era svolto il family day. Al gay pride hanno partecipato certamente dei giovani, ma non erano il futuro dell’Italia, perché non avevano bambini. Hanno occupato la piazza oggi, ma non l’occuperanno domani, perché non avranno un domani”.

Troppo impegnato a guardare nella palla di cristallo e alanciare anatemi, il dotto Ghirelli sì è dimenticato di guardare davvero a quella piazza. Si sarebbe accorto che tra tutti gli altri carri sfilava anche un trenino di genitori omosessuali con figli che si allunga di anno in anno. Si sarebbe accorto che c'era anche un carro di genitori di omosessuali orgogliosi dei loro figli e sicuri che anche in loro e forse grazie a loro questo Paese troverà un futuro.
Forse dovremmo sin d'ora dargli appuntamento a Piazza San Giovanni per l'anno prossimo!

Le loro provocatorie rivendicazioni sono prive di prospettiva, la loro richiesta di accedere al matrimonio si risolve nella delegittimazione del patto più impegnativo e fruttuoso tra esseri umani. Viene delegittimata così l’intera società politica, si cede al disfacimento del patto sancito dalla costituzione repubblicana. C’è ancora chi pensa, irenicamente: «Vogliono sposarsi con persone dello stesso sesso? Ne hanno diritto». Addirittura ci sono uomini di governo che fingono di non avvedersi dell’impossibilità di convivere in una società senza regole e dell’immoralità insita nel relativismo spacciato per pluralismo. Reagisca almeno l’opinione pubblica a questa ottusità, non limitandosi a scuotere la testa per le scritte oltraggiose, e affrontando di petto la questione del nostro futuro”.

Addirittura! Ancora una volta, si scomodano le categorie di immoralità e relativismo per bollare e respingere le richieste di diritti e si sventolano spauracchi inesistenti di disfacimenti sociali, di contagio omosessuale.
Ma da chi è andato a lezione questo Vescovo? Da Himmler? La lezione l'ha imparata proprio bene ma ha sbagliato epoca. Il medioevo, il tempo dei roghi e del controllo morale della Chiesa si è chiuso e anche la colorata e giovane piazza San Giovanni del Pride lo dimostra. In piazza c'erano un milione di cittadini che pacificamente, spontaneamente e coscientemente chiedevano risposta ai politici e alla classe politica. A nome di chi parla il Vescovo? Di Dio? Ammesso che Dio avesse la cittadinanza italiana sarebbe comunque uno a un milione!

Ma poi, se davvero il matrimonio è istituzione divina, di quel Dio in cui speriamo Ghirelli pone la sua massima fiducia, allora certo non avrà bisogno del fragile supporto della legittimazione normativa italiana. Se è così radicato nella natura umana di cosa ci si preoccupa? Oltretutto, sul piano morale per la chiesa le convivenze (alla cui legittimazione così energicamente si oppone) e il matrimonio civile stanno sul medesimo piano non essendo sanzionati da nessun sacramento. Il Matrimonio civile rientra pienamente nella sfera di competenza umana e del potere civile (e quindi statuale), e nei paesi in cui esiste il matrimonio omosessuale da anni, non abbiamo assistito a nessuna piaga biblica e neppure al crollo della natalità (semmai il contrario, visto che il fanalino di coda in Europa sulla natalità come sui diritti per i gay è proprio l'Italia).

Se non si fosse ancora convinto il prelato imolese lo informiamo che ci sono salubri e moralmente integri posti nel mondo dove vige la teocrazia e dove il relativismo è assolutamente vietato e gli omosessuali sono perseguitati e torturati e puniti con la morte. Potrebbe considerare di proseguire la sua opera evangelizzatrice in IRAN, dove, per altro, avrebbe tutta la mia solidarietà dal momento che rischierebbe di condividere la sorte degli stessi omosessuali che condanna.

Ma poi se è tanto indignato contro il relativismo perché non invita pubblicamente il suo capo, papa Benedetto, al secolo Ratzinger, a sottoporsi al giudizio dei tribunali americani per l'accusa di aver coperto i reati di pedofilia compiuti da parroci e vescovi cattolici in USA? O dobbiamo pensare che i porporati si sottraggono alla legge degli uomini in un esasperato esercizio di relativismo che sembra colorarsi solo dei grigi della convenienza e dell'ipocrisia e non certo dell'arcobaleno dell'orgoglio e del coraggio delle proprie azioni e scelte?
Vivere alla giornata non è degno di un paese civile, evadere dalle responsabilità per timore di essere accusati d’omofobia non è da persone mature. Reagiscano gli uomini di pensiero, esprimano il loro sdegno le aggregazioni in cui si esprime la naturale solidarietà umana. Minimizzare e tacere equivale a pregiudicare le libertà civili”.

Evadere dalle proprie responsabilità nascondendosi dietro l'attributo assurdo di Capo di Stato invece è legittimo e morale?
Lo stravolgimento del matrimonio è un attentato alla dignità umana e l’acquiescenza alla disumanizzazione porta alla perdita della libertà”.

Ecco la nuova frontiera “Omosessualità = disumanizzazione”, Se fossimo in un Paese civile, nel Paese civile che si indigna e fa rispettare la dignità di tutti, oggi il vescovo di Imola, Tommaso Ghirelli”, vedrebbe il cielo a strisce e dovrebbe risarcire milioni di gay e lesbiche italiani per le sue offese omofobe e gratuite i. Ma il coraggioso fa leva proprio sulla pavida classe politica che attacca e si nasconde dietro il viola della sua sottana episcopale.
Se io dico GHIRELLI VERGOGNA sono un terrorista, se lui mi da del subumano è un encomiabile baluardo dell'etica.
Perché, se non l'avessimo ancora capito, in Italia LA LEGGE NON È UGUALE PER TUTTI.

mercoledì 20 giugno 2007

Cena Culturale

Dopo l'esaltazione di un Pride straordinario e la soddisfazione per il successo insperato della manifestazione dell'orgoglio e anche delle tante iniziative e dei tanti appuntamenti culturali che siamo riusciti a organizzare al Circolo Mario Mieli nelle due settimane precedenti il Pride, ecco finalmente arrivata la resa dei conti.

A dire il vero, sul piano delle attività e delle proposte culturali, tutto l'anno è stato davvero fantastico. Presentazioni di libri, incontri con artisti, concerti dal vivo, dibattiti animati e interessanti, e poi una ricchissima rassegna cinematografica proposta all pub Hippie Hour, un corso di autodifesa, le splendide passeggiate guidate su percorsi favolosamente guidati da Antonio.

tuttavia la cosa più bella quella che, come sempre, rimane nel cuore, sono i rapporti umani che si sono costruiti in un anno di lavoro assieme. Rapporti umani con tutti gli artisti e le persone che a vario titolo sono intervenuti o anno dato un contributo (voglio citare Carlotta, Simone Patrizi, Franco Buffoni, Francesco Gnerre, Cristiana Alicata, Davide Martini, Andrea Bergamini, Fabrizio Mazzotta, Francisco Cordoba, i ragazzi dell'Acrobax, Marco Tarascio, il Rainbow Choir,), ma soprattutto rapporti umani bellissimi con tutti i volontari che hanno animato queste attività.

Non li nomino solo perché mi dipiacerebbe dimenticarne anche solo uno. Ma sono stati tutti, nessuno escluso, straordinari, rubando ore allo studio o al lavoro o al sonno o agli svaghi, portando idee, mettendo energia fisica e mentale, tempo, passione, impegno in tutte le cose che abbiamo fatto assieme nel corso di un anno e nelle due settimane prima del Pride.

Per questo, a conclusione di tanto lavoro, ieri ci siamo concessi una cena tutti assieme, per festegiare e per festeggiarci, ben sapendo che quello che abbiamo costruto assieme va oltre l'aver condiviso certi obiettivi comuni e aver lavorato assieme su dei proggetti.
Ci siamo conosciuti e con molti siamo diventati amici. In ogni occasione siamo stati bene assieme.

Purtroppo non tutti ieri sono potuti venire ma era come se ci fossero e non mancheranno occasioni per replicare. dopotutto in un anno siamo diventitati come una FAMIGLIA ARCOBALENO allargata: non tutti possiamo essere sempre presenti, ma sappiamo che ci stiamo anche senza dircelo.

Mi dispiace molto che Luciano Parisi, che ha letteralmente animato le ultime settimane di Pride con un fuoco pirotecnico di idee, impegno, passione straordinaria, lavoro, carica umana contagiosa, non sia riuscito all'ultimo ad essere con noi.

Ti voglio bene Luciano, anche se a volte ti strillo :) Quello che hai fatto per tutti noi, anche come insegnamento, è incredibile e forse irripetibile. Io te ne sono infinitamente grato e credo che tutti le persone che sei riuscito a conquistare alla passione del fare con la tua inarrestabile energia la pensano esattamente come me.

FIORONI: "Sulla famiglia la Costituzione va rispettata". Perché non cominci a farla rispettare sui finanziamenti alle scuole private?

In un' intervista rilasciata a Il Messaggero in edicola domenica 17 giugno a commento del Pride, il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni (Margherita), coglie l'occasione per ribadire alcuni concetti a lui cari su matrimonio e Costituzione.

<<I manifestanti hanno rivendicato il matrimonio gay.Alt, qui bisogna essere chiari fino in fondo. Dopo la capacità di ascoltare, che chiedo e rivendico, c'è la necessità di sintesi. E la sintesi politica non può non partire dal rispetto della Costituzione, fortemente condivisa dagli italiani e ancor più da quanti hanno giurato su di essa, a cominciare da ministri e governo”.
E una volta Giurato sulla Costituzione, che fine devono fare i matrimoni gay? “La famiglia come individuata dalla Costituzione è una priorità per il Paese, ad essa va garantita sicurezza, certezza e tranquillità. La Costituzione, soprattutto, dice e spiega qual'è la famiglia. I matrimoni tra gay non sono previsti”.>>

Già a fine maggio il ministro affermava che “ci sono dibattiti incomprensibili: noi abbiamo giurato sulla costituzione e l'art. 29 parla della famiglia fondata sul matrimonio. La Costituzione non si interpreta, si applica. Se qualcuno la pensa diversamente può sempre mettere mano alla Costituzione”.

Mi rendo conto che in Italia è chiedere troppo che un ministro quando parla della Costituzione, sulla quale ha firmato, lo faccia a ragion veduta e conoscendola e non sulla base di aprioristiche prese di posizione che mirano solo ad usarla come clava per bloccare sul nascere qualsiasi dibattito su un tema come quello del matrimonio omosessuale.
Fioroni dice che la famiglia in Italia è fondata sul matrimonio? Bene concordo! Infatti anche noi omosessuali vogliamo poter accedere al matrimonio e avere la libertà di scegliere se, come, quando e con chi sposarci per dare riconoscimento e tutela alle nostre unioni! Del resto da nessuna parte della Costituzione c'è scritto che a sposarsi possono essere solo un uomo e una donna, e tanto meno si parla di divieto di unioni tra due uomini o due donne. Secondo il principio liberale e razionale che in uno Stato di diritto e democratico tutto ciò che non è vietato è consentito, credo che non ci siano ostacoli a che anche il matrimonio omosex venga finalmente reso possibile in Italia. Come del resto hanno chiarito mesi fa i giuristi estensori del Manifesto per l'uguaglianza firmato da migliaia di persone.

C'è da dire, inoltre, che la Costituzione italiana all'articolo 2, “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”, e quindi non impedisce e anzi richiede riconoscimenti, tutele e diritti per altre forme di socialità e di unioni anche non matrimoniali.

All'articolo 3, invece, stabilisce che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese
”. Sembra , quindi, che il riconoscimento delle coppie omosessuali e la parità di accesso a tutti gli istituti e le protezioni di cui godono le coppie eterosessuali è non solo consentito ma DOVEROSO. Per promuovere e garantire l'uguaglianza e rimuovere gli ostacoli che ne impediscono l'effettiva realizzazione il Parlamento DEVE legiferare. Tutto ciò alla luce della nostra Costituzione su cui Fioroni ha giurato.
Visto che siamo in tema di Costituzione e che Fioroni, appassionato di famiglia, è in primo luogo ministro della pubblica istruzione approfitto per ricordargli l'articolo 33 che inequivocabilmente sancisce: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
Una norma tanto chiara e semplice (questa sì stabilisce un netto divieto) è da anni scandalosamente aggirata in favore di tante scuole private, spesso confessionali.
Prendiamo, quindi, tutti atto della ligia aderenza del ministro alla nostra Carta Fondamentale e ricordandogli che, come dice egli stesso, “La Costituzione non si interpreta, si applica”, invitiamolo a prendere i provvedimenti conseguenti per eliminare questa grave violazione proprio nel settore di sua competenza.

martedì 19 giugno 2007

Il Mio Canto Libero: nuovo blog sperimentale

Davvero mi sembra di essere la persona meno adatta a scrivere un diario on line. A scrivere un diario in generale, diciamo pure! La mia assoluta mancanza di continuità, infatti, mi ha fino ad ora frenato dall'intraprendere quest'avventura che pure mi ha sempre incuriosito.
Cosa è cambiato oggi? Semplicemente sono entrato in contatto con uno straordinario gruppo di persone, di amici, cariche di energie positive e voglia di fare, con le quali - allo scopo di favorire la circolazione di idee, esperienze e riflessioni all'interno della comunità GLBT - abbiamo deciso i dare vita a un "aggregatore di blog". Una specie di corale condominio, in cui tutti quanti possano avere una loro voce e siano messi nella possibilità di ascoltare e legggere le voci degli altri. Di tanti altri. E siccome per partecipare a questa esperienza pare serva proprio un Blog, mi sono lasciato anche io tentare dalla proibita mela di Eva.
Per farla breve, devo proprio ringraziare loro: Cristiana e Giulia, Luca e Francesco, Fabio, Andrea T., Riccardo, Roberta, Daniela, Marzia, Mara, Domenico, Marica, Viola e qualcun'altro (che spero non si offenda per non essere qui citato) se adesso ho intrapreso questa nuova avventura.