sabato 23 febbraio 2008

Rutelli: No alle Unioni Civili

La risposta di Rutelli, a mezzo stampa, ai "dubbi" sul suo programma nei nostri confronti, alle pressioni in proposito della Sinistra Arcobaleno e alla lettera della sua "amica" Cristiana, non si è fatta attendere; ed è stata meno ambigua di quel che temevamo.

Il Registro delle coppie di fatto a Roma non s'ha da fare!
"Le unioni civili non saranno nel programma. Questa proposta non ci sarà per il semplice motivo che è una proposta che le stesse forze della Sinistra Arcobaleno sanno bene che bisogna proporle su basi nuove". Così dichiara il candidato Rutelli, anche se il motivo dell'esclusione sembra tanto evidente solo a lui.

E dire che solo ieri una delegazione di Arcigay Roma, capitanata dall'iperattivo Fabrizio Marrazzo, aveva incontrato il candidato sindaco presentandogli le sue richieste tra cui quella "valutare la proposta di inserire nel programma l'approvazione delle Unioni civili".

Solo per dovere di cronaca e correttezza storica vorrei ricordare che lo stesso Marrazzo, quando tutte le altre associazioni romane (tranne Arcigay) avevano avviato la raccolta firme per la promozione di un registro a Roma aveva dichiarato a Repubblica che questa era un'iniziativa inutile perché lui aveva già proposto in Regione Lazio una legge generale sulla questione che sarebbe stata approvata a breve e rendeva il Registro a Roma superato e inutile.
A quasi un anno di distanza, senza che si sappia più nulla della fantomatica legge regionale, ha forse cambiato idea e ha deciso di farsi portavoce unico di questa richiesta verso il "credibile candidato laico" Rutelli.

Ma non poteva mancare nell'elenco la "pedonalizzazione della «Gay Street», che si trova nel quartiere San Giovanni, per farla diventare un punto di incontro tra le persone, la tutela e l'accesso ai servizi comunali anche per le coppie di fatto, eterosessuali e gay, l'incremento dei servizi che tengano conto dei bisogni delle persone lesbiche, gay e trans; la lotta all'omofobia e alla transfobia nella pubblica amministrazione e nelle scuole; il riconoscimento degli spazi di aggregazione, di socialità e di visibilità".

Al termine dell'incontro Fabrizio Marrazzo sembrava esprimere soddisfazione: "Rutelli ci ha detto di essere disponibile a valutare forme di regolamentazioni che eliminino ogni discriminazione verso gay, lesbiche e trans. Possiamo lavorare e valutare con lui queste forme alternative, indipendentemente da nome e forma giuridica". Quindi gli è apparso credibile manifestare la speranza "che queste istanze saranno esplicitate in modo chiaro e preciso nel programma".
Speranza subito soddisfatta dal solerte Rutelli: NO. Come si suol dire più più esplicito, chiaro e preciso di così si muore!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma se diceva sì cambiava? ehehe
Luca

Anonimo ha detto...

Ma, veramente. Si va da un candidato sindaco chiedendogli una cosa che politicamente è esosa, in termini di effetti concreti è meno di zero, e che risposta si vuole? Credo che Rutelli abbia guardato con compassione questi zo-ti-co-ni della politica che non sanno nemmeno formulare una richiesta che abbia un senso, potevano chiedergli magari di far diventare la settimana di otto giorni, così per una questione di principio.
Io veramente mi domando come si possa avere una associazione gay capitanata da persone così squalificate e squalificanti, dei soggetti veramente inabili nel ruolo di rappresentanza.

Andrea Maccarrone ha detto...

Guardate miei cari, va bene parlare con tutti, ma come si fa a mostare fiducia verso un personaggio come Rutelli che già ci prese in giro ritirando il patrocinio del World Pride del 2000?
Ritorna sempre il medesimo adgio: errare è umano, perseverare...