Venerdì sera su Rai3 è andatalo in onda "La Guerra Infinita - il Kossovo 9 anni dopo". Bellissima inchiesta giornalistica di Riccardo Iacona, su come sia oggi il Kossovo (da poco indipendente) 9 anni dopo la guerra che ha visto l'intervento muscolare della Nato e dell'ONU per impedire un genocidio della popolazione albanese da parte delle autorità serbe.
Ebbene, le cose non stanno messe bene: gruppi albanesi hanno a loro volto praticato una sistematica pulizia etnica della minoranza serba, con distruzioni massicce di case, villaggi, ospedali, scuole e oltre un centinaio di chiese e monasteri greco-ortodossi (alcuni antichissimi), e anche numerose stragi e violenze sulla popolazione per terrorizzarla e indurla a lasciare la regione. Tutto questo senza che le forze NATO - italiani inclusi - abbiano voluto o saputo opporsi a sufficienza; anzi, di fatto sono state spettatrici inerti di questo scempio.
Di più, anche la situazione interna e lo stato di salute delle giovani istituzioni democratiche non sembrano migliori: il potere è finito ad un gruppo di criminali in odore di narcotraffico e di crimini di guerra, che non esita neppure a usare il terrore e le uccisioni mirate contro i propri avversari politici (altri albanesi) e i possibili testimoni dei loro misfatti. L'aggravante è che questi tipi sono, così pare, sostenuti dagli americani, che sono stati i primissimi sponsor della tanto criticata indipendenza del Kossovo. Inoltre adesso anche Al Quaeda si sta istallando nella regione con i suoi campi di addestramento. E così gli USA, tanto contrariati dai cartelli di narcos colombiani e impegnati nella lotta mondiale al terrorismo, ci hanno creato uno stato narco-mafioso e una base di terrorismo islamista proprio dietro casa...
L'inchiesta di Iacona proseguirà nei prossimi venerdì e invito tuti a seguirla. Istruttiva anche su come si può fare un giornalismo d'inchiesta non banale e non allineato. Da non perdere.
domenica 21 settembre 2008
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6 commenti:
Lei scrive:
"Inoltre adesso anche Al Quaeda si sta istallando nella regione con i suoi campi di addestramento. E così gli USA, tanto contrariati dai cartelli di narcos colombiani e impegnati nella lotta mondiale al terrorismo, ci hanno creato uno stato narco-mafioso e una base di terrorismo islamista proprio dietro casa..."
Ecco il risultato di questo documentario che lascia nelle menti di chi non conosce i veri fatti, la vera realtà nel Kosovo; ecco la conseguenza di un lovoro studiato al tavolino minuzziosamente e diabolicamente dai servizi serbi che non hanno risparmiato nulla per distruggere l'immagine del Kosovo nel mondo, e tutto questo fa ancora più colpo quando tutto viene raccontato dalla bocca "imparziale" di un giornalista italiano.
Nessuno nega i problemi interni del Kosovo, nessuno nega la violenza scattenata contro la minoranza serba _ anche se poi bisogna annalizzare le radici e non vedere la coda _ ma da qui a parlare di Al qaeda e di fondamentalismo, questa farsa è magnificamente L'OPERA DEI SERBI che più che mai negli ultimi anni, si sono mossi per colpire il Kosovo proprio dal punto più caldo dei problemi attuali in Europa: il fondamentalismo.
Lei non sa che, i stessi serbi fanno di tutto per islamizzare di più il Kosovo, e non solo questo..
Non è vero che in Kosovo esiste il fondamentalismo, la fede degli albanesi è sempre stata moderata.
Non è vero che in Kosovo esistono gruppi di Al qaeda, è tutta tranne che verità.
Non è vero che la minoranza ha quelle cifre di Iacona, per niente.
Le porto qui sotto poche righe di I Kadare
"Una delle basi della strategia serba contro gli albanesi è stata la loro religione. Certi che l'Europa cristiana avrebbe comunque appoggiato i serbi ortodossi contro gli "albanesi musulmani", hanno fatto tutto il possibile perché la colorazione musulmana degli albanesi venisse messa in grandissimo risalto. E questo veniva accompagnato dallo sforzo contrario: minimizzare, e se possibile far sparire, la fede originale degli albanesi, il cristianesimo. Il fatto che né l'Europa né gli Stati Uniti siano caduti in questa trappola barbara costituisce una vittoria della civiltà occidentale, che si è svincolata con coraggio dai criminali serbi, salvando così la coscienza della cristianità europea da una grave macchia..
..E forse non è casuale il fatto che all'origine di questo atto ci sia il popolo albanese, questo popolo che può essere criticato per molte cose, ma non smetterà mai di essere elogiato per una ragione meravigliosa: la tolleranza religiosa. Gli albanesi hanno tre religioni: sono cattolici, musulmani e ortodossi. Da autentici balcanici quali sono, possono essersi scontrati per tanti motivi, ma mai per la religione. Questa immagine di civilizzazione risultava eccessivamente fastidiosa per i progetti antialbanesi dei serbi: perciò hanno fatto tutti gli sforzi possibili per romperla”
Legga qui: Kosovo la voce del coniglio
http://raffaeleconiglio.blogspot.com/2008/09/kosovo-la-guerra-infinita-e-lavvocato.html
Grazie del commento.
Spesso nei contrasti politici internazionale la propaganda è una gran parte, ma non credo sia utile dipinegre i Serbi tutti brutti e cattivi e gli albanesi buoni e tolleranti né viceversa. La storia è sempre intricata e complessa.
Che in Kossovo ci siano dei problemi è evidente e sotto gli occhi di tutti, a cominciare dalla vitalità autonoma di uno stato enclave di fatto sostenuto grazie agli aiuti internazionali e ai miliari stranieri (molti italiani).
Che ci siano state e continuino ad esserci violense interetniche, ormai soprattutto di albanesi contro la residuale minoranza serba è anche questo evidente e non avrebbe senso non parlarne.
Che ci siano stati arricchimenti sospetti, traffici poco chiari, mancanza di trasparenza, omicidi mirati e pressioni sull'opposizione anche, e non vedo perché tacerlo (oltretutto non è un'esclusiva del Kossovo).
L'aspetto religioso in tutto questo c'entra fino a un certo punto, ma le chiese ortodosse bruciate ci sono sono state documentate (E a me dispiace sopratutto per il patrimonio culturale perduto)... E quando si parla di Al quaeda secondo me non si fa riferimento alla religione delle popolazione (al quaeda avrebbe basi anche in quasi tutti paesi europei, Italia inclusa), ma al fatto che in questo clima di violenza, mancanza di regole, traffici illeciti e connivenze criminali anche organizzazioni terrorirstiche trovano facile istallarsi e operare...
Detto ciò a me è parso un buon servizio, un buon servizio pubblico: è utile che se parli e se ne dibatta se necessario, anche perché lì finiscono tanti dei soldi che noi paghiamo come tasse!
Preferivi il silenzio?
NO,non preferivo il silenzio, perchè dovrei? Nel rispetto di una voce che cerca di esprimere il suo pensiero libero, e leggendo anche tutte le opinioni offensive di questi giorni dai serbi stessi contro tutto ciò che è albanese, figuriamoci, anche se francamente la vedo provocante questa domanda.
Nessuno sta cercando di dipingere in "buoni" o "cattivi" gli uni o gli altri, sarebbe infantile da parte mia. I popoli non sono mai cattivi (sono i criminali che si trovano tra i popoli, è diverso),ma, sono le politiche sbagliate che trascinano dietro anche i popoli purtroppo.
Gli aiuti internazionali _ come anche per la Serbia tra l'altro _ per il Kosovo non sono stati nè pretesi nè forzati, ma decisi dalla Comunità Europea nel rispetto di tutte le leggi europee, come per ogni altro popolo distrutto da una guerra chiunque sia stato.
"Non parlarne delle violenze"?
Chi lo sta dicendo, chi lo sta facendo?
Al contrario, è giusto che i fatti vengono conosciuti, ma non è purtroppo così, perchè, a partire da lei: lei non sa che i serbi stessi hanno distrutto molti luoghi di culto degli albanesi, nessuno parla; lei non sa che quasi tutti i serbi che hanno lasciato le loro case sono andati anni prima, quando gli albanesi stessi erano in fuga, sono andati via proprio nel tempo della guerra, sono andati via per tutta l'instabilità e le conseguenze che c'erano, ma non perchè cacciati con la forza come il documentario lascia capire. Certo che, gli scontri non sono mancati, certo che non tutti gli albanesi ma gruppi di loro hanno fatto atti di violenza contro la minoranza serba, ma generalizzare il fenomeno in negativo significa travvisare.
E poi, perchè non tornano?
Non tornano perchè hanno trovato il meglio, più tranquillità e sicurezza, cambiare tutto casa e lavoro non si può fare così facilmente per ogn'uno di noi, non è un gioco.
Nessuno di noi parte sana e onesta della società che cerchiamo di combattere la corruzione che c'è in Kosovo cerca di tacere, e mi dispiace perchè lei la interpreta così la mia opinione.
Tutti vogliamo combattere il male che c'è in quella terra, ma non dimentichiamo che: le guerre, le violenze, la disoccupazione e altre piaghe sociali portano purtroppo quasi sempre anche la corruzione, e questo non deve giovare a nessuno, ma non è così per i serbi in potere. Tutto (il trafico di droga, di armi, il "fondamentalismo") è stato accuratamente esagerato e gonfiato pieno enfasi dai servizzi serbi per uno scopo ben preciso: colpire più possibile il Kosovo in questo momento decisivo per esso.
E comunque, la distruzione delle chiese ortodosse per quanto un atto bruttale, grave e fermamente condannabile (anche se i serbi per primi lo hanno fatto, ma questo non giustifica la vendetta, e siamo tutti d'accordo), malgrado ciò, quelle si ricostruiscono, tutto ciò di materiale e anche spirituale si può anche ricostruire, ma le vite umane di miliaia e miliaia massacrati, uccisi, spariti, stupri (che ancora il mondo sa ben poco) nessuno può più ricostruirle come prima, mai più.
Comunque, apprezzo che mi ha risposto con molta educazione, non come in molti altri forum.
Grazie
Poiché, in particolare sul caso specifico, non è nessun interesse specifico o idea preconcetta da difendere sono ben contento di risponderle con garbo, grato degli spunti che può fornire.
Questo oltretutto non è un forum ma il mio blog, dove esprimo le mie idee, che non sono dogmi: quindi sono sempre aperto al confronto e ad imparare o modificare le mie posizioni.
Sugli aiut internazionali, il fatto che sianpo stati deliberati nel rispetto delle regole non toglie che a tutti noi spetta un compito "civico" di vigilanza su come vengono impiegati questi fondi. Per poi trarne anche conseguenze di voto, di mobilitazioni, denunce ecc. Questo compito è ancora maggiore in chi fa informazione e stampa per professione.
Vorrei farle inoltre notare alcune cose:
1) Le cose che io affermo nel mio post sono un commento a una trasmissione televisiva e si basano su una base "documentale" verificabile.
Al contrario lei non offre molto supporto esterno alle sue affermazioni, per quanto in parte note e/o verosimili e credibili.
Sarebbe utile alla conoscenza avere fonti verificabili e alternative di informazioni e notizie che sarà in grado di fornire.
2) Nel mio blog io sono ben visibile, mi formo con nome e cognome, chi mi conosce mi ci riconosce e può giudicare quel che dico attribuendomene paternità, meriti, demeriti, limiti, errori di valutazioni, omissioni etc. Lei ha lasciato due ampi commenti anonimi fornendo a supporto solo un link di blog che non so se suo o meno. Sarebbe corretto, apprezzato e senza dubbio utile che lei voglia in futuro firmarsi.
In conclusione ho letto il post sul blog da lei segnalatomi e lotrovo interessante. La tesi fondamentale è che nel servizio di Iacona si inizia dal 1999 omettendo tutta la storia precedente delle violenze serbe.
Francamente non lo trovo un peccato così grave perché il servizio si prefissava di raccontare le vicende del kossovo dal 1999 in poi e dichiarava quindi chiaramente i suoi limiti anche temporali.
Servizi sulle atrocità dei serbi che motivarono l'intervento NATO, le delibere ONU, i bombordamenti etc ne sono stati fatti a suo tempo tantissimi, con ampli reportage e spazi sui giornali e telegiornali. Assai meno spazio hanno avuto le vicende più recenti...
Io non sono pro-kossovaro o pro-Serbo, mi piacerebbe che le violenze razziali, etniche e religiose di ogni colore e di qualsiasi origine scomparissero e che i nostri soldi non venissero spesi per finanziari regimi corrotti, mafiosi, violenti e non rispettosi dei diritti umani!
Blog, forum o altro, alla fine ha poca importanza; importante è che le nostre opinioni nel rispetto di tutto e di tutti vengono confrontate in modo reciproco e sopprattutto ci aiutano a tutti noi di vedere da una e dall'altra parte, per poter in modo costruttivo capire la vera realtà dei fatti. E sono perfettamente d'accordo con lei.
Sugli aiuti internazionali, visto che siamo d'accordo tutti noi sulla leggittimità di questi aiuti ai popoli, vorrei aggiungere che, la mia interpretazione forse è stata malintesa. Certo, anche il compito "civico" dei cittadini, non solo come un diritto loro ma anche un dovere di ogni uno di sapere la vera destinazione. Nessuno nega questo, e siamo tutti d'accordo pienamente.
Ma io e non solo io (il popolo kosovaro) i cambiamenti e i lavori gli abbiamo visti, e come no, torno da poco dal Kosovo e le posso assicurare che i cambiamenti ci sono. La testimonianza di un popolo è molto più valida di un documentario che non può mai dire e dare tutto.
1 Le cose che lei afferma (con tutto il rispetto) appunto, si basano su un documento realizzato, ma non su tutte le realtà vissute che vanno molto oltre di molti documentari, realtà di gente come me che ha visto da vicino tutto.
2 Lei è libero di pensare come crede_ ed io la rispetto_ ma, come in tutti gli altri blog dove nella colona: "Lascia il tuo commento", ogni uno di noi è libero di esprimere il suo pensiero, scegliendo una delle tre opzioni nell'identificazione, non capisco perchè dovrei fare diversamente quando così è stato già prestabilito, e anche lei stesso è stato d'accordo, visto che il suo blog si trova qui.
Lei è libero di valutare o/e mettere o meno in dubbio la mia opinione, io non cerco di imporrmi a nessuno, parlo solo come persona che mi tocca personalmente, che ho vissuto e conosco la vita in Kosovo, parlo come una voce che va oltre ad un documentario. E quindi forse è meglio lasciare ai lettori liberamente di pensare e rifflettere.
Qui non si parla di pro o contro, di schierarsi o meno, no, cerco solo di dire che la vita in Kosovo non è solo quella vista in quel documentario.
Se vuole informarsi dei datti recenti in Kosovo (visto che mette in dubbio quello che le ho inviato)bisogna andare là, informarsi, chiedere e incontrare la gente del popolo albanese, vedere e capire da vicino.
Apprezzo il suo modo pacifico, e proprio per questo ho risposto, e anch'io come lei e quanto lei condanno la violenza e auguro la Pace.
Ti dico il nome allora: Mi chiamo Ari
Grazie
iacona fa sempre venire i brividi...quando parla di interesse comune, di destino comune di un intero paese. bandire l'egoismo, si può?
noi l'abbiamo intervistato su showfarm.com mi farebbe piacere che tu vedessi quello che dice.
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