(Articolo uscito su Epolis Roma di oggi 1/08/2008. pag 6)
Roma: una ragazza aggredita e insultata perché lesbica, pochi giorni dopo altri due giovani picchiati perché gay. Sono solo gli ultimi casi noti di assalto a sfondo omofobo nella Capitale e in Italia. Addirittura, alcune settimane fa, una madre e un padre si sono scagliati contro i rispettivi figli per il loro orientamento sessuale giudicato disonorevole.
Alla base di questa escalation di brutti fatti di cronaca ci sono l’ignoranza e l’odio, alimentati da un mondo di discriminazioni verbali, legali, culturali, che nel nostro Paese non vengono rimossi, ma rinsaldati da autorevoli pareri di religiosi e politici, oltre che confermati o aggravati dall’inerzia legislativa che isola sempre più l’Italia dal contesto dei paesi europei e occidentali.
D’altro canto nell’aumentata frequenza e gravità di questi fatti ha assunto un ruolo crescente il desiderio di accettazione e di spontanea visibilità delle giovani generazioni di gay e lesbiche, non più disposte a umilianti compromessi con le proprie vite e pronte a trovare il coraggio di denunciare fatti che prima preferivano nascondere nella vergogna e nel silenzio. Una dimostrazione di vitalità sociale e di cambiamento del costume innegabile, che probabilmente turba taluni e surriscalda gli animi di integralisti e violenti in cerca di capri espiatori.Quando questi fatti salgono agli onori (o disonori) della cronaca, come nel caso della ragazza romana, arrivano puntuali le parole di condanna dei politici verso un gesto di violenza discriminatoria. Il Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, esprime solidarietà alla giovane vittima: parole che suonano stonate e fuori luogo perché provenienti da colei che per compito istituzionale dovrebbe contrastare questi fenomeni ma si è ben guardata dal ripresentare in Parlamento le norme antiomofobia (accusandole di aver zavorrato la legge sullo stalking a protezione delle donne), che ha giudicato i Pride e le richieste di diritti inutili ostentazioni sessuali, che non ha avviato nessuna politica contro la discriminazione e la violenza verso lesbiche, gay e trans, che ha ribadito di voler mantenere le differenze tra coppie eterosessuali e omosessuali. Dal Ministro per le Pari Opportunità ci aspettiamo provvedimenti concreti per evitare i fenomeni di discriminazione, e non contraddittorie dichiarazioni di circostanza. Questo è il punto, caro Ministro: fatti, non parole!
Alla base di questa escalation di brutti fatti di cronaca ci sono l’ignoranza e l’odio, alimentati da un mondo di discriminazioni verbali, legali, culturali, che nel nostro Paese non vengono rimossi, ma rinsaldati da autorevoli pareri di religiosi e politici, oltre che confermati o aggravati dall’inerzia legislativa che isola sempre più l’Italia dal contesto dei paesi europei e occidentali.
D’altro canto nell’aumentata frequenza e gravità di questi fatti ha assunto un ruolo crescente il desiderio di accettazione e di spontanea visibilità delle giovani generazioni di gay e lesbiche, non più disposte a umilianti compromessi con le proprie vite e pronte a trovare il coraggio di denunciare fatti che prima preferivano nascondere nella vergogna e nel silenzio. Una dimostrazione di vitalità sociale e di cambiamento del costume innegabile, che probabilmente turba taluni e surriscalda gli animi di integralisti e violenti in cerca di capri espiatori.Quando questi fatti salgono agli onori (o disonori) della cronaca, come nel caso della ragazza romana, arrivano puntuali le parole di condanna dei politici verso un gesto di violenza discriminatoria. Il Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, esprime solidarietà alla giovane vittima: parole che suonano stonate e fuori luogo perché provenienti da colei che per compito istituzionale dovrebbe contrastare questi fenomeni ma si è ben guardata dal ripresentare in Parlamento le norme antiomofobia (accusandole di aver zavorrato la legge sullo stalking a protezione delle donne), che ha giudicato i Pride e le richieste di diritti inutili ostentazioni sessuali, che non ha avviato nessuna politica contro la discriminazione e la violenza verso lesbiche, gay e trans, che ha ribadito di voler mantenere le differenze tra coppie eterosessuali e omosessuali. Dal Ministro per le Pari Opportunità ci aspettiamo provvedimenti concreti per evitare i fenomeni di discriminazione, e non contraddittorie dichiarazioni di circostanza. Questo è il punto, caro Ministro: fatti, non parole!
2 commenti:
bisogna anche dire che meno di un mese fà, un gay ha aggedito con un ferro da stiro un ragazzo etero...perchè non ci stava. Ma di questo non si parla!!!!
Caro Anonimo, non so nulla di questa storia ma capisci bene che al di là del fatto che ogni atto di violenza è deprecabile tra questo episodio che citi e quello che dico io non c'è nessun parallelo.
Il ragazzo etero infatti non è stato certo aggredito in quanto tale, o per odio verso l'eterosessualità, ma perché non avebrebbe accettato delle avances. Avrebbe potuto benissimo essere un altro ragazzo gay a non accettare quelle avances. E' un caso simili ai tantissimi di cui si sente in cui mogli e fidanzate subiscono aggressioni e violenze di vari tipi dai loro compagni o ex compagni per certi versi: un fenomeno gravissimo e assai diffuso, purtroppo, e che va decisamente contarstato, ma che non ha nulla a che vedere con le aggressioni motivate da odio razziale o per motivi religiosi o di orientamento sessuale. Del resto quando si parla di legge sullo "stalking" si fa riferimento proprio a quelle persecuzioni continuate di cui sono oggetto molte donne spesso proprio da parte di ex compagni o corteggiatori respinti fino a esiti violenti anche tragici. La stessa situazione potrebbe naturalmente applicarsi se vittima di queste insistenti pressioni (da parte di una donna o di un altro uomo) fosse un'uomo. Del resto atteggiamenti violenti o disturbati non hanno cedrto barriere di oreintamento sessuale.
Gli episodi di cui parlo a Roma e nel resto d'italia sono aggressioni a freddo in cui all'improvviso e senza altro motivo che l'odio idiscriminato per il diverso orientamento sessuale ragazze lesbiche o raghazzi gay vengo aggrediti, minacciati, picchiati (A volte persiono uccisi) per quello che sono, per il solo fatto di esistere e di essere visibili. Di questo parliamo.
Pensa di essere ferrmato e aggredito per strada solo perché sei biondo, o nero, o cristiano, o troppo basso o alto, o grasso, o uomo... Di non poterti sentire sicuro a uscire di casa per il solo fatto di essere te stesso!
Sincerameramente non mi sembra che ci sia un'emergenza di aggressione a giovanotti eterosessuali a causa dell'odio per la loro eterosessualità e il caso di cui parli è più unico che raro. Se non fosse per il rispettio che dobbiamo alla vittima si potrebbe parlare quasi di una curiosità giornalistica.
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