mercoledì 20 giugno 2007

FIORONI: "Sulla famiglia la Costituzione va rispettata". Perché non cominci a farla rispettare sui finanziamenti alle scuole private?

In un' intervista rilasciata a Il Messaggero in edicola domenica 17 giugno a commento del Pride, il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni (Margherita), coglie l'occasione per ribadire alcuni concetti a lui cari su matrimonio e Costituzione.

<<I manifestanti hanno rivendicato il matrimonio gay.Alt, qui bisogna essere chiari fino in fondo. Dopo la capacità di ascoltare, che chiedo e rivendico, c'è la necessità di sintesi. E la sintesi politica non può non partire dal rispetto della Costituzione, fortemente condivisa dagli italiani e ancor più da quanti hanno giurato su di essa, a cominciare da ministri e governo”.
E una volta Giurato sulla Costituzione, che fine devono fare i matrimoni gay? “La famiglia come individuata dalla Costituzione è una priorità per il Paese, ad essa va garantita sicurezza, certezza e tranquillità. La Costituzione, soprattutto, dice e spiega qual'è la famiglia. I matrimoni tra gay non sono previsti”.>>

Già a fine maggio il ministro affermava che “ci sono dibattiti incomprensibili: noi abbiamo giurato sulla costituzione e l'art. 29 parla della famiglia fondata sul matrimonio. La Costituzione non si interpreta, si applica. Se qualcuno la pensa diversamente può sempre mettere mano alla Costituzione”.

Mi rendo conto che in Italia è chiedere troppo che un ministro quando parla della Costituzione, sulla quale ha firmato, lo faccia a ragion veduta e conoscendola e non sulla base di aprioristiche prese di posizione che mirano solo ad usarla come clava per bloccare sul nascere qualsiasi dibattito su un tema come quello del matrimonio omosessuale.
Fioroni dice che la famiglia in Italia è fondata sul matrimonio? Bene concordo! Infatti anche noi omosessuali vogliamo poter accedere al matrimonio e avere la libertà di scegliere se, come, quando e con chi sposarci per dare riconoscimento e tutela alle nostre unioni! Del resto da nessuna parte della Costituzione c'è scritto che a sposarsi possono essere solo un uomo e una donna, e tanto meno si parla di divieto di unioni tra due uomini o due donne. Secondo il principio liberale e razionale che in uno Stato di diritto e democratico tutto ciò che non è vietato è consentito, credo che non ci siano ostacoli a che anche il matrimonio omosex venga finalmente reso possibile in Italia. Come del resto hanno chiarito mesi fa i giuristi estensori del Manifesto per l'uguaglianza firmato da migliaia di persone.

C'è da dire, inoltre, che la Costituzione italiana all'articolo 2, “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”, e quindi non impedisce e anzi richiede riconoscimenti, tutele e diritti per altre forme di socialità e di unioni anche non matrimoniali.

All'articolo 3, invece, stabilisce che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese
”. Sembra , quindi, che il riconoscimento delle coppie omosessuali e la parità di accesso a tutti gli istituti e le protezioni di cui godono le coppie eterosessuali è non solo consentito ma DOVEROSO. Per promuovere e garantire l'uguaglianza e rimuovere gli ostacoli che ne impediscono l'effettiva realizzazione il Parlamento DEVE legiferare. Tutto ciò alla luce della nostra Costituzione su cui Fioroni ha giurato.
Visto che siamo in tema di Costituzione e che Fioroni, appassionato di famiglia, è in primo luogo ministro della pubblica istruzione approfitto per ricordargli l'articolo 33 che inequivocabilmente sancisce: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
Una norma tanto chiara e semplice (questa sì stabilisce un netto divieto) è da anni scandalosamente aggirata in favore di tante scuole private, spesso confessionali.
Prendiamo, quindi, tutti atto della ligia aderenza del ministro alla nostra Carta Fondamentale e ricordandogli che, come dice egli stesso, “La Costituzione non si interpreta, si applica”, invitiamolo a prendere i provvedimenti conseguenti per eliminare questa grave violazione proprio nel settore di sua competenza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si è risposto da solo: la costituzione si legge e si apllica, non si interpreta. Nell'articolo 29 che a loro piace molto c'è scritto testualmente:

"La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio"

Sono io che non so leggere o forse mancano le parole "uomo" e "donna"?

Andrea Maccarrone ha detto...

esatto... per la serie fatti una domanda datti una risposta.
Eppure su questa cosa riescono a fare ancora tanta propganada, tanta mistificazione.

Se facessimo un sondaggio sono sicuro che la stragarande maggioranza degli italiani crede che nella Costituzione si parla di matrimonio uomo-donna.