
Intervistato da Daria Bignardi alle Invasioni Barbariche, Walter
Veltroni tocca anche il tema di omofobia e diritti delle coppie omosessuali. vi riporto la parte relativa:
Bignardi: «Le giro una domanda che ci è arrivata dalla pagina speciale elezioni del sito di La7, per lei da Federico: "
Se tua figlia fosse gay e si sentisse frastornata e discriminata dall'enorme divario che c'è tra la cultura italiana e quella inglese o spagnola, per esempio nel modo di considerare l'omosessualità, cosa le suggeriresti e che futuro vedresti per lei". Cerchi di darmi una risposta non retorica.»
Veltroni: «Guardi, ehm, non retorico c'è il fatto che considero ogni forma di omofobia una follia. Ogni forma di discriminazione nei confronti degli omosessuali una follia, penso che non abbia senso una società che discrimina sulla base degli orientamenti sessuali,
penso che la famiglia sia quella costituzionalmente prevista, ma penso che i rapporti di amore debbano avere una soglia di diritti...»
B.: «in pratica il Partito Democratico potrebbe fare i Dico anche nei confronti degli omosessuali?» V.: «Potrebbe fare i CUS, che sono...»
B.: «E, ma i CUS sono quelli di diritto privato...»
V.: «..sì sì, potrebbe fare quelli...»
B.: «... sono una robina in confronto ai DiCo francesi...»
V.: «No, non sono una robina, sono una cosa molto importante, che ha trovato il consenso in Parlamento e che potrebbero essere approvati, e che se noi vinceremo le elezioni quella può essere la base sulla quale si riesce...»
B.: «Non so se Federico sarà molto soddisfatto della sua proposta.»
V.: «Io penso di sì come tutte le persone ragionevoli sanno che le soluzioni estreme e ideologiche non sono quelle giuste, ma quelle che si riescono a fare, questo è il realismo di cambiamenti che si possono fare.»
Intanto consentitemi di fare i miei complimenti alla Bignardi per non avere eluso una delle questioni più spinose per Veltroni e il PD e avere incalzato sull'argomento l'intervistato, costringendolo a sulla difensiva.
In verità
Veltroni non è nuovo a queste considerazione vi rimando all'ampio commento sul post del 2 ottobre "
Veltroni, che CUS..." quando, in piena campagna per le primarie democratiche, sosteneva le stesse cose, sempre alle Invasioni Barbariche. Per di più dopo essere scivolato su affermazioni piuttosto imbarazzanti, e mai smentite, a proposito di
feste e rispetto.
Non serve qui ribadire la contraddizione tra la presunta "follia di ogni forma di discriminazione nei confronti degli omosessuali" e la timidezza nel riconoscimento di diritti civili quali la parità di accesso a alle forme giuridiche di riconoscimento dei rapporti (prima fra tutti il matrimonio).
Quanto alla storia del CUS mi piacerebbe mettere in chiaro alcune cose. Sicuramente il CUS è migliore dei DiCo nella parte in cui si ripristina una condizione di dignità della scelta di coppia (eliminando la ridicola soluzione raccomandata, ormai tristemente nota), ma allo stesso tempo, rappresenta la strada semplicemente privatistica dei riconoscimenti, che nega qualsiasi ruolo pubblico, essendo un contratto tra privati, e quindi qualsiasi possibilità di acquisire diritti tipicamente pubblicistici, come ad esempio reversibilità della pensione o simili, nonché l'opponibilità ai terzi se non nei casi esplicitamente previsti.
Una soluzione che anche in Italia vede il consenso di alcuni esponenti "liberali" della destra e anche l'opposizione dei TeoDem di Binetti e co. (come ricorda Cesare Salvi - oggi nella Sinistra Arcobaleno, dopo avere abbandonato i DS - che in commissione Giustizia del Senato ha cercato questa strada di consenso trasversale).
Insomma la scelta "privatistica", minimalista che auspicava il clericale Rutelli con qualche sponda Ruiniana!
Non sorprende più la naturalezza con cui all'interno del cosiddetto partito democratico mischino concetti di uguaglianza con atteggiamenti discriminatori nei fatti parlando "di soluzioni estreme ed ideologiche" per tutte quelle che non rientrano nel bilancino delle loro definizioni programmatiche. Ma cosa, se non una preclusione clericale e ideologica, impedisce di riconoscere diritti concreti e umani alle coppie di fatto etero e omo analoghi a quelli presenti in quasi tutti i paesi europei? cosa impedisce di riconoscere coerentemente alle coppie omosessuali la piena eguaglianza di diritti con la possibilità di accedere a parità di condizioni a tutti gli istituti giuridici che esistono per le coppie etero? cosa c'è di estremo o ideologico nel riconoscimento di questa semplice uguaglianza? Perché ciò che è già da anni (a volte da decenni) realtà in mezza Europa da noi sarebbe estremo e ideologico?
Perché lo stesso PD che nelle parole di Veltroni alla Bignardi pretende di essere "radicalmente riformista" tanto da essersi liberato degli alleati di sinistra per godere di maggiore autonomia e libertà rispetto alle questione civili si colloca decisamente alla destra di tutti i partiti di centro destra europei? e su queste questioni dovrebbe cercare anche l'accordo trasversale in Parlamento guardando verso destra e il centro anziché verso altri partiti laici e di sinistra?
La verità sembra essere che il cosiddetto PD non ha nulla a che vedere con i partiti veramente riformisti e veramente socialisti e che tutto il suo presunto coraggio riformista si infrange inesorabilmente sulle mura vaticane.
Sui diritti civili a dettare legge nel PD sono i TeoDem (che tra i cattolici sono una minoranza e sicuramente non ne rappresentano la parte migliore e riformista), come ha già dimostrato il voto romano sul Registro delle unioni civili. Del resto né in quell'occasione né nella definizione del suo programma Veltroni o chi per lui - Morando o Bettini ad esempio - ha sentito le associazioni glbt per capire le loro richieste (molti gli incontri e le telefonate con il cardinal Bertone, invece) e quindi il tutto rimane rinchiuso in una autoreferenzialità di partito incredibile (come se l'Italia fosse il PD...)! Tanto più che mentre su altri punti Veltroni si slancia in proposizioni "coraggiosamente" assertive - faremo, diremo, riformeremo... - quando si parla di questi temi ecco l'arrampicarsi dei condizionali.
Questa partecipazione
TV ha dato anche origine ad un equivoco. Il
Corriere della Sera di oggi riportava erroneamente le dichiarazioni di
Veltroni (forse abbindolati dall'usuale
cerchiobbottismo del candidato premier democratico) attribuendogli una frase siffatta: «
qualsiasi forma di omofobia una follia e qualsiasi esibizione di omosessualità una follia». Sull'equivoco è giustamente
intervenuto polemico Franco Grillini, smentito dalla segreteria del PD.
In conclusione, parlando sempre della partecipazione di Veltroni alle Invasioni Barbariche vorrei invece cambiare argomento. A un certo punto, sollecitato da una satirica cartolina di Vittorio Zinconi che infieriva sulle scelte delle candidature (da Calearo all'operaio della Tiessen, da un prefetto a Ichino, da Bonino a Binetti... etc), Veltroni sostiene che la "prima idea forza" del programma e della filosofia del nuovo partito, che lo proietterebbe verso il futuro "è l'alleanza dei produttori".
Sarà un'idea nuova ma a me così esposta ricorda tanto il corporativismo di mussoliniana memoria, quando la Camera dei Deputati fu infatti sostituita da una Camera dei Fasci e Delle Corporazioni (dal 1939 al 1943) in cui i maggiorenti e i gerarchi del partito fascista condividevano le funzioni coi rappresentati degli imprenditori e dei sindacati e organizzazioni dei lavoratori e del dopolavoro autorizzati dal regime (i "produttori" ).
Considerando il sistema e
elettorale che di fatto "nomina" i deputati scelti da leader carismatici, magari
investiti in modo plebiscitario... l'accostamento sembra essere qualcosa più che una semplice evocazione dotta.
Che a furia di guardare al futuro il buon Walter abbia obliato la storia?