giovedì 6 dicembre 2007

GIUSTIZIATO IL GIOVANE GAY MAKWAN

Riporto per intero il comunicato diramato dal gruppo EveryOne in merito alla terribile esecuzione del giovane iraniano! Non ci sono aprole per esprimere dolore e sconcerto.
GRUPPO EVERYONE: “DA UN CRIMINE DI STATO NASCE UN SIMBOLO MONDIALE CONTRO L’OMOFOBIA”

MENTRE CONTINUA LA CAMPAGNA DEI CUORI LANCIATA DAL GRUPPO EVERYONE PER IMPEDIRE L’ASSASSINIO DEL VENTUNENNE IRANIANO MAKWAN MOLOUDZADEH, GIUNGE DA TEHERAN LA NOTIZIA DELLA SUA ESECUZIONE, AVVENUTA IERI MATTINA, SENZA CHE NEMMENO L’AVVOCATO E I FAMILIARI VENISSERO AVVERTITI

Makwan Moloudzadeh aveva ventun anni ed è stato assassinato dai suoi aguzzini all’interno del carcere di Kermanshah, dov’era detenuto, in seguito alla condanna a morte per “lavat” (sodomia). Il ragazzo, secondo l’autorità giudiziaria iraniana, era infatti “colpevole” di aver amato un coetaneo all’età di 13 anni e di aver avuto con lui rapporti sessuali. L’esecuzione è avvenuta nel carcere succitato, nell’ovest dell’Iran, alle 5 del mattino (ora iraniana) di ieri 5 dicembre 2007, nel più totale silenzio di stampa, istituzioni e associazioni. Nemmeno l’avvocato, il padre e lo zio di Makwan – con cui il Gruppo EveryOne, che nelle ultime ore si era mobilitato a livello internazionale con la “campagna dei cuori” per la vita del giovane, è in stretto contatto – erano stati informati.
“Apprendiamo con immenso dolore la notizia” commentano i leader di EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Continuano ad arrivare centinaia di mail al minuto da tutto il mondo di sostegno alla campagna per Makwan, da parte di politici, attivisti e semplici cittadini, mentre la notizia della sua morte lascia incredulo il mondo, perché pochi giorni fa il ministro della Giustizia iraniano, l'Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi, aveva sospeso la condanna, manifestando l'intenzione di concedere la grazia”.
Il Gruppo EveryOne ricorderà Makwan e il suo martirio con un premio annuale ricorrente che verrà donato a chi si contraddistinguerà nella lotta a favore dei diritti umani e contro l’omofobia. Il Premio Makwan Moloudzadeh 2007 viene assegnato a Glenys Robinson, cittadina del Regno Unito che vive in Italia e che ha dimostrato particolari sensibilità e coraggio e ha cooperato in modo determinante per la liberazione di Pegah Emambakhsh. Da allora Glenys fa parte del Gruppo EveryOne e si impegna con ogni energia per i diritti umani.
Deve sollevarsi una ferma protesta a livello internazionale che imputi ad Amadinejad e al suo Governo una condanna per crimini contro l’umanità” concludono i leader del Gruppo EveryOne “ma prima ancora deve nascere una potente rete mondiale che sia preparata a denunciare casi simili a questo intraprendendo azioni immediate che possano fermare le esecuzioni. Anche i Paesi democratici devono farsi un esame di coscienza e comprendere che la lotta contro l'omofobia inizia con il riconoscimento paritario delle unioni omosessuali, perché senza questo diritto fondamentale i gay e le lesbiche sono condannati all'emarginazione”.
Per il Gruppo EveryOne: Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Ahmad Rafat, Glenys Robinson, Arsham Parsi, Christos Papaioannou, Steed Gamero, Fabio Patronelli, Laura Todisco, Alessandro Matta

1 commento:

gionata ha detto...

“L’hanno ucciso!”, con queste parole, strozzate dalla commozione, i volontari del progetto gionata (www.gionata.org) sono stati avvertiti telefonicamente che tutto era finito. Makwan, il 21enne iraniano condannato a morte in Iran per il reato di “lavat” (letteralmente, “sodomia") è stato giustiziato nel carcere alle 5 del mattino (ora iraniana) del 5 dicembre 2007. Nessuno, nemmeno l'avvocato, il padre e lo zio di Makwan erano stati informati. Di fronte a tanta violenza ci uniamo anche noi idealmente alle donne e agli uomini della REFO di Firenze (http://refofirenze.wordpress.com) che giovedì 13 dicembre 2007 alle ore 21 si riuniranno a Firenze presso il Centro comunitario Valdese di Via Manzoni per dare vita ad una preghiera ecumenica e per gridare “la nostra sete di giustizia, di amore e di compassione, perché non si dia più la morte nel nome dell’unico Dio dei cristiani, degli islamici e degli ebrei”. Noi ci saremo.