Dopo la storica approvazione dell’urgente Risoluzione europea sul caso di Seyed Mehdi Kazemi, l'Home Office britannico, Jacqui Smith, ha deciso poche ore fa di sospendere la procedura che prevede la deportazione in Iran del ragazzo gay che rischiava di essere espulso dall'Regno Unito e inviato in Iran (dove lo attendeva una condanna a morte).
Il risultato odierno è stato possibile grazie alla mobilitazione internazionale che ha visto in prima linea il Gruppo EveryOne con il Partito Radicale Nonviolento e le Associazioni Nessuno Tocchi Caino e Certi Diritti.
Il risultato odierno è stato possibile grazie alla mobilitazione internazionale che ha visto in prima linea il Gruppo EveryOne con il Partito Radicale Nonviolento e le Associazioni Nessuno Tocchi Caino e Certi Diritti.
"Quando ci siamo assunti l'impegno di tentare di salvare Mehdi," dichiarano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau "il giovane gay iraniano era destinato alla deportazione a alla morte sulla forca in Iran. Poi attorno a noi e ai nostri alleati si è creata una rete di solidarietà che ha evitato un altro crimine contro i Diritti Umani. E' il primo passo verso una società non più indifferente, ma capace di rispettare i diritti dei profughi, che sono l'anello più debole dell'umanità".
Non si può che esprimere la più profonda soddisfazione per questa grande vittoria sul campo dei diritti umani, che ha portato alla salvezza di una vita umana e ha scritto una pagina importante di Storia europea: d'ora in poi i massimi organismi garantiranno che in tutti i paesi dell'Unione Europea venga applicata la Direttiva 2004/83/CE, che impone il riconoscimento dello status di rifugiato anche alle persone perseguitate nel loro paese di origine a causa del loro orientamento sessuale.
Non si può che esprimere la più profonda soddisfazione per questa grande vittoria sul campo dei diritti umani, che ha portato alla salvezza di una vita umana e ha scritto una pagina importante di Storia europea: d'ora in poi i massimi organismi garantiranno che in tutti i paesi dell'Unione Europea venga applicata la Direttiva 2004/83/CE, che impone il riconoscimento dello status di rifugiato anche alle persone perseguitate nel loro paese di origine a causa del loro orientamento sessuale.
Sono davvero contento per Mehdi e per il fatto che le istituzioni europee, pur con titubanze, siano riuscite a trovare una soluzione concreta a questo, e credo a tutti i casi analoghi che si ripresenteranno in futuro, mettendo al centro la salvaguardia dell'integrità fisica e morlae delle persone che in altre parti del mondo sono ancora perseguitate.
Se non si fosse trovata una soluzione il governo britannico e tutti noi europei saremmo stati compici di un crimine, consegnando la vittima al carnefice.
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