La decisione che sembra definitiva da parte della Questura, della Prefettura e delle varie istituzioni di negare l'arrivo del Pride a Piazza San Giovanni è di una gravità incredibile anche se forse non a tutti percepibile in modo lampante.
Dietro scuse tecniche, come l'incrociarsi di orari per l'arrivo della manifestazione in piazza e l'inizio di un concerto corale dentro la Basilica di San Giovanni, sembrano celarsi ben altre considerazioni di natura decisamente discriminatoria proprio verso la manifestazione del Pride, verso "i froci" che vogliono ancora arrivare nella "sacra piazza".
In particolare se la decisione finale è stata presa dal Comitato di Sicurezza, come sembra, la responsabilità ricade direttamente sul Governo, proprio il nuovo governo Berlusconi che ha fatto della sicurezza appunto le sua bandiera, adatta a coprire e nascondere un po' tutto, razzismo, xenofobia, omofobia. Lo stesso Governo in cui la Ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna ha detto che in Italia non esistono discriminazione per la popolazione gay, lesbica e transessuale si fa attivamente agente di discriminazione (forse per dare un po' di lavoro alla superficiale collega?).
Negare una piazza ad una manifestazione per la banale ragione che in una chiesa prospiciente si svolge un coro è una decisione senza precedenti, che personalmente giudico illegittima, che oggi colpisce il Pride, ma va a costituire un precedente grave per la salute democratica del Paese e insieme un termometro del pericoloso clima sociale, politico e civile che stiamo vivendo.
Per questo credo, con forte rammarico, che noi non abbiamo fatto abbastanza per tenere la posizione. Condivido la posizione espressa nel Comunicato del Circolo Mario Mieli, in molti punti, ma non nella decisione (per quanto obbligata) di di scegliere e indicare un altro percorso. Questa infatti costituisce l'accettazione umiliante di un sopruso e in tutta sincerità non mi sembra che abbiamo fatto abbastanza per difendere le nostre ragioni.
Sembra la favola del lupo e dell'agnello. A nostro favore ci stava soltanto la ragione, ma nessuna iniziativa forte e decisa a difenderla: perché mai la Questura e il Prefetto avrebbero dovuto recedere da una posizione, per quanto pretestuosa, se a difenderla non c'erano che scarni comunicati di una piccola associazione romana e nessuna protesta, nessuna attenzione forte dei media e dell'opinione pubblica, nessuna sollevazione civile, nessun caso politico?
Accettare che una piazza ci venga negata di fatto perché siamo "froci" è veramente la negazione dell'orgoglio per cui dovremmo manifestare, una sconfitta (anche se in cambio ci avessero offerto Piazza San Pietro) che paghiamo e pagheremo in futuro con altri dinieghi, altre umiliazioni.
Per questo non verrò ad un Pride umiliato, o forse verrò solo alla partenza ma non andrò fino all'arrivo. Per protesta, anche contro me stesso!
Per concludere dico che condivido alla lettera quanto scrive Elfobruno sull'argomento, salvo forse alcuni troppo poco generosi riferimenti personali, e riporto in calce per intero il comunicato del Circolo Mario Mieli.
4 giugnoNO DEFINITIVO A SAN GIOVANNISi è svolto stasera in Prefettura un incontro tra il Prefetto
di Roma e Rossana Praitano, Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario
Mieli, organizzatore del RomaPride 2008, alla presenza del Deputato Anna Paola
Concia, di Sergio Rovasio dei Radicali e di Saverio Aversa di Rifondazione
Comunista.Il Prefetto ha comunicato alla delegazione l’impossibilità di far
arrivare il corteo del 7 Giugno in Piazza San Giovanni, decisa dal Comitato di
Sicurezza che si è riunito oggi.Il Mario Mieli si dichiara stupefatto perché la
decisione è del tutto priva di buonsenso.Testardamente abbiamo combattuto fino alla fine;
siamo stati sconfitti dalla cecità di chi non ha compreso la gravità etica e
politica di negare una piazza per motivi risibili.Testardamente il RomaPride si svolgerà ugualmente e in
maniera pacifica, perché così è nella sua natura. Studieremo il percorso
alternativo da presentare domani alla Questura.Riteniamo sconcertante l’accaduto perché è un’offesa per
tutta la comunità lgbt ed una ferita inferta alla dmocrazia. Proprio per
questo, oltre che per le giuste rivendicazioni di piena cittadinanza di gay,
lesbiche, bisessuali e trans, chiediamo a tutte/i di partecipare in massa
all’evento del 7 giugno per dimostrare solidarietà e dire no a questa
ingiustizia.Presidente Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
10 commenti:
Che poi sti motivi di sicurezza li devo ancora capire. In 14 anni di Pride a Roma non mi risulta che ci siano mai stati incidenti di nessun tipo.
Comunque capisco lo scoramento ma credo fermamente che, ora più che mai sia necessaria una risposta forte, chiara attraverso una partecipazione massiccia...
Andrew, grazie,
il mio non è senso di scoramento, ma rabbia allo stato puro.
Se non andrò al Pride non sarà perché scoraggiato e deluso, convinto della sua inutilità o se simili, ma perché pride vuol dire ORGOGLIO. E accettare così facilmente che ti venga negata una piazza perché "sei frocio", confermando quindi quella discriminazione che vorremmo combattere è il contrario dell'orgiglio, è negazione del senso stesso della marcia.
Voglio ricordare ce il pride è nato a Stonewall coi tacchi in testa alla polizia! E io sono la persona meno violenta e più innocua del mondo, ma trovo che accettare una decisione che mi sembra illeggittima senza provare a combatterla sia umiliante!
e non credi che il "non esserci" faccia invece il loro gioco?
rob
Rob, bisogna vedere dove sarò in alternativa ;)
capisco la tua incazzatura più che sacrosanta, e non ti chiedo di dirmi dove sarai in alternativa (?), però non condivido il tuo gesto dal momento che sei parte del direttivo di quella stessa "piccola associazione romana" che ha - come dire - accettato di scegliere un altro percorso. immagino il direttivo abbia votato in merito a questa faccenda e le scelte del direttivo si accettano, oppure si esce...
sai che mi fa male dirti queste cose però sinceramente la penso cosi...
Fabio
Fabio, il direttivo non ha votato in merito. Anzi. All'incontro con il prefetto ci stava oltretutto solo Rossana Praitano e voti al momento erano addirittura impossibili.
Quanto al direttivo del Mieli in generale è organo democarticamente eletto e non deve sempre essere unanime. Non siamo coi i ministri del'ex governo Prodi con le mille questioni se scendere o non scendere in piazza.
Io posso non condividere una scelta, ma rispettarla, e poi dove passo il mio sabato sono fatti miei, anche priovati oltre che pubblici.
Ad ogni modo colgo il nucleo della tua considerazione e in parte sono d'accordo per cui, passato il pride tirerò le mie somme e deciderò come comportarmi!
quindi? non mi sembra corretto esternare una posizione di dissenso personale proprio in questo momento.
hai ben chiara la situazione e sai benissimo che non c'erano grosse vie d'uscita.
quali alternative tu ed elfo avreste gradito? non mi sembra siano state proposte in tempo utile.
capisco elfo che è lontano, ma tu sei a roma e sei parte in causa. non ci voleva molto per definire prima dell'incontro una posizione unitaria del direttivo, no?
non era difficile capire quali sarebbero state le alternative prospettate.
per questo, non capisco la tua esternazione che giunge, francamente inopportuna. così come la posizione "allora non partecipo" che mi sa tanto di modi "battaglieri" che non ti sono propri e che hai spesso messo in discussione.
comprendo la delusione, lo scoramento... ma vi sono momenti in cui il rospo va inghiottito e occorre muoversi in modi diversi da quelli attesi o desiderati.
scusa, ma considerandoti persona matura ed intelligente, non potevo non esprimerti queste considerazioni ed invitarti ad una ulteriore riflessione.
Andrea capisco che non ci fosse la possibilità di discutere e votare per il poco tempo a disposizione ma ti confesso che mi spiace sapere che il direttivo non abbia preventivamente scelto una via da seguire, anzi ti dirò che mi meraviglia molto.
Mi sembra ovvio che tu sia libero di fare quello che credi e che non devi necessariamente esser d'accordo (di CDM alla Prodi ne abbiamo tutti le palle piene) però hai colto il senso della mia "critica" (che poi non è propriamente una critica): a volte ci vuole compattezza, anche contro voglia e/o contro le proprie idee, finché sei nel direttivo sei una persona pubblica, non dimenticarlo.
Sono convinto che a mente fredda farai le tue valutazioni e tirerai le tue somme, io spero cmq che tu resti li dove sei.
Spero di incontrarti sabato,
Fabio
La decisione presa in direttivo era di tenre fermo su piazza san giovanni fino all'ultimo minuto.
Io non ha mai contestao modi battaglieri, nei giorni scorsi ho poroposto diverse iniziative di contesatzione. In passato sono stato anche fermato e identificato per la mia protesta solitaria contro la visita del Papa in Parlamento.
Quello che dico io è che non abbiao combattuto abbastanza per ottenre quel che volevamo, e se non c'è caso non si capisce perché avrebbero dovuto accontentarci.
Opportuno o meno questo è il mio pensiero, e Guido, perdonami, le idee non sempre devono essere opportune... Le mie sono talvolta scomode, ma rivendico la libertà di esprimerle, sono in un direttivo di un associazione da tre anni, non in una setta segreta.
E ribadisco non sono scoraggiato, ma incazzato nero, che è ben diverso!
Andrea le idee non devono essere sempre opportune ma le azioni si.
Quanto dici ovviamente è il caso che diventi oggetto di discussione e confronto, ma che venga fatto da lunedì in poi.
Per il momento, sabato, serve solo compattezza e fiducia in noi stessi.
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