In un'intervista ad ABC News (articolo di Repubblica), George Bush ammette di aver approvato le tecniche di tortura praticate dalle forza armate americane sui detenuti e sospetti terroristi.
"Cominciammo studiare cosa fare per proteggere il popolo americano. Sapevo che il Consiglio di Sicurezza si era incontrato su questo argomento e avevo approvato", ha dichiarato il Presidente USA.
Su Repubblica on line leggiamo che 'Secondo la Abc i vertici dell'amministrazione discussero e approvarono nei dettagli metodi come il "waterboarding" e altre tecniche, come gli schiaffi e la privazione del sonno, in una serie di riunioni presiedute dall'allora Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Condoleeza Rice'.
Oltre alla Rice parteciparono alle riunioni alla Casa Bianca il vice-presidente Dick Cheney, il segretario di stato Colin Powell, il capo del Pentagono Donald Rumsfeld, il ministro della Giustizia John Ashcroft e il capo della Cia George Tenet, ma non tutti si dissero d'accordo e dissensi furono sollevati da Powell e da Ashcroft, che pure era considerato un falco.
La domanda è può il Presidente di quella che vuole essere una delle più grandi democrazie del mondo e un modello virtuoso da seguire ammettere di avere autorizzato torture e violazioni dei diritti umani senza annunciare in contemporanea le sue dimissioni?
Per salvare la faccia della democrazia americana, Bush dimettiti!
2 commenti:
La vera domanda e`: ma chi ci crede piu` che gli stati uniti sono un modello di alcunche`?
Gli stati uniti hanno ancora tante cose da insegnare a noi europei in materia di Libertà, Laicità e Senso Pratico. La merda viene sempre a galla lì, perché l'acqua è pura. Qui in Europa invece rimane confusa nel fango finché la menzogna non diventa assolutamente ridicola.
Bush è sicuramente una delle peggiori guide che l'America abbia mai avuto. Spero solo che chi gli succederà non voglia disimpegnarsi da Iraq ed Afghanistan per dare un segno di inversione di tendenza. Bisogna riportare l'America nella piena libertà. Se vuole essere credibile come guida dei liberi stati e garante dell'emancipazione di ogni singolo uomo.
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