martedì 7 ottobre 2008

Imma-tura, Imm-odesta Battaglia: puntata 1

Premetto che se finalmente mi sono deciso a scrivere di Imma Battaglia (so che per la sua ironia non se la prenderà per il titolo che vuole solo essere sarcasticamente provocatorio) e delle sue ultime dichiarazioni a mezzo stampa non è per evidenziare una divisione che è nei fatti e nei comportamenti concreti più che nelle parole, né per polemizzare a vuoto.
La ragione che mi muove è il desiderio di fare chiarezza su alcuni punti che giudico in modo critico e anche la sensazione che il suo posizionamento politico e ancor più il tipo di comunicazione e di messaggi politici che invia non sono innocui ma molto dannosi per tutto il movimento e per i gay, le lesbiche e i trans in Italia. Ciò non vuol dire che non riconosca validità ad alcune delle sue intuizioni, ma valuto in modo decisamente negativo l’impatto complessivo. Inoltre condivido pienamente quanto, prima di me ha detto Rossana Praitano sulla questione dell’Atto D’Amore e del confronto con Rotondi, per cui non mi dilungherò molto su quest’aspetto.
Per motivi di lunghezza divido questo intervento in due post successivi. Il Prossimo (più lungo) sarà messo on line domani intorno alla 12.

Le radici recenti della recente esplosione comunicativa di Imma Battaglia risalgono alle scorse elezioni, quando a seguito alla vittoria di Alemanno al Campidoglio e dell’ascesa di Berlusconi a Palazzo Chigi, ha deciso di prodursi in una nuova capriola politica con una decisa apertura di credito alla Destra di governo e l’intenzione di cavalcare il nuovo clima anche culturale.
Fin qui niente di male, se non fosse che questa apertura, da subito, non si traduce in un semplice e legittimo desiderio di dialogo o collaborazione o di processo di conoscenza reciproca con le istituzioni sul fronte dei diritti ma anche in una decisa ritirata sul fronte argomentativo e delle proposte.
In pratica per dialogare a Destra, Imma fa mostra di rinunciare preliminarmente, unilateralmente (cioè senza immediate, contropartite politiche) e senza condizioni a delle richieste e delle posizioni. In questo quadro matura la fuoriuscita dal tavolo del Pride e dal suo documento (percorso che fino a pochi giorni prima si era condiviso) perché troppo “antagonista” (la parola Testardamente proprio non andava bene, chiamare le cose con il loro nome e cognome neppure, etc.). Laddove riproponeva la medesima piattaforma dell’anno precedente.
Si stenta a credere che la stessa donna che dal palco del Pride 2007 ruggiva un aggressivo e decisamente impolitico “PRODIIII , GRASSSO DI MMERDAAA” si sia trasformata nel giro di una semplice settimana elettorale in una diligente YES WOMAN d’anticamere ministeriali.
Per inciso in quel discorso si rivolse anche Rutelli "ci devi conquistare". E poi a valutare la coerenza dei comportamenti non sembra che il Rutelli candidato alla poltrona di Sindaco abbia faticato molto a conquistarsi il suo appoggio.
Nel momento in cui persino una stampa spesso distratta registra un clima di violenza omofoba (e razzista) a Roma, la Battaglia si affretta a dire che non è vero che c’è l’omofobia a Roma e per dimostrarlo basterà la presenza del sindaco Alemanno alla chiusura del suo Village. Ci sembra di capire, peccato per qualche testa rotta che sta nell’ordine naturale delle cose. Mentre concordo pienamente con chi giudica inaccettabili, oltre che inutili, le richieste ai locali di Via San Giovanni in Laterano di guardie e sicurezza private, che ovviamente non risolvono il problema e vanno nella direzione del farwest della sicurezza promosso, ad esempio, dalla Lega.
In questa direzione anche le recenti affermazioni simil-Carfagna sull’editoriale di Merlo in cui, per criticare, in parte anche a ragione, un certo vittimismo del movimento, arriva a sostenere che in Italia non ci sono discriminazioni verso i gay ("Non se ne può più di questo bisogno di urlare una condizione che è normale, non ha nulla di particolare e che, detto seriamente, non subisce alcuna vera discriminazione".), sorvolando del tutto sui toni decisamente omofobi del giornalista che colpevolmente confondeva affetti e legami familiari con perversioni privatissime su cui non soffermarsi morbosamente. In nome di una pretesa normalità anche Imma nega a quel piccolo sfortunato nucleo familiare di essere menzionato come si farebbe se anziché ad essere due uomini e un bambino fossero stati un uomo, una donna e un bambino. Non è vittimismo denunciare in modo chiaro discriminazioni e omissioni della stampa né reagire con dignità e forza a un attacco senza precedenti mirante spudoratamente a giustificare un indecente e miope perbenismo di Repubblica. Ma su questo altri hanno già scritto meglio di me…
Poi ecco sbandierare un incontro con il Ministro Rotondi, impegnato a compilare una breve lista della spesa di diritti e doveri delle coppia (DiDoRe - leggete cosa ne pensano ElfoBruno e AnellidiFumo) per offrirgli il sostegno e l’appoggio che il resto del movimento non sarebbero pronti a dare loro. E soprattutto per presentargli la sua proposta: Atto d’Amore. Uno scarno contrattino predisposto dai suoi legali per aiutare le coppie che vogliono sistemare la loro situazione comune “a norme vigenti”. Il messaggio che ci sembra leggere al di à del tanto fumo? “Non abbiamo bisogno di parità, dignità e laicità (slogan ormai troppo antagonista?), ma siamo disposti a prenderci qualsiasi cosa facciate purché sia. Anzi, tutto sommato anche con le leggi vigenti, grazie alle mia strepitosa lungimiranza e ai miei super legali, ci siamo arrangiati bene se volete fare qualcosa che rimetta un po’ di ordine in quel che già c’è va benissimo, altrimenti se ci ricevete qualche altra volta a prendere il assieme va bene uguale”.
Preciso che muovo questa critica considerando il desiderio dei ministri Rotondi e Brunetta ad impegnarsi sul fronte delle unioni di fatto positivamente e la risposta che sembra ventilata del tutto inadeguata, soprattutto per le coppie omosessuali. L'atteggiamento di Battaglia invece è del tutto negativo perché isolato, ingenera divisioni, non mira a migliorare la in alcun punto la proposta ed è in contro tendenza rispetto alla chiarezza e pienezza delle richieste
Insomma tre anni di mal-di-pancia per far passare il movimento a chiedere finalmente piena equiparazione degli istituti giuridici mandati alle ortiche con un gesto, in nome di una presunta trasversalità politica, bruciati sull'altare di un presunto dialogo. Quello che forse Battaglia non coglie è che va bene il dialogo con tutti, trasversale, aperto, soprattutto con le istituzioni, se queste si dimostrano sensibili e disponibili. Ma dialogo a destra e a sinistra non può significare dire a ciascuno quel che si vuole sentir dire per il semplice piacere di accreditarci e farci dire bravi!
Piuttosto penserei ad una piattaforma chiara, completa, dettagliata e anche argomentata e sottoposta a tutto il mondo politico destra e sinistra. Una piattaforma che rappresenti per noi il punto più alto e pieno delle nostre rivendicazioni e che funga da punto partenza e unità di misura per il confronto per capire in che direzione ci si muove e per valutare l'impatto dei provvedimenti proposti.
Forse siamo noi comuni mortali a non avere chiaro qualcosa, ma non ci è sembrato che da parte sua si sia fatto questo. Quello che abbiamo visto è stata una corsa solitaria (staccata da tutto il resto del movimento) ad accreditarsi e a caccia di visibilità politica e mediatica. Una corsa che non sembra portare risultati concreti se non quello solito di fare apparire il movimento diviso e incapace di visione comune, indebolendone quindi qualsiasi posizione contrattuale.
Considerato ciò, nella assoluta incomprensibilità di un disegno politico è inevitabile che prendano corpo e voce anche i peggiori sospetti. Continua…

5 commenti:

Anonimo ha detto...

bravo, mi piace!

EagleIt ha detto...

bene. aspetto il resto domani...

Anonimo ha detto...

finalmente qualcuno che le dice queste cose, tutte in fila! Aspetto con ansia il seguito...

Anonimo ha detto...

"Si stenta a credere che la stessa donna che dal palco del Pride 2007 ruggiva un aggressivo e decisamente impolitico “PRODIIII , GRASSSO DI MMERDAAA” si sia trasformata nel giro di una semplice settimana elettorale in una diligente YES WOMAN d’anticamere ministeriali."

Ricordo quel momento. Credevo fosse strafatta. Comunque continua la sua politica. Vale a dire, andare a caso, provocare, dire in certi casi vere vaccate, pur di strappare qualche intervista e qualche marchetta.
Utile a lei di certo, a noi non credo.

Andrea Maccarrone ha detto...

Sam, esatto, il punto è per noi sono solo inutili, ma almeno innocue, oppure sono anche dannose?

Se ho deciso di intervenire è perché mi sono convinto della seconda cosa. Inutili E Dannose!