Sono soddisfatto del risultato della tanto discussa manifestazione di ieri che è riuscita nello scopo semplice ma significativo di tenere alta l'attenzione su una semplice questione di rispetto e di contrasto all'omofobia e di manifestare solidarietà ai giovani colpiti, riportando allo stesso tempo la proteste negli argini di un evento semplice e spontaneo, non in netta cntrapposizione con le forze dell'ordine, e capace di coinvolgere diverse reatà e un centinaio di manifestanti.
Equilibrata la cronaca che ne fa Repubblica.it, con molte foto di Luca e Tommaso... Anche L'Ansa on line ha riportato sin da ieri sera l'evento con una foto che per ovvi motivi ho scelto nella testata di questo post...
C'erano tanti volontari del Mario Mieli, alcuni al solito un po' ritardatari... La Rosa Arcobaleno, la FGS, il deputato di Rifondazione Comunista Massimiliano Smeriglio, molti amici di Gaytoday, molti ragazzi e ragazze lì per manifestare o semplicemente per trascorrere la loro solita serata al Coming out con gli amici. C'era anche molta stampa che aveva attenzionato fin dall'inizio il fatto e persino alcuni esponenti dim Arcigay Roma (A. Ambrogetti e C. Guarino, mi sembra) che pure era stato un po' polemica con quest'iniziativa.
Sicuramente non una manifestazione oceanica, ma credo che per un'evento annunciato alle 14 del giorno prima non ci si potesse aspettare molto di più, considerata anche la calda stagione di vacanze. Anche se la speranza è sempre l'ultima a morire e ci si augura sempre che di più siano i gay e le lesbiche che sentano l'impellenza e la necessità per scendere in piazza in difesa dei propri diritti e della propria dignità.
Adesso, passata la nottata, spero che anche le polemiche (pur solllevate anche da Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay nazionale, su gaynews) si sopiscano capendo anche che la volontà di coordinamento e compattezza devono essere pur reciprochi... e quando come ho avuto modo di segnalare personalmente allo stesso Aurelio non c'è alla base il rispetto per l'identità, le inziative altrui e per l'autonomia altrui è difficile evitare pi che spiacevoli incidenti di percorso occorrano.
6 commenti:
io sinceramente però spero e mi auguro che "il difendere le autonomie" delle varie associazioni non ci riporti a perdere quella minima unità che sembravamo aver raggiunto il 16 giugno. Ricordiamoci che l'unione fà la forza mentre la frammentazione e le polemiche e lotte tra le varie associazioni non portano assolutamente a NULLA!
Concordo con te, linea67, vedrai che riusciremo a dimostare unità e compattezza.
Questo non vuol dire necessariemente fare sempre tutti le stesse cose assieme, ma almeno le più importanti e visibili e comunque evitare di venirsi addosso e polemizzare reciprocamente.
Le polemiche non solo sono inutili, come dici, ma persino controprooducenti anche per le stesse associazioni coinvolte oltre che per tutti noi e vanno assolutamente evitate.
Fare chiarezza, a volte è tuttavia necessario. Il fuoco degli Stati Generali dello scorso anno, con le accuse reciproche, il tormentato percorso verso un pride unitario sono stati sicuramente utili per costruire davvero il senso i una comunità e evidenziare la necessità di un percorso unitario. Senza quelle polemiche e quei fuochi forse non ci sarebbe stato la salutare svolta di Arcigay dai pacs e dal collateralismo coi DS alla richiesta dei matrimoni e di piena parità di diritti. Forse, se questi nodi fossero emersi prima il movimento italiano starebbe già un passo avanti.
L'importante è confrontarsi sui contenuti, e su tutto quanto si ritiene necessario, ma non sulle rendite di posizione o su mere questioni di faccaiata.
In questo caso il confronto smette di essere costruttivo per diventare semplicemente un gioco al massacro sulla pelle nostra e di tutti i gay, lesbiche, bisessuali e trans italiani.
Ma sai che ti ho visto sul TgCom di Italia Uno, mentre baciavi il tuo amico?
;)
si vedeva che era un bacio un po' finto? in realtà parlavamo e ridevamo più che altro... ma si sa, per la politica si fa questo ed altro...
Andrea, trovo inquietante ciò che degli Stati Generali ti è rimasto impresso: "Senza quelle polemiche e quei fuochi forse non ci sarebbe stato la salutare svolta di Arcigay dai pacs e dal collateralismo coi DS alla richiesta dei matrimoni e di piena parità di diritti".
Tutto qui? Solo a questo è servita quella riunione? Il Mario Mieli e gli altri non hanno imparato nulla? Non hanno avuto il coraggio di cambiare nulla per il bene comune? Si auto-assolvono così facilmente?
Non mi stupisco, quindi, dei recenti nuovi casini romani...
Non se ne viene fuori se ad essere sbagliati sono soltanto gli altri...
Anonimo, trovo inquietante la tua interpretazione di quanto ho detto. Ho detto che anche il confronto acceso avvenuto intorno agli Stati Generali e durante di essi sono derviti ad appianare alcune divisionie a dare il senso di comunità e la necessità di dover marciare uniti. Dove sta lo scandalo? Non o se tu eri presente a quel momento, sembra di sì dalle tue parole, ma che il clima fosse pesante era a tutti evidente. Come, chiaramente, è risultato evidente la necessità per tutti di fare dei passi indietro e recuperare dinamiche di dialogo e di confronto più costruttivi.
Che poi rispetto al Pride 2006 la posizione ufficiale di Arcigay su diritti, matrimonio e rapporto con la politica sia cambiato è lapalissiano e sottolineato dalla stessa dirigenza Arcigay. Questo non è una colpa ma anzi un grosso merito, che indica la capacità di un'associazione di saper cambiare le proprie strategie adeguandosi a una realtà mutata e/o riconoscendo errori passati. Un merito che va attribuito anche al nuovo Presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso, che di questa svolta si è saputo fare coerentte interprete.
Detto questo ripeto, non sono stato né io né il Mieli ad attaccare pubblicamente e a mezzo stampa l'Arcigay per come si sono mossi, ma viceversa. Scelte leggettime di visibilità fatte da Arcigay Roma (che non so quanto siano produttive) e di difesa della sezione locale da parte di Aurelio Mancuso, verso le quali, avrai notato, ci si è astenuti dal controbattere polemicamente e pubblicamente. Che sarebbe stato altrettanto leggittimo, ma miope e futile, dal momento che non era stata nostra intenzione né polemizzare né dare adito a divisioni e non ci interessa proseguire su questa strada.
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