domenica 28 settembre 2008

il papa per la parità scolastica, ancora?!?

Non passa giorno che il dibattito politico italiano non sia alimentato da un appello o una richiesta papale o della CEI o di qualche porporato, prelato, vescovo, abate, prete di periferia. L’altro giorno l’attenzione della CEI si era rivolta alla politica sull’immigrazione, ieri il papa in persona ritorna su un leit motiv delle richieste vaticane al governo e alla politica italiana: “La parità tra scuole pubbliche e private e l’effettiva libertà di scelta per le famiglie”.
Come è noto ad animare la preoccupazione del pontefice e della CEI non è una elevata motivazione di principio a tutela della libertà ma interessi ben più mondani e concreti. LA parità scolastica e la libertà di scelta, infatti, ci sono già, garantiti dalla costituzione e dalle leggi vigenti. Quello Che la stessa Costituzione esclude, però, e che le scuole private possano essere finanziate dalla Stato (“senza oneri per lo Stato” recita l’articolo 33). Questa norma è stata già in buona parte aggirata ed elusa attraverso un finanziamento diretto alle famiglie che scelgono istituti privati, sostegno che alcune regioni incrementano ulteriormente. Ma questo non basta. Le numerose scuole cattoliche vorrebbero di più, per migliorare la “qualità” e attrarre più studenti.
La Chiesa Cattolica riceve in Italia miliardi di Euro l’anno - tra 4 e 5 - in varie forme: sgravi ed esenzioni fiscali, facilitazioni di ogni genere, 8 per mille, 5 per mille convenzioni onerose con enti locali, finanziamenti alle scuole cattoliche, cappellani militari, insegnanti di religione, contributi per la costruzione o il mantenimento di chiese etc. Sembra non averne mai abbastanza e spesso non si fa scrupolo di utilizzare queste risorse in contrasto con la lettera e lo spirito dello stesso Concordato di cui pretende tutti i privilegi, per intervenire pesantemente nella vita politica ed elettorale del Paese.
In questo quadro, inoltre, i vescovi sono ben consapevoli dell’importanza del controllo dell’istruzione per intervenire sulla formazione delle coscienze delle future generazioni e per rafforzare quindi la presenza e l’influenza culturale e sociale sul paese. Poter estendere la sua presenza in questo settore vuole dire tentare di assicurarsi il potere per gli anni a venire. Non è escluso che l’attuale Governo decida di subappaltare l’istruzione alla volenterosa Chiesa Cattolica!
(venerdi' 26/09/2008)

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