mercoledì 20 febbraio 2008

Con Rutelli la Sinistra si suicida

Ho già avuto modo di esporre soltanto qualche giorno fa le ragioni della mia opposizione alla candidatura di Rutelli a Sindaco di Roma, sottolineando in particolare quelle relative al suo rapporto con la comunità Gay-Lesbica e Trans.
Tra quelle, non ho forse ricordato il primo inequivocabile segnale di un progressivo spostamento sul fronte dell’integralismo religioso che è stato il suo atteggiamento verso il World Pride del 2000, in cui l’allora Sindaco di Roma decise di piegarsi alle logiche provenienti dal Vaticano che volevano Roma città santa e intangibile per tutto l’anno giubilare: una sorta di lunga parentesi democratica durante la quale i “debosciati, degenerati, blasfemi, contro natura, moralmente corrotti… omosessuali" non avrebbero potuto calcare le strade dell’Urbe neppure a livello del Raccordo.
Seguendo questa assurda logica il Rutelli sindaco si oppose strenuamente alla manifestazione e anche a tutte le attività culturali previste a corollario, ritirò i fondi già stanziati a sostegno, propose rinvii, improbabili eventi stanziali a Tor di Valle.
Persino il Governo, guidato al tempo da un altro noto personaggio dell’attuale PD, Giuliano Amato, si sentì chiamato in causa cercando di capire gli spazi di manovra per impedire che tale "atto sacrilego", nientemeno che una manifestazione per i diritti nella Capitale del Paese (ma anche del cattolicesimo) avesse luogo, per concludere che “purtroppo c’è la Costituzione” (proprio quella di cui oggi si festeggiano i 60 anni)… e quindi una manifestazione democratica non è soggetta ad autorizzazioni governative e può essere rinviata o deviata solo per motivi di ordine pubblico. Cosa che evidentemente non è possibile invocare per tutto un anno e per tutta una città.
Ma ci siamo fatti prendere dal ricordo, e la storia è importante ricordarla ma io vorrei dire dell’altro.
Richiamate, infatti, le ragioni per cui Rutelli è candidato davvero impossibile a votarsi dalla comunità GLBT capitolina (che è comunque una parte significativa della città) e anche dai laici, e dai riformisti autentici, visto ciò che Il suo percorso politico, mai rinnegato, lo ha portato a rappresentare, resta da dire che la scelta di sostenerlo è incomprensibile forse persino sucida per la stessa Sinistra. Accetando questa candidatura, infatti, si mette una seria ipoteca sulla sua reale capacità di intercettare un'insofferenza diffusa e un voglia di riscatto e di rinnovamento e, soprattutto, di rappresentare a tutto tondo le richieste di lacità e di diritti civili in modo credibile e limpido.
Sicuramente nella scelta hanno influito questioni pratiche di realismo politico, il desiderio, legittimo, di non disperdere completamente l’esperienza di 14 anni di governo comune del centro sinistra a Roma, che ha indubbiamente prodotto anche notevoli risultati positivi e rilanciato l’immagine della città nel mondo.
Una collaborazione collaudata che ha saputo spesso coniugare anche istanze teoricamente distanti, quali l'attenzione al sociale e al mondo del terzo settore e la crescita economica e turistica della città, lo slancio progettuale sui trasporti pubblici, la riqualificazione di alcune periferie e l'attenzione ai luoghi storici e all’immenso patrimonio archeologico di Roma. Tutto questo non si può cancellare, ed è utile ricordarlo.
Emergono, poi considerazioni meno ideali ma non per questo meno importanti sugli equilibri, la ricerca di una garanzia di sopravvivenza su un territorio in cui si è molto costruito in termini di reti sociali e politiche, come con le presidenze di Municipi distribuite ai diversi alleati, la possibilità di contribuire ai massimi livelli alla definizione delle scelte politiche e programmatiche e alla vita amministrativa nel suo complesso, etc.
Tuttavia non è possibile non cogliere il deciso cambiamento di clima politico a livello nazionale e anche locale e il cambiamento delle priorità. Una situazione in cui è importante prendere delle scelte di coerenza e basate su forte convinzione e adesione etica, civile e politica e non solo sull’opportunismo.
Innanzitutto assieme agli aspetti positivi dell’amministrazione Veltroni, che è stata capace di aggregare così tanti consensi, non è possibile per la Sinistra autentica non accostare gli aspetti critici o negativi per riequilibrare l’assetto amministrativo e programmatico, soprattutto guardando al futuro.
Due solo questioni mi preme per ora rilevare: sull’urbanistica si è dato il via a percorsi di rapidissima urbanizzazione e cementificazione, per esempio nel IV Municipio in cui vivo, non accompagnata, al momento, da sufficienti reti d’infrastrutture e servizi, per cui sono nate quasi nuove città nella città, enormi centri commerciali, nuovi poli di urbanizzazione, sempre più distanti dal centro e che pongono enormi dubbi per la pressione sul territorio e per l'insufficienza dei trasporti pubblici. Un’urbanizzazione abbastanza selvaggia (milioni di metri cubi) che, per altro, non ha lenito il problema abitativo, giacché i prezzi delle case e degli affitti sono continuati a salire ininterrottamente negli ultimi anni.
Un altro elemento critico è stato per esempio la gestione dei rifiuti, tanto di attualità a Napoli. Anche a Roma, infatti, i problemi sembrano essersi accumulati negli anni e il servizio di raccolta differenziata rimane del tutto insufficiente e assai inferiore alla media delle città del Nord Italia.
Ma ancora non siamo al cuore del problema Rutelli-Sinistra e ci arriviamo subito. Per garantirsi il sostegno di questa coalizione, oggi Rutelli fa aperture sul programma anche riguardo ai diritti civili che potrebbero interessarci tanto. Si potrebbe parlare ad esempio di quei Registri delle Unioni Civili che solo due mesi fa il consiglio comunale di Roma ha bocciato con il voto compatto e unanime per il No di tutto il PD? Francamente è poco credibile che il Partito Democratico che compattamente ci spiegava che quella era una proposta massimalista e ideologica, e si rifiutava persino di mettere un inequivoco riferimento alle coppie in un misero ODG, oggi cambi idea guidato dallo stesso Rutelli che ha portato la Binetti al Senato e che ha osteggiato in ogni modo il percoso dei Dico nel Governo di cui è ancora parte.
A me sorge spontanea una domanda in proposito: vorrà Rutelli mantenere le premesse di apertura ai diritti civili che negò da giovane outsider appena uscito dall'esperienza radicale e nei verdi?
Ma le questioni controverse possono essere anche altre: la gestione della sicurezza e del rapporto con la comunità di immigrati (Domenici docet a Firenze), la visione urbanistica, la prostituzione (ricordate il fallimento delle telecamere volute da Veltroni sulla Salaria?), il miglioramento dei servizi laici per la città (maggiori e migliori spazi per i matrimoni civili, e per i commiati laici, cremazione etc.), il problema abitativo, i servizi sociali ...
È vero che amministrare una città non è la stessa cosa che governare un paese; è vero che se il PD avesse accettato un'alleanza, la Sinistra sarebbe andata unita anche sul piano nazionale (e quindi ad essere incoerente è forse il Pd, che sceglie di volta in volta in volta a seconda delle convenienze o delle convinzioni, e non la Sinistra che perseguiva ovunque linee unitarie). Tuttavia le scelte amministrative hanno comunque un significato politico, tanto più in una città capitale come Roma e, quindi, le alleanze variabili sul piano nazionale e locale, che si stanno tracciando, aprono notevoli dubbi: sia sul piano della coerenza dell’offerta politica - e quindi della possibilità per un elettorato sempre più disorientato di capire chi votare e perché - sia sul piano dei rapporti tra gli alleati.
Inoltre, si conferma sempre più un piano di rapporti sfasato in cui la Sinistra sembra incapace di proporre una sua visione alternativa e considerata credibile a tutto tondo e si accontenta di fungere da ancella di un PD arrogante e sempre più in grado di imporre diktat, uomini e linee politiche, decidendo se, dove e come allearsi.
In questo quadro la Sinistra si condanna a una lenta inesorabile agonia e a una sempre maggiore marginalità e irrilevanza.
Forse le esperienze di Bologna di Firenze, di altri centri, dovrebbero dire qualcosa. La mia previsione in una contesa a Roma, in cui l’UDC va con un suo candidato, è che Rutelli, prometta tanto ora, sapendo bene che non manterrà poi. Ha già pronta l’accusa di massimalismo e ideologismo per gli alleati di sinistra utili al momento del voto ma facilmente rimpiazzabili al centro in caso di “insanabili” divergenze programmatiche…
Un vero suicidio programmato e ad orologeria!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Rutelli è omologo e discendente di Veltroni e della politica di Veltroni. Quel Veltroni che va dal segretario di Stato del Vaticano prima della discussione del registro sulle unioni civili, una cosa di una gravità inaudita e disgustosa anche per molti cattolici. Quindi, di che ti stupisci?
Quanto alla irrilevanza della sinistra, mi spiace ma se l'idea è quella di candidare Bertinotti, portandosi dietro Pecoraro Scanio e Diliberto allora non c'e' nessun futuro per questa sinistra, e per me non e' una perdita.

Andrea Maccarrone ha detto...

Rutelli non è omolgo di Veltroni, semmai è addirittura un preecursore, avendolo anche cronologicamente preceduto sia al Campidoglio che nella marcia verso destra e i valori dell'integralismo cattolico.
La differenza è che Rutelli si è spinto talmente in là nell'operazione e nel percorso da aver perso quasiasi residuo smalto di riformista e qualsiasi fascino a sinistra e nell'arealaica. Smalto e fascino che il populismo rampante di Veltroni mantiene ancora in ampi settori.

Quanto alla Sinistra, il personale politico nazionale è quello, criticabile o meno, ma se un rinnovamento non parte da scelte anche coraggiose sul territorio dadove allora?
Al di là di chi citi io conosco diversi esponenti intelligenti, brillanti interessanti e aperti e confido che riescano a farsi strada. Non per me, che non mi identifico in toto con le attuali posizioni della Sinistra, ma per tutti noi. La scomparsa di una sinistra autentica capace di arcare sul serio (anche se in modo che può sembrare antico o ideologico a volte) certi valori di socialità, di ambientalismo, di diritti sociali e civili, tutti saremo più poveri il PD non avrà più un pungolo sulla sinistra del quale tenere conto e potrà proseguire indistrubato il suo viaggio verso il populismo di destra e l'area sinistra dell'elettorto inoddisfatto sarà costretta alla marginalità o a cercare pericolose scorciatoie extraparlamentari!

Pensiamoci bene a quel che vogliamo.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo che sarebbe bene che in Italia ci fosse una sinistra che guardasse al futuro, ma la scelta che il gruppo dirigente ha fatto è tutt'altra. L'idea forte sarebbe stata quella di prendere delle facce nuove, giovani, perbene, e buttarle nell'arena, proponendole come ministri di un assai ipotetico governo anche a quel punto a guida Bertinotti. Sarebbe stata una operazione elettoralmente in utile e politicamente dirompente, mentre dietro Bertinotti si vedono solo le lotte intestine dei rampanti come Pecoraro Scanio, degli staliniani come Diliberto e degli incazzati come Mussi, tacendo di personaggi come Casarini. Alla fine, l'operazione di presentare il nuovo ce l'ha Veltroni, con questa idea dei 30enni in lista. Così la sinistra, invece che l'innovazione, è la conservazione del ceto politico più screditato che esista, riunito sotto la stessa bandiera più per disperazione che per scelta. Penso a ben altro che scelte sul territorio, proprio a scelte nazionali, come scelta costituente e fondante di un nuovo partito.

Maurizio Cecconi ha detto...

Quando Francesco Rutelli stava coi froci... Chi ha detto che invecchiando si diventa più saggi?