domenica 28 settembre 2008

Scuola: il Governo taglia sul nostro futuro

Le voci si rincorrono da settimane, tra annunci, anticipazioni giornalistiche e smentite, adesso finalmente il Governo ha messo sul tavolo le carte e i numeri della tanto discussa riforma della scuola e i tagli ci sono e pure pesanti, seppur mascherati da parole belle e politicamente corrette.
“Razionalizzazione delle rete scolastica” tradotta in chiusura e accorpamenti di istituti scolastici con pochi studenti, e poi anche aumento del numero degli studenti per classe: quindi a conti fatti 87.000 insegnanti e 44.500 non docenti in meno e risparmi per quasi 8 miliardi di euro. Di cui solo 2, si promette saranno reinvestiti in incentivi per gli insegnati ma a partire dal lontano 2012, e non si spiega neppure come.
La tanto sbandierata riforma del maestro unico significherà sin dalle scuole materne l’eliminazione di fatto del tempo pieno e quindi enormi difficoltà – e costi aggiuntivi – per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. Per un Governo che dice di voler aiutare le famiglie e incentivare la natalità non c’è male. Tutte le statistiche europee confermano infatti che laddove le donne lavorano di più, grazie a una rete di servizi efficace e disegnata sulle esigenze e sui tempi delle lavoratrici, la natalità è più alta e in tendenziale crescita. Legandosi anche alla maggiore sicurezza economica che, soprattutto con questi chiari di luna economici e inflazionistici, solo un doppio reddito può garantire.
Insomma, per fare cassa, il Governo decide di tagliare sull’istruzione, sui servizi di aiuto alle famiglie e sul nostro futuro. Infatti, e di questo mi occupo anche nei miei studi, è solo grazie ad adeguati investimenti in formazione e cultura che un’economia può crescere e mantenersi all’avanguardia nel progresso tecnologico e nelle produzioni e servizi ad alto valore aggiunto. E questo lo sanno benissimo tutti i padri di famiglia disposti a ogni sacrificio pur di garantire un’istruzione e un futuro ai figli e che, ad esempio, negli anni del dopoguerra consentirono la trasformazione dell’Italia da un paese proletario e contadino in una economia in crescita e dinamica.
Con quali giochi di prestigio e con quale credibilità, poi, il Governo annuncia allo stesso tempo tagli al personale e blocchi dei turn over per 150.000 unità, risparmi d cassa per 7 miliardi e 800 milioni di euro promettendo che tempo pieno e qualità non saranno solo mantenuti ma persino accresciuti lascio a voi giudicarlo. Ciliegina sulla torta le parole dell’ineffabile papa Ratzinger, che con questi chiari di luna ha il coraggio di invocare la “parità tra scuola pubblica e privata. Parità che allude soltanto ad ulteriori finanziamenti per le scuole cattoliche.
Conoscendo un po’ come vanno le cose da noi non è detto che i suoi appelli cadano nel vuoto!
(Venerdi' 26/09/2008)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Abbassare il numero delle ore e limare il tempo pieno è l'ennesimo aiuto alle scuole private, le uniche che potranno permettersi il tempo pieno.
Ciao Andrea