Certo che a furia di rivolgerci alle pubbliche istituzioni si finisce anche con l'esagerare e col chiedere quel che è inutile o controproducente chiedere.
Il sindaco di Cattolica Eraclea, Cosimo Piro (UDC), dopo aver ricevuto sollecitazioni in tal senso da parte dell associazioni omosessuali locali sta seriamente prendendo in considerazione l'ipotesi di inaugurare una sorta di gay beach sul lido di Capo Bianco, ameno tratto di spiaggia circondato da pineta ricadente in un'area protetta e molto bella. Questa spiaggia, peraltro, è già frequentata da oltre 20 anni da naturisti (senza autorizzazione immaginiamo) e ultimamente sarebbe stata utilizzata da alcuni gruppi gay per dei "raduni". Il Sindaco dichiara di "non avere nulla in contrario: rispetto ogni diversità" e, spiega che "la decisione di destinarla ai gay, in qualche modo precludendo la possibilità agli altri di usufruirne deve portare un tornaconto nelle casse del comune, per esempio in termini di maggiore afflusso turistico, altrimenti il gioco non vale la candela".
Da che mondo è mondo i gay - come tutte le comunità, soprattutto se minoritarie e/o discriminate - scelgono i luoghi che amano senza bisogno del bollino blu di istituzioni e sindaci. così avvenne già nel 1800 di Taormina, sempre in Sicilia, che divenne una meta internazionalmente riconosciuta di turismo gayo. Così avviene per decine di spiagge, strade, zone in tutte le città d'Italia (e del pianeta). Non ci sono targhe da scoprire, nastri da tagliare, voti di consigli comunali da aspettare, autorizzazioni, dibattiti. Si tratta di una cultura informale. Alcuni luoghi poi diventano tanto noti e riconoscibili da essere poli di attrazione e da attirare anche iniziative commerciali o indurre a ripensamenti urbanistici etc.
Su un tratto di spiaggia quale dovrebbe essere l'intervento del Comune? mettere un cartello con il nuovo nome "Baia degli Uccelli - Gay beach"? o un bel divieto di accesso "a cani e eterosessuali"? Oppure si dovrebbe limitare a mettere un bollino rosso per consiliare i genitori di tenere distanti i minori da quest'impudico contatto con I GAY, non si sa mai dovessero incappare in qualche bacio osceno, o semplicemente tenere lontano i vigili urbani dalla pineta (e non diciamo perché)? Questo approccio investe la politica di compiti che non ha, ne accresce in modo tentacolare le competenze (e quindi i rischi connessi a una politica che entra nella dimensione privata dei cittadini), trasformando in inusuale tema di confronto il diritto o meno dei gay di fare il bagno a mare.
Insomma una spiaggia è una spiaggia, chi vuole la frequenta, etero, gay e persino bisessuali, se poi, come talvolta accade si creano le condizioni perché ci sia una prevalenza di frequentatori gay che hanno eletto quel tratto di arenile sarà un processo spontaneo che non ha bisogno di voti in consiglio comunale, di autorizzazioni (interessate) del Sindaco e nemmeno di suscitare inutili dibattiti sull'opportunità della gay beach che ci fanno solo male. Anche perché spesso è proprio la natura "informale e spontanea" del detto non detto ad attirare un pubblico gay che non sempre ama essere preso come cavia di un laboratorio di visibilità e nemmeno additato come espropriatore di pubbliche spiagge
Naturalmente non poteva mancare la reazione della chiesa: il parroco della chiesa di Sant'Antonio Abate di Cattolica Eraclea, Don Giuseppe Miliziano (il nome è tutto un programma) annuncia battaglia e tuona: ''Nudisti e gay non possono stare in quella spiaggia, non hanno il permesso dello Stato, lo fanno in modo illegale, è una vergogna. Siamo in una società che sta degenerando e che sta dando pessimi modelli di vita ai nostri bambini''. Be' a parte il fatto che dopo 20 anni il parroco si veglia ora... non eravamo informati del fatto che per fare il bagno i gay avessero bisogno di una patente speciale dello Stato (e forse anche di una dispensa papale). Prima di partire per il mare vedrò di fare una richiesta urgente!
In che indecente Paese viviamo dove tutti questi gay fanno il bagno senza autorizzazione statale e dove i sindaci più illuminati vogliono creare delle spiagge ghetto per consentire anche ai poveri omosessuali delle abluzioni in piena legalità (purché ci sia tornaconto turistico beninteso)!
7 commenti:
ciao Andrea,
anche io sn pienamente contrario a queste scelte politiche volte ad instaurare zone esclusive per gay , lebiche o chissà cosa... Diventerebbero dei veri ghetti che contribuirebbero ancora di più ad isolare la comunità gltb dalla società la quale la vedrebbe come una massa di appestati da tenere lontano dai propri figli per paura di essere contagiati!. Diverso è il discorso dei nudisti per i quali c'è il problema etico ed il rispetto del buon senso.... che comunque nn deve mancare.
Davvero strana questa dinamica che pare ormai contagiosa di inaugurare strade, spiagge, località e magari anche cocuzzoli più in là, da "riservare" al popolo gayo.Non è così che si realizza quel processo di "normalizzazione" cui aspiriamo in tanti.Appare chiaro che ora abbiamo due battaglie da portare avanti: la conquista dei diritti elementari e in più la difesa da quanti (Associazioni gay comprese)vogliono usarci per interesse e tornaconto personale o associativo.
Sarei curioso di sapere quali sono queste associazioni gay che hanno pressato il sindaco di Cattolica Eraclea affinchè un tratto di spiaggia diventi un recinto per bagnanti gay. Dunque...sul fronte occidentale della Sicilia ci stanno due associazioni politiche, quella di cui faccio parte, Articolo Tre Palermo, e Lady Oscar Arcilesbica di Palermo, che mai si sognerebbero di promuovere iniziative simili perchè in netta antitesi con la nostra politica e la nostra idea di società, per intenderci quella che con i recinti della tolleranza repressiva, gay street, gay beach e gay zone varie ed eventuali nulla c'entra.
Poi, sempre a Palermo, c'è l'Agedo, ma non credo proprio che da parte loro possano partire simili richieste. Poi l'ex Arcigay Palermo, Koinonia, un gruppo alquanto instabile che dopo pochi mesi ha prodotto il primo commissariamento di un circolo nella storia di Arcigay. Da questi potrei aspettarmi illuminate ed argute proposte tipo gay beach. Ma francamente non capisco perchè mai dovrebbero occuparsi di Agrigento, invece di pensare alle tante spiagge a frequentazione gay che ci stanno nel palermitano.
Il fronte orientale è terra di colonizzazione Arcigay, Catania, Messina, Siragusa e Ragusa, con l'unica eccezione di Open Mind. Beh, Open Mind è impossibile, la loro storia è una garanzia per non prenderli minimamente in considerazione come possibili indiziati.
Restano le arcigay siciliane. Saranno stati loro a fare pressioni sul sindaco di Cattolica Eraclea? Certo la gay street romana ha avuto la sponsorizzazione di Arcigay. Eppure stento a credere che l'Arcigay siciliana possa essere sostenitrice di questa coglionata, perchè ritengo che il livello politico dei circoli siciliani sia nettamente superiore alla media nazionale e le persone che ne fanno parte hanno dietro le loro spalle tanti anni di militanza politica che non potrebbero mai fare simili proposte. Quindi per me resta il mistero di chi siano queste associazioni gay tirate in ballo dal sindaco dell'agrigentino.
Ci tocca indagare, mio caro Andrea, per svelare l'arcano.
Baciuzzo,
vincenzo.
Siracusa ovviamente...Siragusa era la candidata Ds alle primarie del centro-sinistra per l'elezione a sindaco di Palermo ed oggi consigliera comunale :-)))
Alessandra Siragusa vedo su internet... Scusa l'ignoranza delle dinamiche politiche siciliane... ma "chi era costei?" che c'entra con le associazioni gay? è stata lei a proporre stat storuia della spiaggia gay? e perché mai???
no ma che c'entra figlia mia...:-)
Siccome avevo scritto tra le città arcigay Siragusa invece di Siracusa, ho fatto la battuta su Alessandra Siragusa. Siracusa è la città, Siragusa è una consigliera comunale di Palermo che con la vicenda della spiaggia gay non ha nulla a che vedere. Io sono rincoglionito ma è giustificato per l'età...tu sei ancora giovane ;-)
Avevo frainteso Vincenzo... e neanche avevo visto il refuso prima :) Nel mio caso si chiama "senescenza precoce!"
Ma sei riuscito a scoprire da dove è partita l'iniziativa?
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