Molti laici e riformisti sinceri, tra cui anche alcuni esponenti omosessuali, hanno deciso di contribuire al progetto del partito democratico entrandovi e cercando di influenzarne dall’interno le posizioni e le proposte, in particolare sulle questioni dei diritti civili e della laicità a noi più care. Questa è la scelta, ad esempio, di Cristiana Alicata.
Questo tentativo, che comprendo e rispetto, pur non condividendolo, ha avuto sin ora scarsi risultati per motivi strutturali legati alla composizione del partito stesso. Il voler far convivere all’interno della stessa compagine posizioni molto distanti, infatti, obbliga il PD a non poter scegliere e a tentare in ogni modo di nascondere o eludere queste questioni dietro formule riduttive e vaghe, allontanandole dal dibattito pubblico, facendole apparire come ininfluenti o poco centrali.
La questione è, però, che la componente cattolico-integralista, incarnata da Binetti e TeoDem, non è una componente accidentale o temporanea, ma è una parte costitutiva e centrale del progetto fin da quando lo stesso ex leader della Margherita Rutelli ha deciso di rafforzarla. La Binetti, come gli altri cattolici integralisti, vengono candidati e ricandidati perché sono funzionali a convogliare un certo tipo di elettorato che la dirigenza vuole conquistare e mantenere al partito e servono da garanzia vivente alla Chiesa e alla gerarchia vaticana. Permanendo queste condizioni, sono del tutto vane le speranza di indurre questi esponenti a cambiare posizioni, perché, politicamente, sono stati chiamati per dire, fare e rappresentare proprio quello che dicono, fanno e rappresentano. Perché altrimenti Rutelli avrebbe chiamato al senato la rappresentante scienza e vita? E perché nonostante le intemperanze, le polemiche, gli strali, i voti di sfiducia fatti o minacciati, i continui distinguo, questi sono stati puntualmente ricandidati e sempre difesi?
Del resto, il profilo politico, l’orizzonte ideale, i valori di riferimento, gli obiettivi strategici del PD sono talmente indefiniti da vedere al tuo interno candidati giovani industriali rampanti e precari di belle speranze, operai sopravvissuti a tragici incidenti sul lavoro e generali omofobi, politici di lungo corso ed ex prefetti. Non che diverse esperienze non possano convivere nello stesso partito, anzi, ma la logica verticistica, corporativa e molto pubblicitaria con cui sono state condotte queste scelte fa pensare a un’operazione d’immagine più che sostanziale e di contenuti.
Del resto lo spostamento a destra si allarga dalle questioni strettamente etiche a scelte di politica economica e a questioni generali, dove il leader Veltroni sembra aver mutuato dalla destra stile, linguaggi e contenuti.
Di fronte a questo quadro, e a una dirigenza che si è finora dimostrata assai poco permeabile alle contaminazioni sul fronte del riformismo laico e dei diritti civili (tanto che nella componente DS si sono registrati addirittura notevoli arretramenti) e così sensibile, invece, alle dinamiche di potere, agli equilibri interni di partito e alle sollecitazioni provenienti da Oltretevere, l’argomento dei laici del PD che sostengono il cuore e la base del partito non sono permeati dall’integralismo e che quindi la vera anima del partito finirà col prevalere, risulta fragile e mal posta.
Perché, infatti, questa base e questo cuore hanno accettato così silenziosamente le scelte del capo Veltroni in termini di candidature e non si sono scandalizzate con la forza e l’energia necessarie di fronte a certe affermazioni omofobe e illibertarie?
Perché si sono allineati alla linea ufficiale di basso profilo e copertura persino alcuni esponenti omosessuali che pure potevano giocare un diverso ruolo propositivo (come Lo Giudice, Scalfarotti o S-Concia)? Mentre un laico doc come Odifreddi ha deciso di mollare?
Questa posizione supina non promette bene per il futuro, perché mentre loro tacciono la componente integralista fa sentire ben forte la sua voce posizionando di fatto il profilo pubblico di tutto il partito.
Questa posizione supina non promette bene per il futuro, perché mentre loro tacciono la componente integralista fa sentire ben forte la sua voce posizionando di fatto il profilo pubblico di tutto il partito.
Questo si è visto chiaramente, ad esempio al momento del voto sul Registro delle Unioni Civili a Roma, dove la componente laica si è piegata ai diktat di Veltroni e Bertone, allineata sulle posizioni catto-conservatrici-integraliste e ha votato no compatto, senza nessuna eccezione o dissenzo laico: avrebbe fatto lo stesso la componente teodem? Avrebbe rinunciato al distinguo? Queste sono domande a cui i laici del PD devono darsi onestamente delle risposte per scegliere il loro posizionamento futuro senza essere sempre succubi, politicamente e culturalmente.
La ragione è elettorale e banalissima: Mentre i TeoDem e la Binetti garantiscono un apporto di voti su un terreno di confine al centro e quindi in diretta contrapposizione con le forze di centro e di destra, voti quindi tatticamente fondamentali, i laici si trovano (tristemente) marginalizzati verso sinistra nel territorio di Sinsistra Arcobaleno e Socialisti. Due partiti che il PD vuole ridimensionare al massimo e, possibilmente, estromettere dal Parlamento. Su questo fronte è possibile sempre sbandierare la bandiera del voto utile e lo spauracchio della vittoria di Berlusconi e della destra, ottenendo quindi una massa di voti catalizzati dalla forzata bi-partizzazione, dalla paura e dall’ipotesi del male minore più che della scelta consapevole. Può essere un modo subdolo ma efficace per conquistare voti non identitari di quei partiti senza alcun confronto sui loro contenuti ma soltanto sfruttando le possibilità offerte dalla legge elettorale e dalla rendita di posizione di essere un grande partito in grado di competere con Berlusconi.
In questa operazione si sfrutta la scatola vuota delle tradizioni di provenienza (DS, Margherita) snaturate nei programmi e nella proposta politica, per puntare sull’inerzia della potenza dell’organizzazione, dei contatti e dei legami storici.
La ragione è elettorale e banalissima: Mentre i TeoDem e la Binetti garantiscono un apporto di voti su un terreno di confine al centro e quindi in diretta contrapposizione con le forze di centro e di destra, voti quindi tatticamente fondamentali, i laici si trovano (tristemente) marginalizzati verso sinistra nel territorio di Sinsistra Arcobaleno e Socialisti. Due partiti che il PD vuole ridimensionare al massimo e, possibilmente, estromettere dal Parlamento. Su questo fronte è possibile sempre sbandierare la bandiera del voto utile e lo spauracchio della vittoria di Berlusconi e della destra, ottenendo quindi una massa di voti catalizzati dalla forzata bi-partizzazione, dalla paura e dall’ipotesi del male minore più che della scelta consapevole. Può essere un modo subdolo ma efficace per conquistare voti non identitari di quei partiti senza alcun confronto sui loro contenuti ma soltanto sfruttando le possibilità offerte dalla legge elettorale e dalla rendita di posizione di essere un grande partito in grado di competere con Berlusconi.
In questa operazione si sfrutta la scatola vuota delle tradizioni di provenienza (DS, Margherita) snaturate nei programmi e nella proposta politica, per puntare sull’inerzia della potenza dell’organizzazione, dei contatti e dei legami storici.
Ma se i contenuti del partito divengono conservatori e integralisti perché laici e progressisti dovrebbero continuare a votarlo solo sulla base di un’appartenenza storica alle famiglie originarie? O nella convinzione che soltanto in un grande partito, lavorando a cambiare le logiche e le posizioni di quel partito certi tematiche possono avere la forza necessaria?
Si dimentica che la forza di un partito la fanno il sostegno e i voti degli elettori. Che non si possono mai dare per scontati. L’arroganza del “io sono l’unico che può governare e può contrastare la destra perché abbastanza grande quindi anche se non sei d’accordo con me votami” è al nucleo antidemocratica. Cosa pensate accadrebbe se tutti i laici veri e riformisti si rivoltassero a questa posizione e votassero PS? Che quello che oggi appare un partitino insignificante del 2% passerebbe al 10, al 15% e se quegli stessi laici si iscrivessero compattamente a quel piccolo partito? Lo conquisterebbero contaminandone e rivoltandone la dirigenza e facendone un partito laico e riformista che desiderano. Molto più difficile farlo con una formazione già di per sé grande e nata su un patto di ferro tra due partiti e due dirigenze. Come l’esempio delle enormi assemblee costituenti elette ha dimostrato: quanto i singoli partecipanti hanno davvero contato? Chi ha deciso? I soliti due o tre, innegabilmente.
Se il Pd riuscirà ad ottenere “gratis” questi voti laici senza dover concedere quasi nulla sul piano dei programmi e dei contenuti, e questo grazie a quel voto ideologico senza ideologia, di cui parlava un mio amico Sciltian, e nonostante la presenza di illiberali, clericali, integralisti e omofobi, perché dovrebbe mai cambiare linea politica mettendo a rischio gli utilissimi voti cattolici per soddisfare le richieste laiche di chi comunque non avrebbe (on vorrebbe avere) altra scelta (soprattutto con Partito Socialista e Sinistra Arcobaleno sempre più indeboliti e marginalizzati)?
Non c’è nessuna ragione logica. Quindi se i laici del PD sosterranno e procacceranno voti al partito non faranno che rafforzarlo nella sua propensione clericale integralista, tanto più che quei voti non possono scegliere i candidati e non possono essere contati separatamente rispetto a quelli catto-integralisti, ma porteranno al Parlamento tutta la pattuglia conservatrice che ha voluto Veltroni, e anche di più.
I laici del PD che davvero vogliono lavorare a fare del PD una forza moderna riformista e laica, devono questa volta FARLO PERDERE, e impegnarsi al massimo per la sua sconfitta, dirottando più voti possibili sui partiti laici tipo PS e SA.
Solo assistendo a questa emorragia di preferenze laiche, misurabili nella crescita di quei partiti (tanto maggiore tanto meglio), il PD sarà costretto davvero a preoccuparsi della questione laica e cominciare a fare delle concessioni, a promuovere dei cambiamenti per riconquistare almeno una parte di quell’elettorato.
Una sconfitta sul fronte laico, oggi, servirebbe a dare centralità politica e peso al voto laico domani, che diventerà quindi un nuovo oggetto di attenzioni e di corteggiamento elettorale. Fondamentale è non dare al PD il voto dei laici (anche di quelli che credono nel futuro del PD) perché la dirigenza capisca che anche per avere il voto dei laici (come per il voto dei cattolici) bisogna spendersi, offrire contenuti, garanzie, ed evitare personaggi integralisti. Tanto più che un voto cattolico laico, riformista e di sinistra esiste è sempre più smarrito e deluso, non riconoscendosi assolutamente in certe posizioni ideologiche di stampo medioevale, e va ricuperato.
Quando i laici del PD avranno dimostrato che il loro peso elettorale deve essere conquistato ed è maggiore di quello della Bientti, allora la battaglia per un PD più laico e meno omofobo si potrà vincere.
Lo stesso discorso fatto per il voto laico (in parte sovrapponibile) è esattamente riproducibile per il voto glbt. La posizione condiscendente, obbediente ed allineata di S-Concia e Scalfarotto, non aiuta la causa glbt nel paese e nemmeno nel partito perché costoro si prestano a fare da specchietto delle allodole per un voto gayo ch sarà sempre più deluso e con sempre meno alternative, per cui non sarà visto come utile la sua conquista e il suo favore, se lo si dà per scontato. Se non ci sarà una doccia fredda che spazzerà anche questi personaggi, la questione omosessuale non potrà acquistare alcuna centralità, come quella laica e le posizioni corrispondenti saranno sempre più cacciate all’esterno del partito democratico e forse anche dell’arena politica.
Lo stesso discorso fatto per il voto laico (in parte sovrapponibile) è esattamente riproducibile per il voto glbt. La posizione condiscendente, obbediente ed allineata di S-Concia e Scalfarotto, non aiuta la causa glbt nel paese e nemmeno nel partito perché costoro si prestano a fare da specchietto delle allodole per un voto gayo ch sarà sempre più deluso e con sempre meno alternative, per cui non sarà visto come utile la sua conquista e il suo favore, se lo si dà per scontato. Se non ci sarà una doccia fredda che spazzerà anche questi personaggi, la questione omosessuale non potrà acquistare alcuna centralità, come quella laica e le posizioni corrispondenti saranno sempre più cacciate all’esterno del partito democratico e forse anche dell’arena politica.
La profezia della Senatrice Binetti secondo cui l’Italia non avrà mai una legge sulle coppie di fatto si sta realizzando con la complicità dei laici e degli omosessuali del PD, che non marcano le loro posizioni, ma, in nome dell’unità del partito, dell’obbedienza ai leader, si piegano a questa situazione.
In questo senso voglio anche ribadire la vera necessità dell'esistenza di forze laiche e di sinistra alla sinistra del PD (per il bene della stessa anima laica e riformista di quello stesso partito), la sopravvivenza e il rafforzamento di PS e SA, possono aiutare a garantire un rafforzamento della componente laica del PD, stimolata e consolidata anche all’interno del partito per la funzione di concorrenza da esercitare proprio verso altre liste più caratterizzate sulle questioni laiche e riformiste. Senza lo stimolo (e la paura) di una concorrenza laica sarà molto facile per il Pd adagiarsi sempre più sulle posizioni integraliste e clericali, spostandosi verso destra.
Ora sta a voi decidere cosa fare. Ma se volete davvero un Partito Democratico che sia laico e non omofobo (ll contrario di oggi insomma) il vostro impegno è cercare di far perdere il PD in queste elezioni per dargli una lezione sulla nostra e vostra forza e determinatezza. In questo concordo, ancora una volta con la lucida analisi di Sciltian (che vi invito a leggere, se non lo avetse già fatto) e con la convinzione che una sconfitta del PD ogi sia un bene per il PD e per l'Italia.
Per un partito non c’è lezione più chiara immediata che quella del voto e quello che alcuni sperano di fare con un certosino lavoro di convincimento lungo uno o due decenni, potrebbe essere ottenuto in due soli giorni, il 13 e 14 aprile.
Laici del PD fate del vostro partito un partito laico. Oggi, non domani!
Laici del PD fate del vostro partito un partito laico. Oggi, non domani!
9 commenti:
OT: http://elfobruno.ilcannocchiale.it/post/1864546.html
Buon blogging!
;)
sono perfettamente d'accordo...sono contento che Elfo ti abbia proposto a "ministro" di Kilombo. Speriamo che serva a riportare nell'alveo di una sinistra normale il dibattito sul metablog delle sinistre che sempre più sta diventando metablog dei paraculi e dei centristi, la "palude" della Révolution.
tu sei fuori... scusa ma te lo devo dire...
in pratica dici per far affermare la laicità fate perdere il PD edi o ci aggiungo così vince Berlusconi e Ferrara, e tutti i laici se la prendono in quel posto...
ormai rasentiamo il ridicolo, caro andrea, io se voglio un partito laico contribuisco a farlo diventare tale... non sfuggo e non scappo e non accetto tatticismi del cazzo (scusa i termini usati ma sono incazzoto).
ecco il tanto decantato uomo delle barzellette ce per far un dispetto al/la partner, si taglia gli attribbuti...
Wisel, Gramsci, ecc... e i più contemporanei Montanelli e Biagi non hanno insegnato nulla...
la teoria dell'autodistruzione per migliorare il mondo è la migliore... mai formulata... m per piacere!!!
Pietro_d, Se vuoi lavorare dall'interno a far diventare laico un partito che ha più possibilità di vincere perché non lavori all'interno del Popolo delle Libertà? In Europa ci sono molti partiti di destra laici, un esempio è l'UMP di Chirac che si è opposto all'inserimento delle radici cristiane nella costituzione europea.
I miei saranno tatticismi del cazzo ma di fronte a quella che comunque sarà probabilmente una sconfitta tanto vale dare un segnale chiaro a quel partito democratico e puntare a riguadagnare presto, con più coerenza posizioni.
Non si tratta di fuga ma di coerenza, che è cosa diversa, restate nel pd facendolo perdere a questo turno e vedrete che da laici avrete molta più forza di cambaire le cose dall'interno. Non si tratta di tatticismo ma di politica. Sulle questioni etiche ecivili i laici del pd si fanno dettare l'agenda dalla Binetti e da Bertone! A quel punto che differenza fate con Berlusconi? Anche Mussolini veniva dalla sinistra ma magari era qualcosa di molto diverso... Vi interesserà sapere se state votando per un partito che sulla laicità e sui diritti civili è più vicino a Le Pen che a Zapatero, che è a destra di Aznar, e di Merkel? vi va bene così? allora votatelo ma se non vi va bene dovete trovar il modo di cambiare le cose, o scegliendo e rafforzando un partito riformista veramente laico, oppure lavorando a rivoltare le posizioni del vostro partito (non in tempi biblici). Io vi suggerisco una strada, tutto qui.
Questo mai. Come sai siamo dentro per contaminare il PD e lo faremo da lunedì, comunque vadano le elezioni.
Cristiana, rileggi meglio, non ti-vi chiedo di uscire dal PD ma di non votarlo...
In quel modo la vostra contaminazione sarà più facile.
Pietro, va benissimo citare Montanelli, ma ti ricordo che era lui a dire: "un governo Berlusconi vaccinerà gli italiani."
Io avrei preferito provare il placebo. Ma siccome 5 anni di B non sono bastati, magari con altri 2 e mezzo...
Pietro D'Ambrosio è solo un teodem travestito da pecora laica. E infatti, non ha mai speso una parola contro la dirigenza piddina - che come sappiamo tutti, si fa dettare linea politica e candidature dalla chiesa (vedasi il caso Rutelli) - e evoca una generica laicità che coincide con il non intralciare i piani delle gerarchie ecclesiastiche.
Normale che reagisca in questo modo e non per niente ha pure votato l'altro teodem Pieroni alle elezioni di Kilombo.
Ok, finisco qui perché devo andare a cenare...
che bello in poco meno di un mese sono un comunista, democristiano ed ora teodem...
ma per piacere...
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