giovedì 28 giugno 2007

No alle Unioni Civili nel IV Municipio di Roma

Qualche giorno fa il consiglio del IV Municipio di Roma, dove vivo da 10 anni, ha bocciato la proposta di delibera che era in preparazione da mesi a opera del Presidente Alessandro Cardente (foto).
"L'accordo che era stato costruito in maggioranza è saltato in sede di votazione già due settimane fa. E ieri, con un atteggiamento davvero meschino da parte di alcuni consiglieri dell'Ulivo, si è arrivati a votare in mia assenza sia la delibera che un ordine del giorno sostitutivo presentato proprio da alcuni esponenti della maggioranza". Attacca Cardende dalle pagine del Quotidiano della Sera di ieri, e prosegue con maggior chiarezza "Qualcuno, e mi riferisco ai consiglieri della Margherita, dovrà ora dar conto delle proprie scelte in primo luogo agli elettori di questo municipio".
Al di là delle dinamiche e delle vicende specifiche dispiace che un'iniziativa pensata per dare riconoscimenti alle coppie non sposate e alle unioni di fatto, che va nella direzione dell'uguaglianza e della dignità sia stata respinta per iniziativa e volontà proprio di una delle componenti della maggioranza di centro-sinistra che andranno a formare il Partito Democratico. Oltretutto nella città che, da sempre laboratorio di questo progetto, vorrebbe esprimerne in Veltroni il leader e che meno di due settimane fa ha ospitato un Pride storico per partecipazione, compattezza e contenuti politici.
un Partito Democratico che nasce monco sul fronte dei diritti civili è un problema per se stesso, ma per l'Italia e tutti noi in generale. Di certo non ci possiamo permettere un nuovo grande Partito populista che non ha il coraggio di prendere posizione e non si definisce chiaramente su alcuni principi fondamentali come la laicità e l'uguaglianza di tutti.
A Cardente va la nostra solidarietà e il nostro appoggio, se non altro per il coraggioso tentativo che ha costretto i contrari ad uscire allo scoperto. Purtroppo ha forse mancato in comunicazione e coinvolgimento della base non informando le associazioni glbt e il movimento che avrebbero potuto sostenerlo in questa battaglia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per questo non dobbiamo trasformare il nostro problema in un problema politico, di sinistra e radicale. Ma essere ovunque. Fanno così perchè sanno che non facciamo parte del loro tessuto elettorale...

Andrea Maccarrone ha detto...

magari non facessimo parte del loro tessuto elettorale. Hai idea di quanto gay hanno votato "ulivo" alle ultime elezioni (molti votano anche a destra dove è anche peggio)? io personalmente conosco anche un gay che era candidato con l'UDC.