lunedì 7 aprile 2008

Voto utile? Voto LAICO

Ha fatto rumore nei giorni scorsi l’ulteriore appello di Franceschini, numero due del PD, ad un voto che premi i due maggior partiti nella scelta di chi andrà a governare il Paese. Pur scansandone la definizione il riferimento è sempre a quel “voto utile” che ci dovrebbe spingere, complice una legge elettorale truffa, verso un forzato bipartitismo in salsa italiana.
Così facendo, Franceschini mira a rafforzare la concentrazione dei voti sulle due forze considerate maggiori (PD e PDL) e ad eliminare la rappresentanza degli altri, ma dà anche per scontato il voto degli elettori. Nessuna legge naturale ha fissato ora e per sempre che PD e PDL siano i due maggiori contendenti per il governo. GLi unici a poterlo decidre sono i cittadini italiani attraverso l'esercizio del loro voto. Gli elettori di centrodestra, stanchi delle istrionate del Cavaliere e dei fucili verbali di Bossi potrebbero ben votare in massa il più pacato Casini, così come nel centrosinistra i riformisti socialisti laici potrebbero voltare le spalle al cosiddetto Pd di Binetti e generale Del Vecchio e scegliere il profilo laico del Partito Socialista di Boselli, o più attento alle questioni sociali della Sinistra Arcobaleno di Bertinotti.
In democrazia, al momento del voto, gli elettori riacquistano la loro piena sovranità e sta a loro capovolgere gli esiti di confronti dati troppo presto per scontati. Inoltre l’esponente democratico non spiega perché chi non crede nel PD e nelle sue capacità di governo dovrebbe votarlo, o meglio lo sottintende: sarebbe il solito voto contro (Berlusconi paragonato in questo caso a Bush). "Se non volete Berlusconi dovete votare per noi": quel tipo di politica contro che Veltroni diceva di essersi lasciato alle spalle.
Gli elettori devono riprendersi il potere di scegliere di votare in base alle loro convinzioni anche per contenere un’assurda arroganza della nostra classe politica che pretende di fare le sue scelte sulle nostre teste, e a prescindere dal voto, dando per scontati i risultati. Solo una collettiva presa di coscienza del potere che ha ciascuno di noi nell’urna e tutti noi in forma organizzata, può finalmente ridare potere e significato al voto, non riducendolo a pura formalità e restituendo dignità a noi e alle istituzioni.
Così hanno fatto gli elettori spagnoli scegliendo Zapatero nel 2004, all'indomani degli attentati di Madrid, decidendo di punire la sicumera di Aznar, dato ampiamente per favorito, e la sua cattiva gestione dell'informazione di quel tragico episodio!
Mi sembra paradossale che a fare la forza di un PD sempre più conservatore nella porposta politica economica e sui diritti siano proprio quei cittadini che in altre circostanze mai voterebbero certe proposte. A portare in parlamento Binetti, Madia, Del Vecchio, Bobba, Carra, Gramaglia, Baio Dossi, Calearo, Serra, Fioroni, Bindi, Rutelli sarà anche il voto dei gay e lesbiche del PD o simpatizzanti e di tutti coloro che pur non riconoscendosi in loro sperano di e si illudono così di sbarrare il passo al ritorno di Berlusconi. Questi gay, queste lesbiche, questi laici, questi riformisti voteranno per chi li insulta, li calpesta, per chi tenta in ogni modo di marginalizzare o sterilizzare i loro valori, le loro richieste, le loro posizioni politiche, la loro cultura e, persino la loro identità.
Non si rendono conto che Berlusconi sul PD ha già vinto, a prescindere da come vada il voto, perché ha vinto sul piano culturale attraendo a destra quel partito e molta della sua dirigneza.

Se la legge elettorale per il Parlamento lascia meno speranze e da meno autonomia ai cittadini, la legge che regola il voto nei grandi comuni, con il doppio turno e la possibilità del voto disgiunto (votare una lista per il consiglio e un diverso candidato a sindaco), consentono agli elettori più autonomia e più libertà di manovra.
A Roma, per esempio, la scelta non può essere artificialmente ridotta ai due maggiori contendenti: Rutelli e Alemanno. Infatti, entrambi presentano un medesimo profilo clericale, per cui per i laici, le femministe, i riformisti, gli elettori di sinistra e la comunità glbt il voto può utilmente andare ad un candidato laico e simbolicamente forte come Franco Grillini, esponente storico del movimento gay-lesbico, candidato dal PS a sindaco di Roma. Per i due clericali essere mandati al secondo turno dal peso di un voto libero e laico sarebbe un segnale forte e salutare!
Dal mio punto di vista, quindi, l’unico voto utile è un voto libero, un voto LAICO. L’unico voto in grado di garantire un futuro moderno e solidale a questo Paese, l’unico modo per fare progredire in Italia i diritti civili e sociali, una società pluralista, inclusiva, accogliente e fiduciosa, delle istituzioni rappresentative, rispettate e autonome dalle ingerenze clericali (tutte cose che per inciso il PD non garantisce).
Il 13 e 14 aprile siamo noi i sovrani, non sprechiamo questa opportunità!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai perfettamente ragione: non immagini nemmeno quanto mi possa dare fastidio la sola idea di partito piccolo o non rilevante che in tanti fanno prima delle elezioni, come se a fare la "grandezza" di un partito non fossero i voti che gli elettori decideranno di dare a questo o quel partito ma la volontà politica di chi si sente unico soggetto preposto al governo del paese.
Questo è l'ennesimo motivo per cui ho deciso di non votare PD e di andare a votare (cosa che sinceramente non avrei fatto viste le innumerevoli delusioni).
In pratica ho deciso di tornare alle urne proprio per avere la possibilità di sparigliare le carte e rompere i giochi. Alla fine il mio diventa un voto di protesta tanto quanto il non voto...

Andrea Maccarrone ha detto...

Andrea, confermo che l'arroganza e la supponenza con cui si pretende di determinare il voto dei coittadini sulla base delle inerzie e dei poteri consolidati è uno delle carattteristiche più fastidiose e antidemocratiche del pd.
Noi cittadini elettori dobbiamo riprenderci il nostro potere nel voto e la possibilità vera di cambiare i giochi già fatti e di decidere in libertà e coscienza per il bene nostro e del paese.

Emanuele Gatto ha detto...

Credo tuttavia che il Pd sia il risultato del tentativo di inserirsi nella tradizione europea. Indipendentemente dagli equilibri interni che ne sono scaturiti è da notare il ribaltamento della retorica e del "discorso" politico. Si tratta, sebbene in potenza, di una politca che utilizza categorie che vanno al di là delle classiche opposizioni destra-sinistra e che sono in realtà diretta ispirazione dell'esperienza del New Labour di Blair, il quale da parte sua ha spesso messo il partito dinanzi al fatto compiuto quando si è trattato di questioni spinose e delicate da affrontare. La speranza è che anche Veltroni riesca a fare leva sulla sua figura e a faccia fare a tutto il partito il passo "più lungo della gamba", superando le pressioni e le delusioni delle frange più o meno conservatrici del PD. E io spero che questo riguardi soprattutto i diritti della persona.