Stefania, trentacinquenne transessuale è stata trovata in fin di vita dal coinquilino nella sua casa romana dei Parioli.
I medici hanno riscontrato profonde ferite alla testa che denotano un violento accanimento.
Di fronte all'enesimo episodio di violenza transofoba a Roma non si può che rimanere profondamente rattristati e sconcertati.
Spero con tutto il cuore che la povera Stefania riesca a riprendersi e a fornire indicazioni utili a prendere e punire esemplarmente il suo aggressore.
Questi episodi, spesso frutto di un odio omofobico e trannsfobico profondamente interiorizzato, sono, evidentimente, difficili da prevenire con i semplici mezzi della repressione e della pubblica sicurezza, se non si immaginano in supporto delle capillari e incisive campagne culturali rivolte ai cittadini e di educazione e informazione alle possibili vittime che le aiutino a adottare comportamenti di attenzione e sicurezza.
Ognuno di noi deve assumersi le sue responsabilità e lavorare con il massimo dell'impegno per eviatre il ripetersi di violenze e per assicurare alla giustizia gli aggressori e assassini, troppo spesso impuniti. La politica deve dare le sue risposte includendo finalmente anche violenze omofobe e transofobe tra quelle con motivazioni d'odio, promuovendo e finanziando queste campagne di prevenzione e sensibilizzazione sia sui mezzi di informazione che nelle scuole e in altri contesti utili e, soprattutto, cominciando a dare il buon esempio bandendo dal dibattito pubblico e dal confronto politico un linguaggio discrminatorio ancora diffusissimo.
Le associazioni devono assumere questa tra le loro priorità, non solo nelle dichiarazioni di rito, ma impegnadosi a lavorare sul territorio e mantenendo alta l'attenzione. In più anche l'impegno dei singoli nella sensibilizzazione, nello stimolo, nel fornire indicazioni o segnalazioni di episodi, nell'immaginare possibili strumenti di contrasto è più che utile e forse persino necessario.
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